Agenzie del 25/3/05
sulla scarcerazione
CASO DORIGO: TRIBUNALE CONCEDE
DETENZIONE DOMICILIARE PROVVEDIMENTO
DISPOSTO DA GIUDICI SORVEGLIANZA PERUGIA (ANSA) - SPOLETO (PERUGIA)
- La detenzione domiciliare presso la sua abitazione di Mira, in
provincia di Venezia, e' stata concessa a Paolo Dorigo, il maestro
elementare condannato a 13 anni di reclusione (due ancora da espiare)
per un
attentato alla Base Usaf di Aviano (Pordenone) al quale si e' sempre
proclamato estraneo. Il provvedimento e' stato disposto oggi pomeriggio
dal
tribunale di sorveglianza di Perugia. A renderlo noto i difensori di
Dorigo,
gli avvocati Vittorio Trupiano e Sergio Simpatico i quali hanno
annunciato
che il loro assistito ha gia' lasciato sotto scorta il carcere di
Spoleto
dove era recluso per la citta' veneta. (SEGUE). SEB 25-MAR-05 17:37 NNN
CASO DORIGO: TRIBUNALE CONCEDE DETENZIONE
DOMICILIARE (2) (ANSA) -
PERUGIA, 25 MAR
Dorigo - hanno spiegato i suoi legali - vivra' da
solo
nell'abitazione di Mira ma potra' incontrare i suoi familiari. Il
tribunale
di sorveglianza gli ha inoltre concesso di poter lasciare ogni giorno la
sua
residenza dalle 10 alle 12, con la facolta' di prolungare questa assenza
in
caso di necessita' legate agli esami medici ai quali deve sottoporsi.
Gli
avvocati Trupiano e Simpatico hanno espresso soddisfazione per la
decisione
del tribunale di sorveglianza. ''Ha applicato nel miglior modo possibile
-
hanno detto - la legislazione dopo che il nostro assistito ha rinunciato
a
ottenere i benefici previsti dalla legge Gozzini''. I giudici perugini
mercoledi' scorso avevano nuovamente esaminato l'articolata istanza
presentata dai difensori di Dorigo (alla quale aveva dato parere
favorevole
anche il procuratore generale). Al termine dell'udienza si erano quindi
riservati la decisione resa nota oggi pomeriggio.
Gli avvocati Simpatico e Trupiano avevano tra
l'altro chiesto la
concessione della detenzione domiciliare per permettere al loro
assistito di
sottoporsi ad alcuni accertamenti medici. Dorigo ha infatti chiesto da
tempo
di poter verificare la presenza di corpi estranei nel suo condotto
uditivo
(una microspia alla quale attribuisce alcuni disturbi fisici). Per
questo ha
sollecitato una verifica con un sintonizzatore universale. Esami gia'
disposti dallo stesso tribunale di sorveglianza ''ma non ancora
eseguiti'',
come ha piu' volte ricordato l'avvocato Trupiano. Per sollecitarli,
Dorigo
aveva anche a lungo attuato uno sciopero della fame (poi sospeso) che lo
aveva ridotto in precarie condizioni fisiche. I difensori del maestro
elementare hanno ribadito che Dorigo (il quale si e' sempre rifiutato di
chiedere la grazia o di ricorrere ai benefici previsti dall'attuale
normativa) ha gia' espiato la condanna inflittagli per il reato di
terrorismo. ''E' stato detenuto ininterrottamen
> te da oltre 11 anni - hanno affermato - senza che mai sia stato
celebrato
un giusto processo (non ha mai potuto vedere in faccia il suo
accusatore) in
conformita' con quanto piu' volte ingiunto all'Italia dal Consiglio
d'Europa''. Secondo gli avvocati Trupiano e Simpatico ''certamente non
poteva essere il tribunale di sorveglianza di Perugia, come nessun altro
collegio, ad applicare quella risoluzione''. ''Questa e' infatti una
questione solo politica - hanno ribadito - e spetta al Governo
uniformarsi
ad essa. Resta cioe' il problema cardine di garantire un giusto processo
a
Dorigo. Solo adempiendo a quanto il comitato dei ministri dell'Unione
europea sta intimando dal 1998 si potra' spazzare via la sua morte
civile,
l'interdizione dai pubblici uffici, l'esclusione dall'elettorato attivo
e
passivo, i diritti persi per sempre dopo una condanna condannata''. Per
questo gli avvocati Trupiano e Simpatico hanno parlato di una ''festa
macchiata''. (ANSA).
