Dorigo, intervista agli avvocati incatenati fuori dal carcere di Maiano

Da più di due mesi Paolo Dorigo è in sciopero della fame.
Le sue condizioni si fanno ogni giorno che passa sempre più critiche.

Magistrati, direttore del carcere e secondini stanno assistendo impassibili alla morte di un essere umano, di una vittima della ‘civiltà’ occidentale.
Vittima del servilismo di questo paese verso i macellai statunitensi e di un sistema repressivo e carcerario iniquo e fascistoide costruito con il contributo di tutte le forze parlamentari.

Un potere maligno e irrazionale che non si emenda nemmeno quando viola le stesse norme ‘democratiche’ su cui dice di fondarsi.

Giovedì 25 novembre 2005, i legali di Dorigo avv. Vittorio Trupiano e avv. Sergio Simpatico si sono incatenati all’esterno della casa di reclusione di Maiano (Spoleto).
Un gesto forte, per richiamare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, su un caso di morte indotta, procurata dalla disumanità delle istituzioni statali.

Dall'intervista che segue abbiamo scelto di estrapolare il fotogramma finale, in cui i due avvocati di Paolo sollevano il pugno chiuso con i polsi incatenati.
Un segno di forza e fierezza che ben rappresenta lo spirito di Paolo, combattente che non intende arrendersi all'ingiustizia e alla meschinità dello stato a costo della vita.

Accanto a Paolo pretendiamo dalle istituzioni un gesto di dignità ormai inderogabile.

Paolo deve essere liberato!
Non può e non deve essere lasciato morire!
 

  

                                                                           Per vedere e ascoltare l'intervista  (ram) clicca sull'immagine

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