DELGADO & C. LA SCIENZA COME NAZISMO
di Marco Sacchi 23-1-2007
Lo spagnolo Josè Delgado rivestì molte cariche mediche
importanti, specialmente all’università di Yale dove era direttore della
Clinica Neuropsichiatrica, presso di cui era professore di neurofisiologia.
Oggi si sa che Delgado un ruolo primario nel progetto MKULTRA. La sua
sperimentazione durò anni, scrisse dei libri dei quali uno tradotto in Italiano
nel 1973 con il titolo Genesi e libertà
della mente, dalla casa editrice Bollati Boringhieri, (fuori catalogo) 1°.
Dopo aver
studiato come controllare la mente umana attraverso sonde nel cervello, dirottò
la sua attenzione sulla stimolazione elettrica cerebrale. In un brano tratto da
un suo libro Controllo fisico della mente
– Verso una società Psicocivilizzata edito nel 1969 diceva: “Ora si sta
colmando la lacuna, è già possibile equipaggiare animali od esser umani con
dispositivi chiamati stimocevitori, programmati per la trasmissione e la
ricezione di comunicazione elettriche da e per il cervello nei soggetti attivi.
La micro miniaturizzazione di alcuni componenti elettronici, ci permetterà di
costruire uno strumento più efficace nel controllo dei parametri eccitativi
tramite un’accurata telemetria cerebrale, attuata con tre sensori installati in
tre punti diversi del cervello, stimolando all’uopo precise aree, in seguito a
determinati segnali elettrici di attività cerebrale. E’ ragionevole speculare
che in un futuro ormai prossimo, gli stimoricevitori possano provvedere ad un
controllo pressoché totale dell’individuo, interfacciando il proprio sistema
neuro-fisiologico con un computer remoto, causando peraltro un’azione reazione
tra neuroni e strumenti, la quale rappresenterebbe una nuova tendenza nel campo
del controllo medico delle funzioni neuro-fisiologiche”. 2°
Delgado fece
crudeli esperimenti sugli animali, sia in Spagna che negli U.S.A.
Impiantò circuiti elettronici nel cervello a scimmie e
gatti per poterne manipolare il comportamento. Diede pure una dimostrazione
pubblica delle sue scoperte, improvvisandosi torero in un'arena (17 maggio
1965) al toro aveva innestato un microchip nel cervello, e quando il toro prese
a caricare, Degrado lo bloccò con il suo telecomando 3°.
Già nel 1969 era
disponibile la tecnologia per poter controllare a distanza gli esseri umani
ridotti a schiavi tramite l’impianto di microschip nel cervello. Tra i tipi di
controlli possibili vi era la possibilità di inviare stimolazioni elettriche
radiocomandate che inducessero impulsi omicidi, o che paralizassero la persona.
Esperimenti scandinavi e americani.
Rauni Leena
Kilde, del Former Chief Medical Officer della Finlandia, nel 1999 pubblica un
articolo sul giornale Specula della Oulu University Olk, poi inviato nel 2000
via email a 6500 studenti di medicina e medici del nord Finlandia, in cui
segnala il pericolo dell’uso dei microchip.
Ella afferma che
nel 1946 furono impiantati elettrodi nel cranio di neonati all’insaputa dei
genitori, che negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso furono impiantati nel
cervello degli esseri umani specialmente in America per sperimentare le
possibilità di controllo mentale 4°. Sarebbero stati iniettati microchip nel
corpo dei carcerati dello Stato dello Utah, dei soldati nel Vietnam ed in Iraq
e perfino nel corpo degli astronauti. Questa tecnologia è stata usata dai
militari in alcuni paesi della NATO, sin dal 1980, all’insaputa della
popolazione e del mondo accademico.
Riferisce che in
Svezia, il primo ministro Olof Palme, nel 1973, autorizzò questi impianti nei
prigionieri, che Jan Frese ha riscontrato questa pratica nei pazienti delle
case di cura nella metà degli anni ’80, che The
Washington Post del maggio 1995
riporta che al William della Gran Bretagna ne fu impiantato uno all’età
di 12 anni.
Questi microchip
della dimensione di 5 micromillimetri (un
capello è 50 micromillimetri) possono essere posti in qualunque parte
del corpo, è molto difficile scoprirli e toglierli. Le persone possono essere
monitorate (anche via satellite) 24 ore su 24 ore per tutta la vita, ovunque si
trovino, influenzando le loro emozioni, pensieri e comportamenti.