TERRORISMO: PAOLO DORIGO LASCIA IL CARCERE DI
SPOLETO, SCONTERA' ULTIMI 2
ANNI AI DOMICILIARI DECISIONE PG PERUGIA Spoleto, 25 mar. (Adnkronos) -
Paolo Dorigo, condannato a tredici anni di reclusione per per un
attentato
terroristico alla Base Nato di Aviano, per il quale si e' sempre
proclamato
innocente, ha lasciato oggi il carcere di Spoleto per raggiungere la
propria
abitazione di Mira, in provincia di Venezia, dove scontera' gli ultimi
due
anni di pena agli arresti domiciliari. Il 23 marzo il procuratore
generale
di Perugia, durante l'udienza che si e' tenuta presso il tribunale di
sorveglianza del capoluogo umbro, ha infatti concesso a Dorigo gli
arresti
domiciliari . I suoi legali, gli avvocati Vittorio Trupiano e Sergio
Simpatico, riferiscono che il loro assistito ha lasciato il carcere a
bordo
di un'auto della polizia penitenziaria nel primo pomeriggio di oggi.
Secondo
quanto disposto dal giudice, Dorigo avra' la possibilita' di lasciare la
propria abitazione ogni giorno dal
> le ore 10 alle ore 12, orario che potra' essere prolungato per
eventuali
esigenze sanitarie. (segue) (Anr/Gs/Adnkronos)
TERRORISMO: PAOLO DORIGO LASCIA IL CARCERE DI
SPOLETO, SCONTERA' ULTIMI 2
ANNI AI DOMICILIARI (2) (Adnkronos)
- Paolo Dorigo, per un lungo periodo di
tempo, ha portato avanti uno sciopero della fame per ottenere di essere
sottoposto a uno speciale esame clinico poiche' sostiene di avvertire
disturbi a livello uditivo e altri malesseri che a suo parere sarebbero
provocati da degli strumenti di captazione del pensiero, una sorta di
microchip, che gli sarebbero stati inseriti nella scatola cranica per
controllare le sue reazioni durante la permanenza in carcere e che
interferirebbero con le sue attivita' celebrali normali. I suoi legali
avevano chiesto la possibilita' di far sottoporre il loro assistito a un
esame effettuabile tramite un macchinario che si chiama ''sintonizzatore
universale'' e che sarebbe in grado di verificare la realta' di queste
affermazioni. ''Siamo riusciti finalmente ad ottenere gli arresti
domiciliari - ha spiegato l'avvocato Trupiano - ma l'obiettivo resta
semp
> re quello del rifacimento di un giusto processo. Solo cosi' si
potranno
cancellare quelle tracce vergognose di una perdita dei diritti civili,
l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, perdita del diritto di
elettorato. Tutte conseguenze di una condanna che dal 98 in poi e' stata
a
ripetizione condannata dal Consiglio D'Europa''. (Anr/Gs/Adnkronos)
PAOLO DORIGO LASCIA IL CARCERE DOPO OLTRE 11 ANNI
/ANSA CONDANNATO PER
ATTENTATO MA SI E' SEMPRE PROCLAMATO ESTRANEO (ANSA) - PERUGIA, 25 MAR
Dopo quasi 11 anni e cinque mesi di detenzione Paolo Dorigo, maestro
elementare veneto con un passato di militante in Autonomia operaia e
Lotta
continua, condannato a 13 anni e mezzo per un attentato alla base Usaf
di
Aviano attribuito alle Br al quale si e' sempre proclamato estraneo, ha
potuto lasciare oggi il carcere, quello di Spoleto dove si trovava
attualmente. Lo ha fatto grazie alla decisione del tribunale di
sorveglianza
di Perugia che gli ha concesso la detenzione domiciliare presso la sua
abitazione di Mira, in provincia di Venezia, accogliendo un'istanza dei
