note del 14 agosto 2011 - materiali per la discussione - redazione di Guardare Avanti !
Si fa presto a dire il Comunsimo è morto. Chi lo afferma è un traditore od un nemico. Lo affermano perché vuol far credere ai giovani che il Comunismo NON sia ciò che invece è, ossia il Movimento reale che Trasforma e Supera lo "Stato presente delle cose". Movimento il cui protagonista, per andare avanti, non può che essere il Proletariato ed il suo Partito Comunista. E qui sorgono i problemi, nel senso non solo che in Italia ci sono decine di Partiti che si proclamano tali, ma perché concretamente, non ce n'è ancora uno all'altezza dei compiti, e quello che c'era stato (le Br), è stato distrutto e si è trasformato in un'arma della borghesia che propaganda la impossibile Rivoluzione. Per cui si rendono necessarie anche delle considerazioni.
Alcune degenerazioni interne al Movimento Comunista Internazionale (in particolare laddove si sono espresse per più lungo tempo le esperienze di costruzione del Socialismo) vengono sottaciute, dimenticate e persino nascoste dalle organizzazioni che si dicono comuniste dell'occidente. Al massimo si considerano fattori secondari. Siccome siamo convinti che queste degenerazioni non abbiano unicamente la matrice del revisionismo ma siano anche a monte, alla strutturazione stessa del Potere, ossia al rapporto che si instaura tra le persone che assumono dei compiti e l'esercizio di questi compiti, e le sue degenerazioni, siamo invece molto interessati sia allo studio del rapporto tra il revisionismo e le degenerazioni, sia all'elaborazione di metodi e chiarezza politica il più di massa possibile, sulla natura degenerata DEL Potere, a prevenire ove possibile e comunque a combattere sempre, queste degenerazioni. Dagli anni '50 in poi, la disinformazione generata prima dal maccartismo e poi in generale dall'anticomunismo, di cui in Italia sin dall'immediato dopoguerra si producono varie manifestazioni, è determinata alla diffamazione dell'Unione Sovietica. Enfatizzando le degenerazioni di alcuni dirigenti (e non dando importanza all'importantissimo invece fatto che NEL Socialismo i capi si processano in pubblico), gli imperialisti e gli anticomunisti occidentali pescano nel torbido, perché innanzitutto sono complici di delitti di molto più gravi nel loro silenziamento e disinformazione, e secondariamente perché rappresentano realtà lontane come per esorcizzarle rispetto al diritto-dovere di fare la Rivoluzione nel proprio paese. Tuttavia è il revisionismo il primo complice dell'imperialismo capitalista, poiché gli argomenti all'imperialismo capitalista vengono tutti dai revisionisti.
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Riferimenti a questo argomento sul revisionismo (per i più giovani: non stiamo parlando dell'imbecille antipartigiano tanto di moda oggigiorno, ma del revisionismo nel campo socialista e comunista) sono: A) il militarismo durante la prima guerra mondiale - prodotto anche del revisionismo (Kautsky, Bernstein, Mussolini, Noske), che conduce poi quella parte socialista cosiddetta riformista non solo ad opporsi al Movimento Comunista, ma anche a fondare il fascismo e/o ad aprire la strada ad esso o al nazismo. Crediamo non ci sia bisogno di rimandi bibliografici in materia. Comunque la semplice lettura di Lenin e la conoscenza storica di quanto avvenuto in Europa negli anni 20-40 è sufficientemente chiaro di dove porti il socialismo riformista che si traduce in fascismo militarista. B) la lotta armata operaia della cd.sinistra comunista negli anni '20, che non era sezione dell'Internazionale, che sfocia poi nella sconfitta, è infatti di "sinistra" nei metodi, ma non nella ideologia, che nel voler riprodurre una esperienza diversa (Pietroburgo 1917) in un contesto diverso e prolungato (Germania anni 20) si dimostra non dialettica, revisionismo armato. C) il trotskismo, che sorge dall'opportunismo, attraversa l'autoritarismo, e sfocia nel tradimento del Socialismo. Su tutta l'esperienza traditrice del trotskismo e sulla sua genesi, vedasi l'importante testo: Kostas Mavrakis, "Trotskismo: teoria e storia", Mazzotta editore, 1972. D) le degenerazioni di molti dirigenti dell'Unione sovietica, un esempio maggiormente rilevante, Jagoda (fucilato nel 1938), un altro esempio questo successivo alla morte del Compagno Stalin (**), è Berija (*) (fucilato nel dicembre 1953). E) Kruscev ed i successori, che sono in parte riusciti a storpiare la grandiosità del Socialismo in Unione Sovietica e nei Paesi Socialisti, ed hanno portato ad un Partito sempre più lontano dai Soviet e dalle masse, snaturandolo dalla ideologia marxista-leninista in un revisionismo che mistificava per nascondere ciò che era divenuto anche a causa della corsa concorrenziale all'imperialismo americano, un Socialismo di Stato, fino a permetterne la dissoluzione, non a caso dopo l'esperienza della guerra di Cecenia. Sul golpe di Kruscev ed i suoi effetti, cfr. nel libro scaricabile da contenente un documento uscito clandestinamente in Urss scritto da Compagni rivoluzionari del PC(b) dell'URSS negli anni sessanta http://www.lavoroliberato.org/ F) il secondo revisionismo italiano ed europeo, di cui Togliatti e poi Berlinguer sono stati i principali e colpevoli attori, era teso fondamentalmente a contenere lo spirito rivoluzionario delle masse ed a convogliare l'intero conflitto politico sul piano elettorale e parlamentare, sul quale inevitabilmente rimanevano sempre giocate e gabbate le masse. Su questo aspetto, importante il libro "Il piano inclinato - I comunisti italiani tra prospettive rivoluzionarie e politica di unità nazionale", di Salvatore Solano, edito da Saverio Moscato Editore, S.Maria di Licodia, 2003, purtroppo non reperibile nel web. G) le varie generazioni di dirigenti revisionisti combattuti da Mao Tse-Tung, che dopo la sua morte si sono trasformate in Potere revisionista, repressione della Grande rivoluzione culturale proletaria, eliminazione delle Comuni, ritorno a forme arretrate dove i dirigenti dei paesi sono i dirigenti locali del Partito che anziché condurre alla lotta per l'eguaglianza aumentano i privilegi e ricostruiscono la borghesia. Sulla ricostruzione di quanto è avvenuto in Cina immediatamente prima della morte del Presidente Mao Tse-Tung, vedasi la cronologia pubblicata ed i testi di Mao Tse-Tung in "Senza contraddizione non c'è vita - inediti sulla dialettica", a cura di Fernando Orlandi, Giorgio Bertani editore, Verona 1976, dopo la morte del Presidente Mao Tse-Tung, vedasi http://www.solrojo.org/ pagg.12-16, La sconfitta della Rivoluzione in Cina, in lingua spagnola. H) le varie generazioni di dirigenti guerriglieri occidentali di matrice ideologica filo-russa, che si sono trasformati da spinta rivoluzionaria a militarismo revisionista e quindi a tradimento organizzato insieme allo Stato borghese. A questa matrice in realtà appartenevano anche le generazioni di militanti di "prima linea" e della "autonomia operaia".(vedasi anche il testo del compagno Dorigo presentato ai processi del 2004: documentoperilmlm.htm )
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Le degenerazioni "esterne" rimandano alla necessità politica della eliminazione massiva dei nemici. Questo argomento, sorto nel nostro campo popolare e proletario dalle nostre prime vittorie (dal Terrore nella Rivoluzione francese in poi), in realtà è sempre stato il pane della borghesia, dei feudatari, e oggigiorno degli imperialisti. Basti pensare alla repressione della rivoluzione contadina del '500 in Germania, alla repressione della Comune di Parigi, alle fucilazioni massive dei soldati "disertori" nella prima guerra mondiale ed alle stragi e deportazioni del colonialismo, per giungere ai giorni nostri: Hiroshima e Nagasaki, Vietnam, bombardamenti su Bagdad, sulla Jugoslavia, e via via fino ai giorni nostri. Anche qui prevale la disinformazione come arma. Katyn pareggerebbe nella ideologia dei nazisti moderni, Auschwitz. Pol Pot pareggerebbe con le operazioni genocide cilene, equadorene, salvadorene, e via dicendo, orchestrate e dirette dai servizi segreti e dall'esercito degli Usa, la Cecenia pareggerebbe il conto con il Kurdistan, e via dicendo. In realtà l'imperialismo capitalista nega addirittura che i "delitti" "dei comunisti" siano "paragonabili" alle loro nefandezze, semplicemente, non fa nemmeno il parallelo. Al massimo, è ciò che pensano le masse. Il risultato è in ogni caso raggiunto: le masse non vanno più al comunismo.
