14-09-2006
ANDREW (ex FOREM) -156
LAVORATORI ...
….DONORA -185 LAVORATORI… NEOLT -50 LAVORATORI… BRULLI -77 LAVORATORI , TRIUMPH -88 LAVORATORI….FBM HUDSON – 71 LAVORATORI…FIR
AREVA – 33 LAVORATORI…. FRANZONI - 135 LAVORATORI….
PER NOI QUESTI NON SONO SOLO NUMERI MA COMPAGNI SACRIFICATI PER IL
PROFITTO DI POCHI SFRUTTATORI MILIARDARI
FERMIAMO LA LISTA NERA DEL TERRORISMO PADRONALE
Siamo stanchi di rivedere, oramai quasi
quotidianamente, la stessa sceneggiata, dove il copione si ripete sempre
uguale: i padroni annunciano i licenziamenti, segue l’insensata sorpresa dei
sindacati confederali, che danno il via alla solita via crucis di scioperi (che
sembrano programmati per pesare sulle tasche dei lavoratori più che su quelle
dei padroni) e degli incontri (senza sbocchi) con le istituzioni (dal comune
alla comunità europea), per concludere poi, come se fosse ineluttabile, con
l’accettazione dei diktat padronali.
E’ chiaro a chiunque abbia vissuto sulla propria
pelle questa tragica trafila che è un assurdità sperare che chi è d’accordo con
i padroni per rilanciare la competitività e il profitto delle aziende,
possa realmente opporsi ai licenziamenti.
Lo dimostrano le migliaia di lavoratori della
provincia che sono stati buttati fuori dalle fabbriche grazie ad accordi
sindacali che di fatto hanno solo facilitato alle aziende il raggiungimento del
proprio obbiettivo.
Questi sindacati sono
parte del problema e non della soluzione!
Ad ulteriore conferma, nel maggio 2006, è stato
rinnovato l’impegno tra confindustria e sindacati confederali di Bergamo per
gestire le crisi aziendali attraverso ricollocazioni (precarietà) e percorsi di
mediazione tra domanda e offerta di lavoro con lavoratori sempre più precari e sottopagati (legge Biagi).
La linea della concertazione unitaria è perdente
ed ha portato cgil cisl e uil a svendere le giuste lotte che spontaneamente i
lavoratori hanno messo in campo vanificando così anche iniziative più incisive
quali occupazioni, blocchi delle merci, scioperi articolati, assemblee
permanenti ecc.
I soli che possono difendere i posti di lavoro a
rischio sono i lavoratori stessi che con l’organizzazione dal basso possono
vincere ed una volta per tutte presentare il conto ai padroni, che in questi
anni hanno fatto profitti sulla nostra pelle ed ora pretendono di accollarci
anche i costi di un sistema al collasso.
Solo l’organizzazione nei COBAS (comitati di
base) attraverso forme di lotta decise in assemblea giorno per giorno ai
cancelli può ridare forza ai lavoratori.
Un sindacato di classe che nelle loro mani
difenda i loro diritti senza compromessi.
S. L. A. I. COBAS per il
sindacato di classe
Sede Provinciale Bergamo Via San
Bernardino 24
aperta giovedì ore 20.30 335 5244902 cobasdalmine@infinito.it 14-09-06