CIRCA LE POSIZIONI DELLA RETE (E DEL LORO STESSO
NOME “DISARMIAMOLI”) SI PRECISA CHE I COMUNISTI NON RITENGONO SIA EVITABILE IL
CONFLITTO DI CLASSE PROLETARIATO/BORGHESIA NE’ QUELLO POPOLI
OPPRESSI/IMPERIALISMO E PERTANTO SI CONSIDERA VELLEITARIA LA POSIZIONE
SCANDALISTICA DI UN “INCIDENTE” SU CUI NON SI SANNO ANCORA I MOTIVI VERI, ED
INOLTRE LA SI CONSIDERA, DA COMUNISTI, NOCIVA COME POSIZIONE E NEMICA DELL’ANTIMPERIALISMO.
IL PROBLEMA NON E’ DI “DISARMARLI” MA DI SCONFIGGERLI, DI CACCIARE SIA LE
CATENE ECONOMICHE DELLE MULTINAZIONALI SUI POPOLI SIA QUELLE POLITICHE DEGLI
STATI IMPERIALISTI DOMINANTI USA INNANZITUTTO SIA QUELLE MILITARI DEGLI ACCORDI
SOVRANAZIONALI E DELLE PRESENZE MILITARI ED ATOMICHE NEGLI ALTRI PAESI (IN
ITALIA 120 BASI USA, GLI USA PRESENTI IN TUTTO IL MONDO).
MORTE ALL’IMPERIALISMO !
VIVA LA RIVOLUZIONE PROLETARIA MONDIALE !
NESSUNO SCANDALO PER QUANDO A PERIRE SONO I CANI DA GUARDIA DELL’IMPERIALISMO !
Base U.S.A.F. di Aviano. Secondo incidente aereo causato da velivolo
statunitense in poche settimane
Comunicato stampa della Rete nazionale Disarmiamoli!
8 novembre 2007 – Al momento si contano cinque morti e sei feriti
nell'incidente causato da un elicottero militare USA precipitato nella campagna
trevigiana, vicino al fiume Piave a poche centinaia di metri dal comune di
Santa Lucia del Piave. In pratica a 200 metri dall’autostrada A27. Era un
elicottero Black Hawk UH60 adibito per il trasporto di truppe.
Il velivolo era decollato dalla base militare Usa di Aviano, per un sorvolo
di addestramento sull'area. A bordo undici militari americani di stanza nella
base Usaf. Per permettere un intervento più veloce dei mezzi di soccorso, è
stata bloccata l'autostrada A27 nel tratto più vicino al punto dove è
precipitato l'elicottero. Sette gli elicotteri dei soccorsi atterrati sul ponte
dell'autostrada per trasferire sulle ambulanze morti e feriti, trasportati poi
negli ospedali di Treviso e Conegliano.
Sono passati solo 51 giorni da quando un F16 USA, decollato
sempre dalla base di Aviano, precipitando ha sfiorato le abitazioni di Fusine e
Soramaè, piccole frazioni di Zoldo Alto, in provincia di Belluno, per poi
disintegrarsi, sotto gli occhi sbalorditi dei residenti, in un bosco vicino.
Dell’F16 caduto il 19 settembre scorso la stampa nazionale
si occupò pochissimo. Nessun morto, pochi danni, a parte la perdita di un aereo
con il costo del quale si potrebbero gestire per più anni l’amministrazione di
uno dei Comuni “sfiorati”.
I 5 ( o forse molti di più) morti e la vicinanza all’A27 dei
resti dell’Hawk UH60 costringono al momento la stampa nazionale a parlare del
disastro aereo di questa mattina.
Impressionante il movimento di mezzi aerei per portare in
salvo i feriti e via le salme statunitensi.
Un solo elicottero, in molti casi, salverebbe la vita di
tanti automobilisti, che a migliaia periscono ogni anno sulle nostre
autostrade.
Quale autorità italiana - e perché - concede a velivoli così
potenti e pericolosi di volare sulle teste degli abitanti di Belluno e Treviso?
Quanti aerei, elicotteri ed altri velivoli a stelle e strisce scorrazzano
quotidianamente in lungo e largo per la penisola? Oltre alle truppe, cosa
trasportano questi velivoli di tanto prezioso da bloccare, come nel caso di
questa mattina, una autostrada ed un area di chilometri di perimetro? Se l’F16
o l’Hawk UH60 fossero precipitati in un centro abitato quanti morti avremmo
dovuto contare?
Tante domande, nessuna risposta. Da oltre 60 anni.
