marxista-leninista-maoista

 

 

Per la liberazione di paolo Dorigo il 20 dicembre tutti a Perugia

Lunedì 20 dicembre, Perugia ore 9

Davanti il Tribunale di Sorveglianza, in Via Mario Angeloni 45

Presidio di solidarietà con paolo Dorigo per la sua liberazione



Il 20 dicembre si tiene a Perugia l'udienza che deciderà sull'istanza di
sospensione della pena presentata da Paolo Dorigo, per effettuare, in una
struttura sanitaria non penitenziaria, esami clinici particolari, tesi a
dimostrare la tortura "bianca" che il compagno denuncia da tempo e che da
sempre gli sono negati.



Paolo Dorigo è da 11 anni in carcere per aver lanciato una molotov contro la
base della morte di Aviano , quella da cui sono partiti bombardieri e
rifornimenti per le truppe che hanno massacrato i popoli jugoslavo e irakeno
nelle ultime guerre di aggressione imperialista.

Paolo Dorigo è stato condannato da un processo che la corte del Consiglio
dei ministri d'Europa ha definito illegale e lesivo dei suoi diritti umani,
intimando al governo italiano di provvedere a un giusto processo o
scarcerarlo.

Paolo Dorigo in tutti questi anni ha continuato a lottare con coraggio e
intelligenza per resistere alle pratiche di annientamento perpetrati in
carcere contro di lui e gli altri prigionieri che mantengono una integrità
rivoluzionaria, da ultimo documentando esperimenti di tortura e controllo
mentale a distanza e sfidando lo stato a chiarire con esami obiettivi
inconfutabili la verità delle sue denunce.

Per ottenerli ha tenuto uno sciopero della fame per 70 giorni, per passare
poi al rifiuto del vitto del carcere, per impedire la sua deportazione al
centro clinico penitenziario di Torino, proprio dove Paolo denuncia sia
avvenuto l'intervento chirurgico di impianto e dove sarebbe comodo farne
sparire ogni traccia, magari dopo averlo assassinato (tutto ancora da
dimostrare, ma sembra che nessuno voglia farlo oltre a lo stesso Dorigo).



Hanno tentato di annientarlo fisicamente e psicologicamente, con pestaggi,
trasferimenti a ripetizione, vessazioni di ogni genere. Hanno tentato di
farlo passare per pazzo, ricoverandolo nel centro psichiatrico penale di
Livorno. Hanno cercato di farlo recedere dalla sua posizione di fermezza
rivoluzionaria, offrendogli la grazia.



Paolo Dorigo con lucidità e determinazione ha respinto ogni offerta e fatto
fallire ogni piano contro di lui. Ha vinto la sua battaglia giudiziaria
contro l'illegalità del processo che lo ha condannato. Nessuna perizia nega
la sua salute mentale. Nessuna offerta di grazia è stata accettata. I
processi contro di lui si sono trasformati in atti accusa contro il sistema
carcerario che gli stessi tribunali hanno recepito. Quegli esami oggettivi
che chiarirebbero facilmente l'infondatezza delle sue denunce non sono mai
stati effettuati.



Dal chiuso della cella in cui lo hanno sepolto, nonostante le condizioni di
detenzione durissime, Paolo Dorigo ha continuato a essere un militante
comunista, un combattente contro l'imperialismo, un irriducibile e
pericoloso nemico della borghesia imperialista italiana e ha portato colpi
durissimi contro il suo sistema di annientamento e tortura dei prigionieri.

Ed è proprio questo che vogliono fargli pagare non aver smesso di lottare un
solo minuto per il comunismo e cosa davvero inaudita, "il carattere
sovversivo della sua identità".

Questo è quello che scrivono i periti incaricati di vagliare le denunce di
Paolo e disporre gli esami del caso, che arrivano a consigliare un



"supporto che preveda anche con programma riabilitativo fondante su un
lavoro da concordare con lo stesso detenuto miramte alla ricostruzione della
sua identità, che appare fragile e pericolosamente fondata sulla sovversione
sociale.

(.) il trattamento individuato, farmacologico e psicoterapeutico, può bene
essere intrapreso in un luogo carcerario, purchè si disponga di personale
specialistico disposto ad elaborare un adeguato progetto di tipo globale"



Per questi "periti" non servono esami oggettivi che verifichino la verità
delle denunce, come Paolo sfida a fare da anni, ma un trattamento
psichiatrico che ne rimuova l'identità rivoluzionaria. Come definire questo
"progetto di tipo globale" se non tortura bianca pianificata?



Ma non si illudano l'identità di militante comunista
marxista-leninista-maoista prigioniero in Paolo è tanto fragile da aver
resistito ad anni torture e ancora li sfida, forte e irridente.

La battaglia per liberare Paolo dalle mani dei suoi torturatori, che in
questi ultimi tempi è andata molto al di là delle file dei militanti e
compagni impegnati stabilmente nella solidarietà ai prigionieri non deve
dargli tregua!

Il 20 dicembre Paolo sarà a Perugia, NON perché abbia fiducia in un
Tribunale, o in qualche esponente di questo regime, ma continuare a lottare
contro di loro e deve incontrare il calore dei compagni che lo appoggiano
fino alla liberazione!

Come dicono le bellissime parole delle compagne e compagni di Perugia:

"Facciamo che quel giorno, davanti a quel tribunale, la strada si riempia di
tanta rossa solidarietà proletaria a colorare i suoi ricordi di luce e gioia
rivoluzionaria nel buio tetro della prigione che i pugni chiusi si scaglino
contro gli aguzzini, i magistrati e il palazzo di giustizia che Paolo senta
tutto il nostro calore, il nostro affetto, la nostra determinazione
emozioniamolo ancora con la nostra partecipazione perchè Paolo vive ora solo
di solidarietà dei nostri sorrisi a pugno chiuso e della nostra lotta. Siamo
noi, i compagni rivoluzionari la sua speranza, non l'improbabile benevolenza
d' un magistrato di sorveglianza. La lotta per la liberazione dei
rivoluzionari prigionieri è una lotta politica prima che giuridica E ci
coinvolge tutti in quanto orgogliosamente sovversivi"



CON PAOLO DORIGO FINO ALLA SUA LIBERAZIONE!

 

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