suoi
difensori, gli avvocati Vittorio Trupiano e Sergio Simpatico. Potra'
cosi'
sottoporsi in una struttura extracarceraria a quegli esami medici gia'
disposti dagli stessi giudici. Dorigo, che ha 46 anni, ha infatti
chiesto da
tempo di poter verificare la presenza di corpi es tranei nel suo
condotto uditivo,
in particolare di una microspia alla
quale attribuisce alcuni disturbi fisici. Per questo ha ripetutamente
sollecitato - sottoponendosi anche a uno sciopero della fame durato
quasi
due mesi - una verifica con un sintonizzatore universale. Oggi il
tribunale
di sorveglianza del capoluogo umbro ha infatti stabilito che Dorigo (il
quale nel pomeriggio ha lasciato sotto scorta il carcere di Spoleto)
possa
lasciare la sua abitazione ogni giorno per due ore. Prolungando anche
ulteriormente la sua assenza in caso di necessita' legate proprio agli
esami
medici. L'attentato per il quale e' stato condannato Dorigo risale al 2
settembre del 1993 quando da un'auto vennero sparati alcuni colpi di
pistola
contro la palazzina del dormitorio della base di Aviano, raggiunta anche
da
un ordigno esplosivo che comunque provoco' pochi danni e nessun ferito.
Il
26 ottobre successivo l'ex militante di Lotta continua e Autonomia
operaia
venne arrestato insieme agli altri presunti responsabili dell'attentato.
A Dorigo il 3 ottobre del 1994 vennero
quindi inflitti dalla Corte d'assise di Udine sette anni di reclusione
per
reati associativi e per l'attentato e sei anni e mezzo per una rapina
che
secondo gli inquirenti servi' a finanziare l'azione. Condanna confermata
in
appello, il 15 giugno '95, e definitivamente in Cassazione, il 27 marzo
del
1996. Il maestro elementare - figlio di Wladimiro Dorigo, noto storico
dell'arte ed esperto medioevalista - ha pero' sempre criticato il fatto
di
essere stato condannato senza avere potuto confrontarsi in aula con chi
lo
accusava, come d'altronde previsto dal codice in vigore all'ora. Per
questo
si e' rivolto alla Commissione europea dei diritti dell'uomo che nel
settembre del 1998 ha accolto i suoi rilievi. Il Comitato dei ministri
dell'Ue e' quindi piu' volte intervenuto sulla sua vicenda, invitando
l'Italia ''ad assumere iniziative legislative conformi alle
raccomandazioni
in tema di salvaguardia dei diritti dell'
> uomo tese al riesame o alla riapertura dei procedimenti''. Nel corso
della
sua detenzione Dorigo (che ha sempre rifiutato di usufruire dei benefici
di
legge o di qualsiasi proposta di grazia) e' stato rinchiuso nei carceri
di
diverse citta' italiane essendo spesso protagonista di iniziative di
protesta. Nel 1996 dopo un intervento chirurgico ha cominciato a
lamentare
alcuni disturbi fisici attributi a una microspia impiantagli - ha
sostenuto - nell'orecchio. Per questo ha chiesto e ottenuto di
sottoporsi a
un esame, con il sintonizzatore universale, possibile pero' in strutture
particolarmente attrezzate. In favore della richiesta di Dorigo di
essere
sottoposto a un ''giusto processo'' negli ultimi anni si sono mobilitati
esponenti di vari partiti politici e personaggi del mondo della cultura
internazionale, tra cui diversi premi Nobel, ma anche comitati
spontanei.