Posti nel nervo
ottico possono alterale in modo programmato la percezione della realtà, degli
odori, della vista e della voce. Si possono indurre le persone ad avere
allucinazioni, a sentire le voci, a rivivere le esperienze passate rinviando i
tracciati neurofisiologici registrati dal suo corpo, e potenzialmente a
commettere omicidi senza che ne abbiano memoria (i famosi candidati
manciuriani). La stimolazione elettromagnetica può modifica le onde cerebrali e
causare crampi muscolari come forma di punizione.
Marcello Panio, autore del sito www.disinformazione.it
afferma anche che la NSA, agenzia di controspionaggio USA, avrebbe delle attrezzature in grado di controllare le
emissioni bio-elettriche del cervello.
Non è da escludere che nel famigerato Manuale
Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – DSM (testo base per gli
psichiatri) siano state inserite false categorie diagnostiche come copertura
per gli effetti che la tecnologia delle microonde ha sulle persone. Il DSM
(tradotto in 18 lingue) è realizzato dall’Associazione Americana degli
Psichiatri, la quale annovera tra i suoi membri anche psichiatri che lavorano
anche psichiatri che lavorano per i servizi segreti e che hanno certamente
contributo alla sua stesura.
In un altro articolo, Microwave
mind control: modern torture and control machanism eliminating human rights and
privacy ( www.raven1.net/kildel 5°) il Dr. Rauni Kilde ritiene
che non solo i microchip impiantati nel corpo sono strumento di controllo della
mente, ma anche la tecnologia delle microonde. I telefoni cellulari non solo
permettono di monitorare dove le persone si trovano, ma potrebbero consentire
in persone sane l’allucinazione del sentire le voci nella testa, modificando il
loro pensiero con microonde 6°.
La psichiatria arriva in
soccorso ai torturatori.
Se una vittima scopre o sospetta di essere sotto controlla
tramite la tecnologia moderna, la psichiatria corre subito ai ripari vendendo
in soccorso ai torturatori vendendo ed offrendo loro copertura. Ogni scuola di
medicina insegna ai suoi studenti che una tale persona è paranoica,
specialmente se ritiene che dietro a tutto questo ci siano servizi segreti o
qualche apparto statale.
Ai medici non è detto che queste sono azioni abituali dei servizi
segreti e degli apparati statali in
genere. Le vittime del controllo
mentale sono falsamente considerate malati di mente e non avranno attendibilità
e aiuto finché la loro sofferenza è messa in dubbio dagli “operatori della
salute”.
Ora, anche su
siti “ufficiali” che si occupano del campo medico ammettono l’utilizzo di
microchip: “Un gruppo di ricercatori americani, guidati dal prof Theodore
Berger della California, ha sviluppato un rivoluzionario dispositivo in grado
di far le veci di una essenziale parte del cervello umano, l’ippocampo” (Un
Microchip al posto dell’Area Cerebrale della Memoria di Aldo Franco De Rose 7°). Come in USA si sono trovati le
formule che permettono di “recuperare” il linguaggio e trasmetterlo ad un
computer, inserendo un chip nel cervello a “rivitalizzare” chi è protetto. Il
microchip sarebbe in grado di captare i
segnali provenienti e trasmetterli ai computer che trasformano che trasformano i
segnali in azioni. Ma non basta: alcuni ricercatori della State University of
New York hanno sviluppato un’interfaccia non invasiva fra cervello e computer
che consente ad una persona di spostare un cursore sullo schermo soltanto con
il pensiero (Sarà uno chip inserito nel cervello a “rivitalizzare” chi è
paralizzato, Laura Kiss Repubblica 9 maggio 2005 8°).
La scienza non è neutrale.
Come mai siamo
giunti a questo livello di aberrazione, nell’attività scientifica?
In una società
divisa in classi sociali, ove l’accentuazione della divisione sociale del
lavoro ha portato ad affidare a singole persone specializzate l’attività
scientifica, la scienza è diventata per tale ragione una professione
retribuita, un modo per raggiungere una certa posizione asociale, per fare
carriera.
Questa tendenza,
si è sviluppata, dal XVIII° secolo, durante la rivoluzione industriale, lo
sviluppo tecnico fornirà un valido supporto alla mecanizzazione dell’industria
9°.
