Solidarieta' dal partigiano
Franco Spitella
Caro Paolo,
ho sentito il dovere di scriverti questa lettera,
poichè altro non posso fare stante le mie condizioni fisiche, quando
il Segretario del mio Partito mi ha portato a conoscenza della tua
drammatica situazione, in conseguenza dello sciopero della fame che
stai facendo, che oggi penso essere giunto al 65° giorno.
Voglio poterti far sentire innanzitutto la mia ferma
ed intransigente solidarietà, per quello che ti hanno fatto, per le
ingiustizie che hai dovuto subire, e lo faccio con la convinzione di
chi si è sempre battuto per la libertà, che per questo continua a
vivere, contro ogni atto di ingiustizia, lo subisca un comunista
come me o qualsivoglia altra persona, repubblicano, cattolico o
liberale che sia.
Voglio dirti che un vero uomo è libero di
fare fino in fondo le sue scelte, ed anche quella di morire, come
estremo atto di protesta per testimoniare contro l'ingiustizia
inammissibile che si accanisce sulle persone come te che non
vogliono piegarsi all'ordine di una società ingiusta. Se ciò dovesse
accadere, e spero con tutta l'energia che mi rimane che ciò non
accada, ci ritroveremmo di fronte all'ennesimo, inaccettabile atto
di violenza di questa società. Non di suicidio si tratterebbe, ma di
una morte voluta da chi si è fatto responsabile di un terribile atto
di ingiustizia.
Ti chiedo però di vivere.
La lotta contro la società capitalista e
tutte le sue malefatte contro la quale da 60 anni mi batto, la
nostra lotta, non può privarsi dei suoi più onesti, coraggiosi,
giusti figli.
Tu sei tra questi, non ti conosco ma lo
sento: i mei miei 80 anni di vita e le cose che ho visto, che ho
subito e che ho combattuto me lo dicono.
Francesco Spitella
Partigiano Cittadino del Mondo
inserito il 27/11/04 alle 14:15
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