La Storia è sotto attacco revanscista e reazionario da almeno 20 anni, da quando l'editore allevato da Bettino Craxi, Berlusconi, inizia ad arraffare varie Editrici di peso ed importanza nel paese. Il progetto piduista verte sulla negazione della conoscenza della lotta di classe alle masse, e la "conquista" i Einaudi da parte di Berlusconi, come di Mondadori, nonché la spoliticizzazione della Feltrinelli, conducono in questa direzione.
Contemporaneamente, nel paese stuoli di nuovi ricercatori si tuffano a scrivere di Storia, senza averne mai scritta una riga. L'affare è corposo. In tempi di censura reazionaria basta mettere qualche colore e si fanno affari d'oro.
La nostra linea editoriale in materia è molto selettiva e significante. Non usciamo dal seminato, non gridiamo all'equidistanza delle "parti" in conflitto: nella seconda guerra mondiale non c'erano due "parti", c'erano stragisti aggressori e genocidi nazifascisti da una parte, e i comunisti ed i sinceri democratici dall'altra, insieme ai quali hanno combattuto da un certo momento in poi, anche gli angloamericani. I Popoli hanno aiutato la Resistenza e ne hanno pagato il prezzo. Per noi quella soglia non doveva essere più superata. Invece qualcuno l'ha superata eccome, o ci tenta e ritenta senza tregua alcuna, da almeno 20 anni, dietro scuse o pretesti i cui veri burattini sono nelle loro stesse stanze dei bottoni.