Partito Comunista del Nepal
(Maoista)
Comitato centrale
Comunicato stampa 17-4-2006
- Il movimento di massa
a livello nazionale, lanciato con un accordo raggiunto il 22 novembre 2005
e il 19 marzo 2006 tra il CPN(M) e i sette partiti politici, marcia verso
la vittoria con una partecipazione di massa, resistenza popolare e senso
del sacrificio senza precedenti. Passando attraverso ogni tipo di
repressione, compreso il coprifuoco fascista e il divieto dello sciopero
generale, il movimento di disobbedienza e le immense manifestazioni di
massa in particolare del 6 aprile 2006, l’attiva e incoraggiante
partecipazione da parte dei settori delle masse più poveri e di ogni
livello compreso contadini, operai, studenti, donne, dalit, popolazioni
etniche, insegnanti, professori, medici, ingeneri, avvocati, giornalisti,
letterari, artisti, impiegati civili, la società industriale e civile ha
trasformato questo movimento in un movimento di massa unito di tutte le
forze democratiche antimonarchiche. Perciò, questo movimento adesso non è
rimasto un movimento solo dei sette partiti o del CPN maoista o della
società civile o di qualche gruppo particolare, ma è diventato un
movimento unito di tutte le vere forze democratiche, che sono state
ripetutamente ingannate dalla monarchia autocratica feudale sin dal 1949.
Comprendendo onestamente e
responsabilmente che questo fatto oggettivo si è sviluppato per la prima volta
nella storia nepalese, e sconfiggendo ogni tipo di tendenze alla divisione che
emergono nel movimento facciamo appello a tutte le forze politiche, alla
società civile e alla larghe masse affinché si raggiunga lo scopo finale
unificando ulteriormente, consolidando e rinforzando questo movimento.
- E’ arrivato il momento
di veder sparire dalla scena della storia gli elementi monarchici
fascisti, che hanno sognato di sostenere il moribondo potere autocratico
feudale con la forza della repressione fascista, il terrore, il
massacro, il metodo della propaganda alla Goebbels, cattivo uso dei
fondi statali, ecc. dando ora un ultimo colpo finale. Perciò è necessario
far convergere la fiamma del movimento che adesso splende in tutto
il paese, in particolare nella capitale Kathmandu, rafforzare il blocco
economico completo contro il potere monarchico e rompere la sua macchina
di sicurezza e amministrativa. In questo contesto, nell’esprimere totale
solidarietà alla grande protesta sviluppatasi grazie all’appello che i
sette partiti politici hanno fatto a partire dal 20 aprile a Kathmandu,
noi facciamo un appello di cuore a tutti gli attivisti politici, alle
organizzazioni di massa, etniche e ai fronti regionali e alla larghe masse
ad una estesa e attiva partecipazione. Allo stesso modo facciamo appello a
tutti a non pagare alcuna tassa o imposta, agli impiegati del governo e
delle imprese a fermare il lavoro disobbedendo ad ogni ordine che provenga
dallo stato monarchico e agli ufficiali e ai soldati dell’esercito reale,
alla polizia armata e alla polizia di disobbedire al potere reale, e
ancora, facciamo appello a tutti a continuare lo sciopero generale in
tutto il paese, le manifestazioni di protesta e la resistenza popolare
fino a che non sarà raggiunto lo scopo del movimento.
- Con lo sviluppo del
movimento, si sta alzando una potente voce da tutte le parti per
raggiungere uno scopo concreto e il fine stesso del movimento, che è ovvio
e corretto. Nonostante la frase: “mettere fine alla monarchia assoluta e
stabilire la piena democrazia” sia stata usata per includere le richieste
di tutti i partiti nella -dichiarazione in 12 punti tra maoisti e
parlamentari-, il significato sotteso di ciò era l’abolizione della
monarchia e l’instaurazione della repubblica democratica, e per cui è
stato preso un impegno ad istituzionalizzarla attraverso una libera e
corretta elezione per una assemblea costituente. L’intenso sviluppo del
movimento e gli slogan lanciati dal popolo a tutti i livelli in tutto il
paese mostrano che non c’è alcun dubbio che le masse popolari hanno
ratificato il chiaro scopo della repubblica democratica. Ogni altra
richiesta che al di sotto all’instaurazione di una repubblica attraverso
una assemblea costituente non potrà dare una via d’uscita positiva al
lungo conflitto decennale e non potrà dare conto e ragione compiuta
all’aspirazione popolare per la democrazia, pace e progresso nel paese.
