(da o.l.g.a. – da reddito-lavoro)
raccolta di comunicati sulla
rioccupazione dello spazio sociale mario lupo e gli arresti avvenuti in seguito
Parma,
27 gennaio 2007
Questa mattina sono iniziati i lavori per restituire al movimento antifascista
cittadino la palazzina dell’ex macello in P.le Allende, dove dal 1977 e fino al
7 ottobre 2005 si trovava lo Spazio Sociale intitolato a Mariano Lupo,
militante antifascista ucciso in agguato fascista nel 1972.
E' ora in corso un presidio in P.le Allende. Gli organi di stampa sono
invitati.
Come denunciato da tempo, le modalità politiche con cui il Comune di Parma
liquidò la questione poco più di un anno fa non sono mai state condivise
dall’Assemblea Permanente dello Spazio Sociale Mario Lupo così come da tutte le
realtà e le soggettività che frequentavano e svolgevano le proprie attività
all’interno dello spazio.
Si tratta dell’ennesimo esempio di come la giunta Ubaldi, in nome della
riqualificazione urbana, agisca senza il necessario confronto e dialogo con le
parti interessate. E’ successo con il Mariano Lupo ma anche con il Vittorio
Emanuele, la Ghiaia, il quartiere Pablo e sta succedendo anche all’Ospedale
Vecchio, per citare i casi più famosi.
E siamo certi che la cosa si ripeterà con i cantieri della metropolitana
“leggera”….
Inoltre, la palazzina che ospitava lo Spazio Sociale Mariano Lupo ha un forte
valore storico e politico per tutto il movimento antifascista cittadino: per la
sua storia che dura dal 1977, per la vicinanza con il luogo dell’omicidio Lupo,
per le lotte che ha sempre appoggiato e/o portato avanti.
Ferma restando la proposta di creare all’interno dell’edificio un centro di
documentazione antifascista intitolato a Mariano Lupo, successive comunicazioni
saranno fornite nell’arco della giornata direttamente dal presidio in corso in
P.le Allende.
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BREVE RESOCONTO DELLA GIORNATA DI SABATO
Alle 7.00 di mattina alcuni compagni entrano in un edificio di p.le allende, a
Parma, che fino ad un anno fa ospitava uno spazio sociale intitolato a Mario
Lupo, antifascista assassinato dai fascisti nel 1972.
Ricordiamo che nell'ottobre 2005 lo spazio era stato sgomberato e reso inagibile.
Si è subito formato un presidio all'esterno del palazzo, anche con realtà da
fuori mentre alcuni compagni salgono sul tetto dopo arrivo delle forze
dell'ordine.
Ore 10.00 Il presidio conta circa 70 compagni provenienti da diverse realtà non
solo cittadine.
Ore 13.05 Parte una carica immotivata, frutto del nervosismo di alcuni sbirri,
il presidio forma i cordoni, reagisce e tiene la posizione. La tensione resterà
alta per circa un'ora, ma la polizia manterrà la tentuta antisommossa per tutta
la giornata.
Ore 19.00 Il Comune di Parma (proprietario dell'edificio) ribadisce la propria
chiusura di fronte alla richiesta di creare all'interno dell'ex spazio sociale
un centro di documentazione antifascista.
La questura fa sapere che intende in ogni caso identificare e fermare gli
occupanti, che restistono sul tetto.
Le forze di Polizia restano poco distanti in tenuta antisommossa.
Ore 23.00 I compagni resistono sul tetto e in presidio.
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Parma, 28 gennaio 2007
Alle 8 di questa mattina, domenica 28 gennaio, il presidio è ancora in corso e
proseugirà per tutta la giornata.
I/le nostri/e compagni/e continuano a resistere sul tetto.
Durante la notte la polizia ci ha impedito, minacciando cariche, di mandare
coperte e un pasto caldo sul tetto.
Gesti che si commentano da soli.
In merito a quanto accaduto ieri, vogliamo compiere alcune precisazioni.
Innanzitutto va sottolineato che il breve scontro con le forze dell'ordine è
stato provocato da un eccessivo nervosismo da parte delle forze dell'ordine,
sfociato in manganellate gratuite rifilate ad alcuni manifestanti. Il presidio
si è difeso da una carica arrivata in un contesto fino a quel momento
tranquillo e piuttosto disteso.
Ribadiamo inoltre la nostra proposta, aperta a tutta la città, di creare in quell'edifico
un centro di documentazione antifascista intitolato alla memoria di Mariano
Lupo, le cui forme di gestione siano frutto di una discussione collettiva,
tutt'ora aperta, tra le realtà interessate.
Vorremmo inoltre invitare gli abitanti di Parma a riflettere sull'importanza di
questa questione, che l'amministrazione comunale cerca di relegare come un
conflitto tra "teppisti/autonomi" e forze dell'ordine.