Ora la decisione del tribunale di sorveglianza di Perugia di concedergli
la
detenzione domiciliare. ''Una festa macchiat
> a'' hanno pero' sottolineato gli avvocati Trupiano e Simpatico. ''Solo
adempiendo a quanto il comitato dei ministri dell'Unione europea sta
intimando dal 1998 - hanno infatti detto - si potra' spazzare via la
morte
civile decretata per Dorigo, l'interdizione dai pubblici uffici,
l'esclusione dall'elettorato attivo e passivo, i diritti persi per
sempre
dopo una condanna condannata''. (ANSA). SEB 25-MAR-05 20:05 NNN
CASO DORIGO: IL PADRE, ORA TOCCA AL
PARLAMENTO E AL GOVERNO MAGISTRATURA
HA FATTO QUANTO POTEVA, MA SERVE UN NUOVO PROCESSO (ANSA) -
- ''E' una misura che viene incontro largamente alle attese e la
magistratura in quest' ultima fase ha fatto tutto cio' che ha potuto. Ma
certo hanno contribuito anche tutta la solidarieta' e la protesta che si
sono create intorno al caso di mio figlio, davvero una cosa rara''.
Cosi'
Wladimiro Dorigo, che attende in queste ore l'arrivo del figlio Paolo,
commenta il provvedimento dei giudici di Perugia. ''Ora bisognera'
pensare
ad una ricostruzione vitale dopo tanti anni - osserva ancora il docente
universitario veneziano -, e nello stesso tempo bisognerebbe che il
Parlamento e il Governo onorassero le richieste della Corte Europea, che
gia' nel 1999 ha dichiarato la necessita' di un nuovo processo''. ''La
magistratura, dopo tante attese, ha fatto tutto quello che poteva -
ribadisce -, ma e' impedita nel rifare il processo. Il progetto di
> legge che lo permetterebbe e' fermo da quattro anni in Parlamento, ed
ha
del resto avuto una prima approvazione molto limitativa da parte di una
delle due Camere, tanto da far mettere in dubbio la sua utilita'''.
Quanto
alla scelta di Paolo di non chiedere la grazia e di non valersi dei
benefici
di legge, ''non ha mai voluto farlo - spiega Dorigo - perche' non
riconosce
questa sentenza''. ''L'ho sentito l'ultima volta una decina di giorni fa
-
ricorda ancora il padre -: fisicamente si e' abbastanza rimesso dopo
quasi
70 giorni di digiuno, e i 56 di quello precedente. All'epoca avevo
cercato
di dissuaderlo, ma lui si era ostinato ed era molto vicino alla morte.
Paolo
ha un carattere forte, certo, forse troppo''. Sulla presenza di una
microspia nel condotto uditivo lamentata dal figlio, il medievalista
preferisce non esprimersi perche' dice di non avere elementi
sufficienti.
''Ho pero' sentito Rodota' parlare proprio oggi in televisione -
aggiunge,
con riferimento al Garante per la pr
> ivacy - e dire che si tratta di congegni illegali, che chi li usa
commette
un reato. Paolo ha chiesto accertamenti che finora non gli sono stati
concessi''. ''Lui dice - prosegue - che attraverso questo microchip si
esercita su di lui un controllo mentale, una persecuzione continua di
messaggi e disturbi''. Disturbi che sarebbero iniziati circa tre anni
fa,
specifica, ma che Paolo riconduce ad un intervento subito nel carcere
delle
Molinette a Torino nel gennaio 1996, dopo che era rimasto ustionato in
cella. Ora comunque Paolo - che prima dell'arresto lavorava come esperto
informatico, ma in carcere avrebbe fare un uso molto limitato del pc -
potra' finire di scontare la pena agli arresti domiciliari. E i giudici
di
sorveglianza - conclude il padre, che conta di vedere il figlio domani -
gli
hanno concesso ampi margini di liberta', che migliorano certo la sua
condizione. (ANSA).
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