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Anche il fatto che le masse non vadano al comunismo, non è vero per nulla. Mano a mano che in altri paesi si sviluppa il capitalismo, cresce il Movimento Comunista. Solo che fortunatamente non si esprime più principalmente nel campo elettorale (revisionisti ce ne sono anche in India, ma principale politicamente in India è la guerra popolare maoista). Ma ancora una volta la disinformazione precede la ragione sul piano delle masse: in occidente c'è un boom dell'editoria spazzatura in ogni esercizio commerciale (dove potete trovare insieme Pansa, Faletti e Saviano con l'immancabile Eco, le memorie della baby-prostituta e gli amori della Fallaci, e abbiamo citato solo la parte più "intellettuale" del disastro che sta compiendo la borghesia nei cervelli delle masse in occidente). Ma soprattutto, l'uso massivo dei personal computer e della comunicazione virtuale porta a prevalere l'informazione sostenuta da capitali, per cui si viene a creare una maggiore disinformazione e ignoranza da parte delle masse. Analogamente, non esistono quasi più i Sindacati nel senso vero ed autentico della parola, ossia ci sono 2-3 milioni di "soldatini" pronti ai vari livelli per le sfilate, ma il lavoro sindacale vero e proprio riguarda ormai una minoranza, se pure non estrema, ossia quelli che aderiscono ai vari sindacati di base e dei Cobas. Questo produce che nelle masse sindacato = CAF, ossia i sindacati si trasformano in un'organismo di compensazione economica dello Stato stesso, ove tutto viene buttato sull'assistenzialismo e non sulla soluzione (e Rivoluzione) dei problemi in senso proletario e popolare, di classe. Il revisionismo qui è all'avanguardia nella cogestione dell'imperialismo capitalista, guerrafondaio, razzista e colonialista: ha distrutto tutto, ora che non c'è più niente, la Rivoluzione è scongiurata. Invece la Rivoluzione rispunta nella rivolta di massa. E le cose si rimettono in marcia. |
1 Sostenendo la tesi dei Tre strumenti della Rivoluzione e della necessità prioritaria di un Partito Comunista all'altezza dei compiti della Rivoluzione, neghiamo alcune degenerazioni e scoppiazzature presenti nelle concezioni dei compagni di oggi. La garanzia è nella concezione mlm e nella sua corretta applicazione, nel maoismo di oggi, che è IL marxismo dei giorni nostri, così come lo era in precedenza il marxismo-leninismo. |
degenerazione di destra: il Partito non può avviare la Rivoluzione finché le masse non saranno pronte, occorre dirigere il processo, guidarlo. Noi sosteniamo che senza una grande unità dei sinceri rivoluzionari, e una direzione riconosciuta da parte dei maoisti, di questa grande unità, nessun Partito possa costruirsi in un paese imperialista. | degenerazione di centro: il Partito esiste già, il problema è nella sua estensione e rafforzamento. Si dimentica di essere coerenti e conseguenti nella definizione del processo, nelle sue dimensioni e problematiche strutturali, nella definizione della sua necessaria forma (clandestinità effettiva e non virtuale). | degenerazione di sinistra: il Partito si costruisce agendo da Partito, i problemi si risolvono dopo. Si è visto. Nemmeno serve criticare questa "concezione". Fondamentalmente prodotto di una forma di revisionismo pragmatico e militarista. |
2 Sostenendo la tesi dei Tre strumenti della Rivoluzione e della necessità anche di un Esercito all'altezza dei compiti della Rivoluzione, neghiamo alcune degenerazioni di questa e simili impostazioni: La garanzia è nella concezione mlm e nella sua corretta applicazione, nel maoismo di oggi, che è IL marxismo dei giorni nostri, così come lo era in precedenza il marxismo-leninismo. |
