RESISTENZA ATTIVA

“il manifesto” del 14 giugno ha una strana particolarità: alle pagine 2 e 9 si trovano pezzi, firmati rispettivamente da Pierluigi Sullo e da Carlo Lania, in cui sono dichiarate due cose - riguardanti il TAV Torino-Lyon - incompatibili: troviamo particolarmente bizzarra questa cosa poiché da sempre riconosciamo al ‘quotidiano comunista’ la professionalità dei giornalisti.

Il direttore del settimanale “Carta”, nel parlare della scadenza del 23 luglio per richiedere all’Unione Europea il finanziamento di una parte dell’opera, scrive: <il governo italiano dovrebbe proporre un progetto esecutivo (che non esiste) e la relativa copertura finanziaria (che esiste ancor meno, visto che quello stesso governo ha selezionato le opere prioritarie, tra le innumerevoli elencate nella legge obiettivo, e la Val di Susa non c’è)>.  Lania, invece, afferma : <Il governo, che sulla partita TAV (punto tre del famoso dodecalogo di Prodi) rischiava di giocarsi la sopravvivenza (può dirsi soddisfatto) ma anche le comunità locali che finalmente hanno visto riconosciute le richieste che portano avanti da anni>.  Delle due una: o il governo punta tanto sul TAV, oppure lo toglie dalle priorità; temiamo che purtroppo Sullo abbia preso un grande abbaglio, anche alla luce delle dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta al termine del tavolo tecnico: <Il governo rispetterà i tempi UE e sarà pronto a presentare il progetto sulla TAV entro il 23 luglio per ottenere i finanziamenti europei>.

Preoccupanti, infine, le dichiarazioni del presidente della Comunità montana Bassa Valsusa - il DS Antonio Ferrentino - che sembrano preludere ad un abbandono della lotta da parte di un pezzo del popolo NO TAV, che sembra accontentarsi del cambiamento di percorso - con l’eliminazione del traforo sotto l’amiantifero Musiné e lo spostamento del foro di uscita del tunnel da Venaus a Chiomonte (10 km prima, sai che fatica concederlo!) - per dare il proprio assenso alla realizzazione dell’opera: <non approveremo un progetto che non tiene conto del territorio>.

Questa affermazione è cosa ben diversa dal “NO TAV: né qui, né là, né sopra, né sotto”, che è un fortunato slogan del movimento non solo in Valsusa, ma anche in Val Sangone - la valle attigua dove è previsto passi una parte del tracciato che verrà presentato ufficialmente nei prossimi giorni.  L’allargarsi del movimento dovrebbe preoccupare il governo in quanto la scadenza del 23 luglio è molto vicina, appare difficile trovare un accordo con le popolazioni locali prima di quella data; anche per questo occorre resistere almeno fino ad allora, dopo tutto diventerà più complicato.

Stefano Ghio

Torino, 14 giugno 2007

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