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UN ARTICOLO CORAGGIOSO
SPESSO SIA IO CHE I.C. UN ALTRO TORTURATO DI SPOLETO,
UDIAMO ED UDIVAMO ANCHE VOCI INFANTILI. SPESSO A ME DICONO DI ESSERE
RICOVERATI/E IN OSPEDALI PSICHIATRICI. MA CONOSCONO IN MAGISTRATURA GLI
EFFETTI DEGLI PSICOFARMACI ? SE
UNO NON E’ PAZZO, LO DIVENTA. PERCHE’ NON CI LIBERIAMO DELLE CASE
PRODUTTRICI DI DANNI INESTIMABILI ED INCALCOLABILI ? SE AGISCONO SULLA
“FOLLIA” VUOL DIRE CHE PER LORO I CIRCUITI NERVOSI DELLE PERSONE OD I
LORO COMPORTAMENTI SONO COME UN OSSO, UN NERVO, UNA FERITA DA TAGLIO. NON
E’ COSI’. IN REALTA’ LA PSICHIATRIA NON CONOSCE NULLA DELLA VITA
INTERIORE E SE LA CONOSCE NON LO DICE CERTO A NOI PERCHE’ PERDEREBBERO I
LORO CO-INTERESSI ALLE MULTINAZIONALI DELLA FARMACOLOGIA. AI BAMBINI, POI, SI POSSONO CONSIDERARE NORMALI LE
STESSE ATTENZIONI CHE SI DANNO AD UNO CHE FA AGGRESSIONI INCONSULTE E
SENZA MOTIVO APPARENTE ?
www.paolodorigo.it pagine
Scienza-tortura ed Antipedofilia
ns. commenti e aggiunte in evidenziato rosso
A 11 anni "malata psichiatrica" A TORINO, SABAUDIA
I pediatri: è ingestibile. «Urlava,
scalciava e si rifiutava di parlare». È la prima volta che accade nei 27
anni di legge 180
Una bambina di appena undici anni è stata ricoverata nel
repartino psichiatrico dell'ospedale Molinette. È, forse, la prima
volta che, a 27 anni dalla legge 180 che ha sancito il superamento dei
manicomi, un paziente così giovane entra in una struttura contenitiva per
malati di mente, il cosiddetto Spdc, "servizio psichiatrico diagnosi
e cura". Antonella (nome di fantasia), è rinchiusa in quel repartino
da tre giorni.
A chiederne il ricovero agli esterrefatti
psichiatri delle Molinette sono stati gli specialisti della neuropsichiatria infantile
dell'ospedale pediatrico torinese, il Regina Margherita. Ma per capire
come una bimba di 11 anni possa essere finita in un repartino
psichiatrico, bisogna fare un passo indietro.
La piccola, accudita e amata dai genitori,
ha iniziato a manifestare disturbi del comportamento fin dai primi anni
delle scuola elementare. Il Tribunale per i Minorenni, coinvolto dalla
stessa struttura scolastica, aveva disposto, alcuni mesi fa, il suo
trasferimento in una comunità protetta nella quale la giovane paziente
potesse essere educata e curata. Ma sabato scorso Antonella è stata ricoverata nel
reparto di endocrinologia dell'Infantile per essere sottoposta ad alcuni
esami e per essere controllata dai neuropsichiatri. Il suo
ricovero, però, ha da subito creato un problema in quell'ospedale, tanto
che i medici del Regina Margherita domenica scorsa hanno chiesto ai loro
colleghi delle Molinette di ricoverare la bambina nella loro psichiatria.
La risposta dal repartino psichiatrico è
stata un secco rifiuto: "Tenetela là - hanno detto - verremo a
visitarla, in consulenza, lunedì". Domenica notte, tuttavia,
Antonella ha manifestato tutto il suo disagio con comportamenti anche
aggressivi che hanno indotto gli specialisti della neuropsichiatria
universitaria del Regina Margherita a caricarla in ambulanza e "spedirla" al
pronto soccorso delle Molinette con una richiesta scritta di
ricovero motivata da un "qui non siamo in
grado di gestirla. Pensateci voi". Inutile è stato il
tentativo dei medici di questo ospedale di opporsi: il padre della piccola ha
firmato una autorizzazione scritta.
Il magistrato di turno della procura torinese, interpellato, s'è
dichiarato incompetente. Il Tribunale per i Minorenni, allertato via fax
martedì mattina, non ha neppure risposto. Così, agli psichiatri
delle Molinette non è rimasto altro che ricoverare Antonella, dopo averle
predisposto una cameretta tutta per lei, trasferendo alcuni malati in
altre stanze. Da tre giorni la bimba si trova là, in attesa che qualcuno
decida del suo futuro. In questo periodo, non le è stata somministrata
alcuna terapia.
Antonella, appena arrivata nel repartino,
lunedì mattina, s'è addormentata e ha dormito a lungo, esausta dopo la
notte difficile trascorsa al Regina Margherita. Nelle ultime ore è uscita
dalla sua stanzetta, s'è guardata intorno stupita di trovarsi in quel
luogo. Ha parlato con alcuni pazienti. È coccolata dagli infermieri. È
visitata dai genitori. Ha avuto una crisi, scalciando e urlando, dalla
quale s'è poi ripresa.
Il suo, dicono gli psichiatri, è di certo
un caso complesso, difficile. Antonella è stata ricoverata in psichiatria
con la diagnosi di "disturbo della
condotta" è comunista ?. Non collabora, rifiuta il
dialogo, si oppone a qualsiasi richiesta. A volte manifesta comportamenti
violenti. Ma è sufficiente questo per segregare una bambina undicenne in
un reparto psichiatrico?
Alberto Custodero (articolista che non ha alcuna responsabilità dei
ns. commenti)
(da http://www.repubblica.it/)
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