Il Rospo - al secolo il Sen. ultraatlantista Lambertow Dini - ogni
giorno ripete i suoi ricatti a questo governo contro i «cedimenti continui alle
pretese dell’estrema sinistra»; sì, avete letto bene: proprio “estrema
sinistra” la chiama, il più fedele servo italiano dell’amministrazione yanqui,
sia essa democreatica o repubblicana poco importa.
Quale sia il livello di “estremismo” della sinistra ex
revisionista in Italia non c’è bisogno nemmeno di ribadirlo, basta la famosa
battuta del segretario del Pdci - l’amendoliano (estrema destra del vecchio Pci
revisionista) Oliviero Diliberto - il quale tempo fa disse:
«io sono rimasto fermo sulle mie posizioni, sono gli altri che mi
hanno scavalcato a destra», riferendosi alla deriva liberaldemocratica
intrapresa da Rc-Se; se non fosse in assoluta malafede, l’ex presidente del
Consiglio dei ministri non potrebbe usare certe espressioni che lui stesso sa
benissimo essere false e tendenziose. Tutta la cosiddetta “sinistra radicale”
si preoccupa del fatto che questo rappresentante del popolo italiano (ma ci
piacerebbe proprio sapere chi rappresenta, viste le percentuali da prefisso
telefonico internazionale raccolte dal suo movimento Rinnovamento Italiano) non
intende assolutamente votare la stabilizzazione di una parte dei precari della
Pubblica amministrazione: ma cosa ci si può attendere da uno che in vita sua ha
fatto di tutto (presidente della Banca d’Italia, presidente del Consiglio dei
ministri, Senatore, etc.) meno che lavorare?
Non può certo essere attento ai problemi del lavoro, tantomeno
dall’alto dei suoi 25 mila Euro mensili, più le pensioni maturate nei
precedenti incarichi: lui fa il suo lavoro di servo dei poteri forti, come
tutta la cosiddetta “sinistra moderata” (la destra della coalizione che
rappresenta il centro dello schieramento parlamentare) - il ministro del Lavoro
Cesare Damiano (Pd quota DS) chiede alla cosiddetta “sinistra radicale” di dare
«altro tempo al governo perché procediamo piano ma nel rispetto del programma»
(cosa assolutamente falsa e l’ex burocrate della Fiom lo sa bene) - la
cosiddetta “sinistra radicale” rischia seriamente di scomparire ad opera del
suo elettorato, se continua a cedere ai ricatti dei vari democristiani
unionisti.
Torino, 02 novembre 2007