La reatà è ovviamente molto diversa. Da un lato si tratta dell'ennesima messa
in discussione del modello di amministrazione e sviluppo della città,
dall'altra sono le stesse dichiarazioni del sindaco Elvio Ubaldi ad evidenziare
la necessità di un centro di documentazione antifascista che permetta una
corretta conservazione della memoria.
Se è vero che abbiamo spesso attaccato il "primo" cittadino, ed è
quindi comprensibile il suo risentimento personale nei nostri confronti, è
altrettanto vero che le sue parole sono per lo meno opinabili e sopprattutto,
delirio da onnipotenza?, vorrebbero attribuire ad alcuni termini un significato
nuovo, anomalo e strumentale.
La risposta alle sue dichiarazioni meriterebbe una lunga e dettagliata
spiegazione, ma vorremmo fare chiarezza su almeno un punto che in questo
momento ci pare il più rilevante: Ubaldi parla di metodi fascisti, secondo noi
si tratta invece di autodifendere le persone che si trovano in presidio e di
legittimare la pratica dell'occupazione, storicamente strumento di
riappropriazione di diritti e spazi negati.
***
lunedì 29 gennaio 2007
Venerdi 27 gennaio i compagni di Parma hanno rioccupato la sede storica del
centro sociale Mario Lupo, dopo il violento sgombero del 7 ottobre 2005, con
l'intenzione di farne un centro di documentazione antifascista. Ma anche
stavolta la violenza non si è fatta attendere: il presidio è stato caricato,
mentre le tre persone salite sul tetto per un'azione dimostrativa venivano
assediate da pompieri, carabinieri e polizia. Nessuna trattativa è stata
possibile, come hanno da subito dimostrato le dichiarazioni del sindaco che ha
parlato di occupanti "fascisti", che "devono andare in
galera".
Così i tre hanno passato quaranta ore sul tetto, mentre le forze dell'ordine
impedivano persino di far arrivare loro una coperta. Una volta scesi sono stati
portati dapprima in questura e poi in carcere, dove hanno passato la notte
nell'attesa del processo per direttissima.
Lunedì mattina, primo rinvio: è necessario aspettare la perizia sui danni
ordinata dal Comune. Altra notte in carcere. Martedì mattina: ancora attesa,
non è ancora avvenuta l'udienza di convalida degli arresti (fissata per le 16)
e quindi non può esserci il processo. Rimpalli tra giudici, rinvii per
questioni burocratiche: intanto il tempo passa e fuori si scatena la caccia ai
teppisti da parte delle forze politiche, sia di centrodestra che di
centrosinistra.
Non ci sono parole abbastanza forti per commentare tutto questo. Tre persone,
la cui vita è ferma da domenica sera per motivi pretestuosi. Tre persone usate
come monito di una repressione che colpisce tutti noi, senza alcuna proporzione
tra delitto e castigo. Tre persone, nel silenzio di migliaia di altre.
La memoria, appena celebrata dalla nazione commossa, con spot e leggi contro il
reato di opinione, comincia a scivolare su squallidi ingranaggi collettivi. E fino
a qui, niente, ma proprio niente, va bene.
Supporto Legale
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volantini distribuito nei giorni successivi
Mentre la guerra impera chi occupa va in galera!
A due giorni dalla conclusione della vicenda della riappropriazione del Mario
Lupo, tre compagni erano ancora incarcerati in attesa di giudizio, a causa
della consapevole mancata consegna, da parte del comune, degli atti necessari
per il processo per direttissima.
Come non leggere quest’atteggiamento come una volontà vendicativa volta a
reprimere il più possibile (utilizzando particolari espedienti) chi ha cercato
di attirare l'attenzione su un problema politico?
Si finisce in carcere per le rotture di un vetro, mentre restano fuori coloro
che sperperano denaro pubblico od organizzano mostre che esaltano gli
interventi militari in Iraq.
La nostra città vede un personaggio come Callisto Tanzi, responsabile della
sparizione di 14 miliardi di euro, circolare tranquillante per le strade di
Parma. Allo stesso modo si coprono le speculazioni sugli appalti pubblici e si
tace sulla chiusura di molte delle aziende locali, vedi STAR, DATASYSTEM ecc..,
con i conseguenti licenziamenti.
E' questa la legalità che invoca Ubaldi, sgomberando un edificio simbolo della
memoria antifascista; edificio, tra l'altro, a cui è stata successivamente
modificata la destinazione d' uso, dato che l' associazione anziani doveva all'
inizio andare nella palazzina di via Barilla, oltretutto più ampia.
Com’è che magicamente hanno deciso di costruire una lussuosa (e inutile!) sala
per i matrimoni?