degenerazione di destra: l'Esercito non serve, sarà una grande rivolta che supererà le cose. Non è vero di per sé non ne è l'Esercito la garanzia, ma lo strumento dell'Esercito è necessario, poiché la rivolta per la rivolta è perdente. |
degenerazione di centro: l'Esercito non serve, serve che le forze armate della borghesia passino con il popolo, serve dirigerne il processo sino alla Rivoluzione. In realtà ciò è già accaduto in Italia nel 1943-1945, ma il risultato dopo l'insurrezione è stato che i vertici e le burocrazie si sono ricostituite, sia nell'Esercito che nei Ministeri e Autorità, quasi senza colpo ferire. |
degenerazione di sinistra: l'Esercito non è praticabile in questa società, serve un partito combattente e militarizzato. La presenza di un partito comunista combattente e militarizzato, se guidato dal marxismo-leninismo-maoismo e dalla LINEA DI MASSA, è condizione imprescindibile certo per la Rivoluzione, MA il partito per poter dirigere deve essere risoluto, agile, complessivo, e al di là delle zone liberate da tempo, dove è comunque il Partito a dirigere, l'Esercito rimane la forma di avanguardia della lotta delle masse, la sua Organizzazione, e senza esercito, il Partito diviene una caricatura di se stesso, ed esprime una caricatura dell'Esercito stesso. Il militarismo revisionista dei 70-80 in Italia ci dimostra che l'unotà del politico e del militare vanno vissute dalle masse, ma che servono strumenti adeguati a risolvere ogni problema, permanenti, progressivamente coinvolgenti masse più grandi mano a mano che il processo si sviluppa in guerra popolare. |
3 Sostenendo la tesi dei Tre strumenti della Rivoluzione e della necessità di un Fronte Unito Democratico Rivoluzionario delle masse popolari, affermiamo in pratica che senza un "sistema rivoluzionario" delle masse in costruzione nelle realtà e nelle lotte di ogni giorno, senza correlazione ed unità di queste, non è possibile poi avere questo strumento come semplice esplicazione della linea del Partito, se il Partito non è già sviluppato. Teoricamente però può essere il prodotto del SOLO Partito, in una tappa successiva alla sua effettiva costituzione. La garanzia è nella concezione mlm e nella sua corretta applicazione, nel maoismo di oggi, che è IL marxismo dei giorni nostri, così come lo era in precedenza il marxismo-leninismo. |
degenerazione di destra: sono le masse che devono esprimere la volontà o meno nel cambiamento, se il Fronte non nasce e si produce solo di tanto in tanto in eventi o situazioni "trasversali", va bene così. Posizione che sfocia nella controrivoluzione anche quando si vuole "esserci dentro" (alle situazioni trasversali) senza esprimere la necessità rivoluzionaria del Fronte Unito Democratico Rivoluzionario. | degenerazione di centro: stiamo un piede dentro e un piede fuori, non scontriamoci dove non serve. Qui la posizione è analoga alla degenerazione di destra. | degenerazione di sinistra: il Fronte non serve, è secondario, le masse si struttureranno solo dove proprio non possono essere sussunte NEL partito. Ci si dimentica che la complessità della composizione di classe e la necessità della GUIDA della classe operaia e del SUO partito nasce dalla DIREZIONE non dalla "assimilazione". Si sterilisce il problema, si distrugge il bambino anziché buttare la sola acqua sporca. |
