Proletari comunisti

Contro la legittimazione della “superiorità della civiltà occidentale”

Contro la legittimazione del “razzismo di stato”

L’assegnazione dell’”Ambrogino d’Oro” ad Oriana Fallaci è l’ennesimo, grave segnale della marcia verso un moderno fascismo, tendenza che caratterizza l’attuale governo nazionale, così come il governo locale milanese che della stessa destra, reazionaria e xenofoba, è espressione.

Le polemiche seguite alla proposta d’insignire con questa onorificenza la scrittrice, si sono incentrate, prevalentemente, sulla “non milanesità” della Fallaci, sul suo non essere originaria della città, né aver apportato a quest’ultima particolari meriti e lustro. Ovviamente, questo è solo un aspetto, per altro estremamente marginale, della questione, così come è del tutto irrilevante, in questo contesto, disquisire sulle qualità letterarie (del resto estremamente discutibili) della scrittrice, o dei suoi successi in campo giornalistico.

La gravità del conferimento del “premio” sta, nel caso della Fallaci, proprio in ciò che simbolicamente questo atto significa: esso è il riconoscimento e la valorizzazione “ufficiale” di un’ideologia razzista e fascista, per la quale la scrittrice si è distinta, soprattutto con quanto scritto dopo l’ 11 settembre 2001.

A partire  da “La rabbia e l’orgoglio”, Oriana Fallaci non ha perso occasione per fare affermazioni e sfoghi con i quali, rivendicando la superiorità civile e culturale dell’occidente, ha dichiarato il proprio odio per l’Islam e le proprie xenofobe teorie sulle altre culture e su altri paesi, con particolare accanimento per quelli arabi, mediorientali e nord africani, esprimendo, altresì, rabbiose considerazioni razziste in merito al fenomeno dell’immigrazione.

Con i suoi libri e i suoi articoli, la Fallaci ha compiuto l’operazione, estremamente utile al “regime in formazione” di dare una base culturale e antropologica, un fondamento intellettuale e storico ai più beceri e stereotipati luoghi comuni razzisti e anti islamici, dando una “dignità”, legittimata dalla sua collocazione sociale e dal suo percorso culturale, alle sparate xenofobe e anti immigrati della Lega (non è certo casuale che la proposta di conferirle l’ Ambrogino sia stata avanzata proprio dai leghisti) e alla demagogia di governo sulla necessità della guerra imperialista per la lotta al terrorismo.

In realtà, Oriana Fallaci è ciò che, in questo momento, serve al regime in formazione per avvallare i propri provvedimenti razzisti, le aggressioni imperialiste, una politica che sempre più spesso ricorda quella del ventennio fascista.

L’ideologia reazionaria incentrata sulla difesa dei valori dell’occidente e delle radici cristiane necessita, per legittimarsi “culturalmente”, di pseudo intellettuali come la Fallaci, che sostengono la superiorità della civiltà occidentale basandosi su argomentazioni grezze e antistoriche e sulla negazione acritica di ogni altra cultura, per additare nell’Islam il nemico principale dell’occidente, accreditando, così, la tesi della “guerra di religione” ed individuando nel pericolo dell’islamizzazione del mondo la leva con cui esortare a reagire e giustificare l’ennesima guerra di aggressione.

Ecco cosa si premia, di fatto, con l’assegnazione di tale riconoscimento ad Oriana Fallaci: la letteratura al servizio del regime; lo “sdoganamento” di tutti i luoghi comuni e dei pregiudizi - che, di norma creati ad arte dagli apparati di consenso per avvallare e fomentare razzismo e “guerre tra poveri”, assurgono, qui, addirittura al livello di argomentazioni teoriche - ; la falsificazione storica e la strumentalizzazione di fatti ed eventi per la giustificazione di una politica e di un’ideologia.

 

Nella stessa direzione va la proposta dell’assegnazione dell’”Ambrogino” a Magdi Allam, altro sostenitore della superiorità della civiltà occidentale e dei suoi “valori”, che, benchè su posizioni sicuramente meno estreme di quelle della Fallaci per quanto attiene a razzismo e odio anti islamico, di fatto, con la sua sistematica esaltazione della “democrazia” occidentale, serve altrettanto bene gli interessi dei reazionari e la causa della “guerra di civiltà”; il giornalista, recentemente distintosi per i suoi appelli alla “laicità”, anche in occasione della vicenda della scuola di Via Quaranta, di fatto accredita, anche per la sua provenienza geografica e culturale, la demagogica crociata anti islam e le politiche tese a equiparare gli immigrati a potenziali terroristi.

 

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