Quando, più o meno un anno fa, aumentarono le tariffe ferroviarie,
il titolare del dicastero dei Trasporti - il ministro vicino al Pdci Alessandro
Bianchi - assicurò che per i pendolari
non sarebbe cambiato nulla, che sarebbero aumentate solo le tariffe per i treni
Inter City, Euro City ed Euro Star; dopo neanche una settimana le FS fecero un lieve,
per ciascun viaggiatore, ritocco alle tariffe regionali (ad esempio la tratta
Genova Brignole-Torino Porta Nuova passava da Euro 7,90 a Euro 8,20, con un aumento
del 3,8 per cento).
Ad un anno di distanza, la promessa del barbuto ministro è carta
straccia: con l’ultimo adeguamento delle tariffe, FS aumenta del 16-20 per
cento le tariffe sulle tratte regionali, e nessuno dice nulla!
Sarà mica, per caso, perché ci guadagnano le regioni sul cui
territorio passano i treni regionali? Da
un anno a questa parte la tratta Genova Brignole-Torino Porta Nuova ha subito
un aggravio di costi del 15 per cento, passando da Euro 7,90 ad Euro 8,75, e contemporaneamente
ha subito anche un aggravio in termini di tempo di percorrenza: infatti, con l’istituzione
di fermate intermedie aggiuntive - che servono esclusivamente a sopprimere i
treni regionali che viaggiavano sulla tratta Arqauta Scrivia-Alessandria - il
tempo di percorrenza passa da 1 ora e 50 minuti a 2 ore e 25 minuti. Tutto
questo, naturalmente, è avvenuto quasi in silenzio - senza grandi annunci da
parte delle FS, che attraverso questa furbesca operazione aumentano i biglietti
senza toccare l’inflazione del Paese: un po’ come quello che a suo tempo fu
fatto dalle Poste Italiane attraverso l’eliminazione della tariffa ordinaria a
tutto vantaggio della tariffa prioritaria, più cara di circa il 30 per cento.
Il ministro è improvvisamente diventato sordo e cieco?
Come mai in parlamento nessuno protesta?
Stefano Ghio
Torino, 05 novembre 2007