Perciò, facendo tesoro dell’esperienza del movimento democratico che si è
sviluppato fin dal 1949, e guardando all’attuale equilibrio di potere
politico esistente nel paese e le richieste del popolo di diventare
sovrano in tutti gli aspetti, noi abbiamo una posizione ferma che dice che
il movimento non deve in nessun caso essere fermato con un compromesso
fino a che esso non abbia raggiunto il fine di una repubblica
democratica attraverso una incondizionata assemblea costituente. Al contrario,
se saranno fatti tentativi di fermare questo movimento attraverso un
ingannevole compromesso che stia a metà strada tra il 1949 e il 1990,
facciamo uno speciale appello a tutte le vere forze democratiche,
alla società civile e alle larghe masse ad andare avanti resistendo ad
esso.
- E’ necessario che le
forze del movimento tengano seriamente a mente che l’attuale movimento ha
lo scopo di una progressista ristrutturazione dello stato e non solo un
aggiustamento del potere. Il preambolo dello storico accordo in 12 punti,
che dice: “è stata una indispensabile necessità quella di mettere in piedi
il concetto di piena democrazia attraverso una progressista
ristrutturazione dello Stato che risolva il problema in relazione alle
classi, alle nazionalità, sesso, regione ecc., in ogni campo delle sfere
politica, economica, culturale stabilendo la piena democrazia e portando
la monarchia assoluta alla sua fine” giustifica ciò pienamente. È evidente
che il nuovo Stato democratico non è il sistema parlamentare com’era
quello che c’era prima del 1 febbraio (2005) e del 4 ottobre (2002), ma
una repubblica progressista democratica multipartitica che abbia la
capacità di assicurare la più ampia partecipazione dei contadini poveri e
degli operai al potere statale, il governo autonomo delle nazionalità,
regioni e le popolazioni Madhesi oppresse, insieme al diritto
all’autodeterminazione, a speciali privilegi per le donne e per i dalit,
diritti fondamentali a tutti in ogni campo: educazione, salute e
occupazione, ridistribuzione della terra fondata sulla parola d’ordine “la
terra ai contadini” per mettere fine ai rapporti feudali, sviluppo
dell’industria nazionale e economia indipendente. Non comprendere il
significato dell’ampia partecipazione, mai vista prima nella storia, dei
più poveri settori della società, le masse rurali oppresse, i gruppi
etnici, le donne, i dalit ecc. e la loro coraggiosa resistenza contro la
violenza e la repressione del potere monarchico, nell’attuale movimento
urbano, sarebbe una grande ironia. Perciò restando cauti verso la fatale
tendenza alla negazione completa di dieci anni di guerra popolare, sentita
e osservata talvolta nell’attuale movimento, e la tendenza allo status quo
che chiacchiera astrattamente della “restaurazione della democrazia” noi
facciamo un sincero appello a tutti a far sì che questo movimento
raggiunga il suo chiaro scopo avanzando in modo unitario.
- Infine, reiterando il
nostro fermo impegno verso lo storico accordo in 12 punti e il secondo
accordo raggiunto con i sette partiti parlamentari e rigettando con
disprezzo ogni tipo di campagna di disinformazione lanciata dallo stato
monarchico fascista, esprimiamo il nostro impegno a che il movimento di
massa unito pacificamente raggiunga il successo partecipando attivamente
al movimento stesso.
Data 17 aprile 2006
Baburam Bhattarai
Coordinatore
Comitato organizzativo della grande
conferenza politica nazionale
Consiglio Unitario Popolare Rivoluzionario,
Nepal
e
Prachanda
Presidente
C.P.N. (Maoista)
e Comandante supremo dell’esercito di
liberazione popolare, nepal