La
scienza, legandosi alla produzione, si legava anche ad una classe sociale,
portando dei mutamenti nell’agire e nel pensare il proprio ruolo degli
scienziati, poiché non solo offriva a loro la possibilità di trarre parecchi
profitti dalle proprie invenzioni e scoperte, ma faceva trarre la conclusione
di trovare nella borghesia la propria naturale alleata.
Come
conseguenza di quest’alleanza si crearono delle distorsioni nelle qualità dello
scienziato, a partire da una delle condizioni essenziali della
ricerca scientifica che è quella di
voler fermamente giungere ad accertare la verità delle cose.
Ma, la ricerca della verità, giacché tale,
non reca allo scienziato né onori, né facilitazioni sociali, ma spesso può
provocare problemi, incomprensioni, se non addirittura persecuzioni di vario
genere. Il dramma di Galileo, fatto rivivere da B. Brecht, è il simbolo stesso
della minaccia che in tutti i tempi, l’ordine costituito ha fatto pesare sugli
scienziati 10°.
Una scienza
disinteressata, slegata dalle classi dominanti, che ricerca la verità, che
tende a rompere situazioni cristallizzate a sfatare pregiudizi. diventerebbe un
fattore rivoluzionario, per questi motivi Gramsci diceva: “Dire la verità è rivoluzionaria”
(Manchete del primo numero dell’Ordine
Nuovo).
Il capitalismo
ha separato la scienza dal sapere comune, vivo che scaturisce dal lavoro
produttivo e dagli uomini delle classi subalterne che creano la ricchezza
sociale. L’ha trasformata in potenza estranea, indipendentemente da tutti ma non
chi possiede le condizioni materiali dell’esistenza attraverso i mezzi di
produzione. L’individuo, vede nella scienza qualcosa che gli è
incomprensibile perché non esiste nella sua coscienza come sapere concreto e
pratica reale, ma agisce – nelle macchine, con la tecnologia, come un potere ulteriore di chi lo opprime e lo
sfrutta.
Per questi
motivi, bisogna denunciare alla classe cosa comporta la scienza asservita al
capitale 11°. In sostanza contro la scienza asservita al capitale bisogna
sviluppare una lotta ideologica e demistificarne i contenuti 12°.
Perciò,
bisogna sviluppare una pratica sociale per l’appropriazione da parte del
proletariato delle capacità di controllo del rapporto uomo-natura nell’ambito
di finalità sociali alternative e riprendere la lotta perché sia la classe
operaia a decidere cosa produrre, come produrre e per chi produrre.
Note
1° Rintracciabile nel sito www.libreriauniversitaria.it/BIT/8833900940/Genesi_e_liberta’_della_mente
2: Tratto da: www.disinformazione.it
3° Questo fatto fu descritto nel fumetto Dylan Dog Il progetto (l’indagine dell’incubo) n.
176 maggio 2001 tratto dal sito www.aisjca-mft.org/Del-Skin
4° Molto probabilmente parla di MK ULTRA.
5° Notizia ripresa dal sito www.ebook/15
6° Notizia che metto sul probabile, poiché il
moltiplicarsi di piste e d'ipotesi rischia di depistarci dalle denunce sulla
presenza di microchip.
7° Preso dal sito www.clicmedicina.it/pagine%pagine%20n%205/microchip
8° Preso dal sito www.repubblica.it/2005/e/sezioni/scienza_e_tecnologia/affin2/parachip/parachi
9° Le grandi invenzioni di questo periodo, quale ad
esempio la macchina a vapore, sono compiute da persone ingegnose, mosse da
interessi prevalentemente pratici, slegate e lontane dall’ambiente scientifico.
10° E anche dei compromessi, Galileo come si sa cedette
davanti al suo inquisitore il cardinal
Roberto Bellarmino. Perciò, i compromessi, che molti scienziati “democratici” e
di “sinistra” fanno con le classi dominanti si potrebbero chiamare “compresso
bellarminiano”.
11° La tortura elettronica è un chiaro esempio del
carattere antipopolare e aberrante della scienza asservita.
12° La Rivoluzione Culturale Cinese (1966 – 1976) e qui in
Italia le lotte degli anni ’70 (pensiamo al ruolo di A. Maccacaro) anno dato un
contributo alla lotta contro la scienza asservita.