* Nel maggio 1953, l'Ufficio Politico del Partito di Unità Socialista della Germania (SED) innalzò le quote di lavoro dell'industria tedesca orientale del 10 per cento. Il 15 giugno, una sessantina di operai edili di Berlino Est iniziarono a scioperare quando i loro superiori annunciarono un taglio di stipendio in caso di mancato raggiungimento delle quote. La loro dimostrazione il giorno seguente fu la scintilla che causò lo scoppio delle proteste in tutta la Germania Democratica. Lo sciopero portò al blocco del lavoro e a proteste in praticamente tutti i centri industriali e le grandi città del Paese [da Wilkipedia]. [da altre fonti si risale all'inizio della rivolta operaia nel gennaio 1953]. Le domande iniziali dei dimostranti, come il ripristino delle precedenti (e inferiori) quote di lavoro, si tramutarono in richieste politiche. I lavoratori chiesero le dimissioni del governo della Germania Democratica. Il governo, per contro, si rivolse all'Unione Sovietica, che schiacciò la rivolta con la forza militare [Gruppo delle Forze Sovietiche in Germania (ГСВГ, Группа советских войск в Германии).] [da Wilkipedia] Ancora oggi non è chiaro quante persone morirono durante le sollevazioni e per le condanne a morte che seguirono. Il numero ufficiale delle vittime è 51. Dopo l'analisi dei documenti resi accessibili a partire dal 1990, il numero di vittime sembrerebbe essere di almeno 125. Malgrado l'intervento delle truppe sovietiche, l'ondata di scioperi e proteste non venne riportata facilmente sotto controllo. In più di 500 città e villaggi ci furono dimostrazioni anche dopo il 17 giugno. Il momento più alto delle proteste si ebbe a metà luglio. [da Wilkipedia]. La responsabilità di questa repressione sarebbe di Berija. Questo per noi è un fatto sufficiente a giustificarne la identificazione in questo contesto, al di là se siano vere o meno le accuse mossegli (stupro di oltre cento donne, uccisione di alcune di loro). Tuttavia, se il revisionista Kruscev avesse voluto liberarsi di Berija a causa della sua forza in campo dell'intelligence, e nel campo militare e scientifico Sovietico (era stato Berija a determinare la produzione della prima bomba H Sovietica), l'idea che Berija venisse accusato da Kruscev, futuro affossatore dell'ideologia del proletariato, di intelligence con gli inglesi, potrebbe altresì invece dimostrare due cose: a) Kruscev era la vera spia dell'occidente, b) Kruscev viene ingannato da una astuta mossa dei servizi inglesi successiva alla scoperta della prima bomba H Sovietica. In ogni caso, la natura dell'errore, fosse o meno Berija ciò di cui venne accusato e per cui venne fucilato, deriva dalla degenerazione nel Potere, dalla perdita di guida da parte della classe operaia, del Potere NEL Partito. Si potrebbe affermare che sotto alcuni aspetti, il Kgb moderno sia stato la prosecuzione di una degenerazione sorta nella testa di Berija. Putin ne sarebbe il discendente.Finché era vivo il Compagno Stalin, gli errori in cui pure il Compagno Stalin incorse (**), erano errori condivisi e prodotti dalla stessa classe operaia, di cui il Compagno Stalin era la migliore e più avanzata creatura. Un dirigente capace di trasformare un enorme paese distrutto e semifeudale in una grande potenza industriale e civile, militare e scientifica, in una decina di anni, grazie a cui poté poi l'Unione Sovietica resistere e vincere l'immensa aggressione armata nazista. Un uomo che ha salvato paradossalmente, oltre all'Unione Sovietica, lo stesso diritto di ricostruirsi, ai paesi capitalisti che successivamente ne armarono la diffamazione organizzata. |
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(**) cfr. il rapporto del Compagno Stalin al XVIII Congresso del PC(b) dell'URSS, nel 1938. |