Ubaldi ci dà dei fascisti: evidente intento di confondere riguardo ai veri
significati delle parole e a chi realmente ne persegue l’ideologia.
Di fatto l'abuso di potere carcerario e l'uso della violenza vigliacca dei
poliziotti come risposta a questioni chiaramente politiche, è atteggiamento
spudoratamente fascista, senza bisogno di simboli o tessere per confermarlo.
L'entità dei capi di imputazione a carico dei tre compagni è talmente
irrilevante che dopo l'udienza sono stati costretti a farli uscire!
A chi questo non lo ricorda, consigliamo di dare un'occhiata ai fatti di
nemmeno 70 anni fa.
Occupazione Mario Lupo: Cosa è veramente successo?
Sabato 27 e domenica 28 il Mario Lupo è stato nuovamente occupato, allo scopo
di restituire finalmente questo spazio alla cittadinanza.
Questo si sarebbe realizzato attraverso la creazione di un centro di
documentazione antifascista, cioè un luogo dove raccogliere e mettere a
disposizione materiale storico sul movimento, nonché uno spazio aperto ad incontri,
proiezioni ed altre attività culturali.
Per quanto quest’iniziativa meriti un lavoro di autocritica interna, in quanto
probabilmente non compresa con sufficiente chiarezza dalla maggior parte dei
cittadini, gli obbiettivi e non solo non vengono messi in discussione, ma sono
la base del lavoro e delle lotte che da anni portiamo avanti.
Invitiamo i cittadini a tentare, almeno, di informarsi al di fuori degli
evidenti abusi di potere informativo della stampa locale, che di questa vicenda
non ha né fatto trasparire in alcun modo gli obbiettivi né riportato
esattamente i fatti come avvenuti!
La reazione del sindaco e di tutta la cricca “politica” che lo circonda non fa
altro che confermare la forte esigenza di una memoria antifascista.
Siamo offesi e indignati di fronte alle accuse di fascismo: il sindaco dovrebbe
guardare meglio chi veramente ha a che fare con i fascisti (vedi la carriera
politica del suo alleato di AN dottor Moine, ex appartenente a gruppi
neofascisti e tuttora legato a gruppi di destra estremista).
Non possiamo che definire grottesco il livello di discussione della vicenda,
per l'ennesima volta, infatti i “politici” locali rispondono alle esigenze
sociali e politiche della cittadinanza nascondendosi dietro la
strumentalizzazione mediatica e una vile semplificazione.
Questa è una grave fuga dalle proprie responsabilità politiche, fuga che per
altro si ripete per ogni istanza espressa dalla comunità.
Rifiuto di ogni dialogo e eventualmente ricorso ad azioni repressive sono state
infatti l'unica risposta dalla giunta di fronte a numerosissime questioni
poste, quali, solo per fare qualche esempio, le proposte dei quartieri Pablo e
Montanara, lo scempio della ghiaia, il problema della casa, la metropolitana,
la nuova stazione, gli spazi di aggregazione giovanile e non, ecc..!
Ci aspettavamo una risposta di questo genere, dal momento che a nessuno è
nascosto il lavoro di contro informazione svolto in questi anni dal Mario Lupo
e da tutte le realtà della sinistra extraparlamentare parmigiana.
Dibattiti come quello relativo alla speculazione edilizia, alla vergognosa
gestione del problema casa, immigrazione, spazi, ecc...; sono state
coerentemente portate avanti proprio da queste forza.
Il tutto circondati dall'agghiacciante silenzio della sinistra cittadina,
impegnata esclusivamente nella folle corsa al voto e all'inseguimento del
centrismo ubaldiano (in realtà mera politica antipopolare!) e al mantenimento
dei privilegi acquisiti.
In una situazione di questo tipo l'unica risposta coerente di personaggi di
questa risma non può essere che la repressone e il tentativo inconsulto di
mettere a tacere le poche voci che continuano a denunciare e a fare contro
informazione.
***
Parma, 30 gennaio 2007
Ieri in tarda serata hanno rilasciato i due compagni e la compagna arrestati
domenica dopo l'occupazione del Mario Lupo.
Il 6/02 avranno il processo, fino a quel giorno due di loro avranno obbligo di
firma.
Grazie a* compagn* arrivat* da Parma e da tante città d'Italia sul posto a
portare solidarietà, ci vedremo a Vicenza il 17/02.
Un abbraccio a tutt*
RICORDIAMO L'APPUNTAMENTO DI SABATO 3 FEBBRAIO ALLE 17 NELLA SALA PUBBLICA DI
VIA TESTI 4/A (PARMA)
(rassegna stampa aggiornata all'indirizzo: http://ginex.indivia.net/ftp/pub/parma_libera_press/)
mariolupo@bastardi.net
http://www.parmantifascista.org