I “liberatori” - coscienti della loro totale impunità
giuridica e penale - dispongono dei nostri territori e delle nostre vite a loro
piacimento, come nel caso della strage al Cermis e di tanti altri omicidi,
stupri, sevizie, torture, sequestri, trame nere e stragi nei porti, nelle
stazioni e nelle piazze di questo nostro povero paese, alla mercè del colosso
statunitense a causa di governi proni e succubi, di cui l’attuale è fulgido
esempio, come dimostra il placet alla base al Dal Molin, il silenzio sul
sequestro di Abu Omar e sull’omicidio Calipari, i finanziamenti per la
costruzione degli F35 USA a Cameri, l’accordo per lo scudo antimissilistico.
Potremmo riempire pagine e pagine di simili esempi, a descrivere una
subalternità umiliante ed insopportabile.
Contro la criminale arroganza USA e il vergognoso
comportamento dei governi italiani l’unica strada è quella indicata dai
cittadini di Vicenza e dalle lotte dei tanti comitati che in tutta Italia si
battono per chiudere per sempre le basi della morte.
La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.
Begin
forwarded message:
From: "Coord. Naz. per la
Jugoslavia"
Date: September 27, 2007 8:18:01 AM GMT+02:00
Subject: [JUGOINFO] "Esercitazione di
routine". E si rischia la strage
(diffondiamo una importante
notizia, ormai risalente ad una settimana fa, per evidenziare come essa sia
stata coperta da censura sui grandi media e sui telegiornali del nostro paese)
"Esercitazione di
routine". E si rischia la strage
Un aereo militare partito dalla
base americana di Aviano si è schiantato a terra martedì sera, a pochi
metri da un centro abitato. Subito imposto il segreto militare, ma secondo
indiscrezioni l'incidente sarebbe stato causato da un'avaria al motore.
Cittadini e sindaci scrivono al prefetto: «A rischio la nostra sicurezza»
Orsola Casagrande
Aviano
A due giorni dalla conferma da
parte del Natural Resources Defence Council di Washington che nella base
Usaf di Aviano sono dislocate 50 bombe termonucleari
Un ragazzo ha raccontato alle
telecamere del tg3 regionale di essere uscito con i cani e di aver visto
l'aereo sbucare all'improvviso. «E' passato a un metro dal tetto di casa.
Ho pensato che sarebbe precipitato e dopo qualche secondo lo schianto e il
boato». Immediate le reazioni di cittadini e amministratori del Friuli e
del Veneto. Decine di consiglieri, sindaci, associazion
Il Manifesto 20 sett 2007 pag. 9
---
Lavoriamo uniti perché gli F16
U.S.A. non si alzino più in volo sui cieli di Aviano.
21.09.2007 - Comunicato della
Rete nazionale Disarmiamoli!
Un F16 decollato dalla base di
Aviano, precipitando, ha sfiorato le abitazioni di Fusine e Soramaè, piccole
frazioni di Zoldo Alto, in provincia di Belluno, per poi disintegrarsi, sotto
gli occhi sbalorditi dei residenti, in un bosco vicino.
Ancora una volta si è sfiorata
una strage, come quella del Cermis che il 3 febbraio 1998 costò la vita a 20
ignari sciatori. Ancora una volta i nostri cieli violati da un sistema bellico
infernale, in procinto di scatenare nuove e devastanti guerre contro l’Iran, la
Siria, il Libano.
Il movimento italiano contro le
basi militari USA/ NATO ha intrapreso in questi anni un percorso di
coordinamento nazionale con l’obiettivo di rendere più efficace la sua
azione.
La lotta di Vicenza contro la
base al Dal Molin, quella di Novara contro la costruzione degli F35, la
resistenza dei tanti comitati presenti sui territori occupati dagli
insediamenti militari sono il tessuto connettivo di questo coordinamento,
intersecatosi naturalmente con il più generale movimento NoWar, espressosi in
forme chiare ed indipendenti lo scorso 9 giugno a Roma contro Bush e le
politiche belliciste del governo Prodi.
Da questo processo di
unificazione sono emerse in questi mesi proposte di mobilitazione costante sui
territori, in grado di sostanziare una linea condivisa di resistenza attiva
alle basi della guerra.
La Legge di iniziativa popolare
su trattati internazionali, basi e servitù militari presentata in Corte di
Cassazione il 19 settembre va in questa direzione, indicando un percorso
concreto di consultazione di massa su questa oppressiva e pericolosissima
presenza, che devasta ampie fette del nostro territorio nazionale.
Chiamiamo tutto il movimento
contro la guerra italiano a far proprio questo percorso di consultazione,
costruendo in ogni città Comitati Promotori che scendano in piazza, tra la
gente, a raccogliere le 50.000 firme necessarie per imporre di nuovo
nell’agenda politica nazionale la questione dirimente dell’allontanamento delle
basi USA/NATO dai nostri territori.
La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.