Il 14 maggio un caloroso e
combattivo presidio militante ha salutato il prigioniero comunista Paolo
Dorigo, processato a Livorno.
Il 14 maggio un caloroso e combattivo
presidio militante ha salutato il prigioniero comunista Paolo Dorigo,
processato a Livorno per “danneggiamenti contro proprietà dello stato”
(un materasso bruciato per protesta dopo aver subito un duro pestaggio
subito che gli procuro una semi-asfissia).
Nonostante il giorno feriale, una quarantina di compagni da tutta Italia
hanno raccolto l’appello di Soccorso Rosso Proletario, Associazione
Solidarietà Proletaria, Spazio Documentazione Cuneo, e COA Transiti 28
Milano a mobilitarsi in solidarietà con Paolo e a sostegno della sua
lunga battaglia di resistenza contro i tentativi di annientamento che da
anni subisce in carcere.
In aula Paolo ha respinto con fermezza ogni ipotesi di rito abbreviato e
patteggiamento della pena per quelli che non considera certo un reato e
ha anzi inoltrato al giudice ancora un memoriale un lungo memoriale, che
a partire dal minimo episodio ultimo, materia del processo, sviluppa una
ricca e lucida analisi della prassi della tortura, della prigionia
politica, delle tecniche di controllo sociale di questo secolo, della
situazione attuale in generale.
Ha poi chiesto di rendere una dichiarazione a sostegno della guerra
popolare in Perù e dei prigionieri di guerra del PCP, ma il giudice glie
lo ha impedito e allontanato dall’aula, tra le grida “Paolo libero” dei
compagni in aula.
La prossima e probabilmente ultima udienza del processo è fissata per il
29 ottobre, sempre a Livorno.
Terminata l’udienza i compagni si sono spostati all’esterno, dove c’è
stata una conferenza stampa alla presenza del legale di Paolo. Qui si è
mantenuta alta la denuncia sia sulle pronunce del Consiglio d’Europa
ignorate del governo, che intimano all’Italia la revisione/ripetizione
del processo e, nelle more, la scarcerazione del detenuto; sia sulla
tortura bianca e controllo mentale che Paolo documenta da anni e sulla
sua battaglia per ottenere esami medici chiarificatori che
l’amministrazione penale continua a negargli.
A ulteriore testimonianza del tipo di trattamento che subiscono i
detenuti nel carcere di Livorno, al presidio si è unita anche la madre di
Marcello Lonzi. Anche lui era detenuto nel carcere di Livorno quando, nel
luglio 2003, è morto in circostanze più che sospette, con cranio e volto
massacrati. Sulla sua morte il ministro Castelli ha sbrigativamente
concluso l’inchiesta che affermando che è morto “per cause naturali” e
che le impressionanti ferite rilevate dall’autopsia erano dovute non a
maltrattamenti subiti in cella ma alla caduta, conseguenza di un arresto
cardiaco che ne avrebbe subito dopo provocato la morte.
Infine, il presidio si è spostato nella vicina e affollata piazza del
mercato dove abbiamo fatto volantinaggio e diversi interventi
dall’amplificazione per spiegare a tutta la città la ragione della nostra
presenza e la lotta per la liberazione di Paolo e di tutti i prigionieri
politici.
La battaglia per la liberazione di Paolo deve ora continuare!
Facciamo appello a tutti i compagni che si sono mobilitati con noi a
Livorno ai tanti altri che condividono e sostengono questa lotta a
organizzare in ogni città nuove iniziative di informazione e solidarietà,
con Dorigo e tutti i prigionieri politici rivoluzionari, nel quadro della
campagna per il 19 giugno di quest’anno, giornata di lotta e solidarietà
con i prigionieri politici rivoluzionari nelle carceri imperialiste di
tutto il mondo.
Sono previste in diverse città italiane assemblee e proteste ad
ambasciate, carceri ecc. e una due giorni di rilievo nazionale di
assemblea e festa a Napoli per il 19-20 giugno.
Invitiamo tutti quanti condividono l’appello lanciato da SRP e ASP a
prendere contatto e sviluppare insieme questa campagna.
Libertà per Paolo Dorigo!
Libertà per tutti i prigionieri rivoluzionari!
No allo stato di polizia!
Soccorso Rosso Proletario
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