Dorigo, inchiesta bis Livorno indagherà sul pestaggio a Le Sughere

La condanna per il materasso bruciato (2mesi) c'è. Ma la decisione più  importante presa ieri dal tribunale di Livorno sul caso Dorigo è un altra. E  cioè che per una volta un giudice ha deciso di credere alle denunce del «militante comunista prigioniero» Paolo Dorigo (in carcere per un attentato  poco più che simbolico alla base di Aviano) sui maltrattamenti subiti in
carcere e di chiedere alla procura competente di aprire una inchiesta. L'11 giugno 2002 Paolo Dorigo appiccò il fuoco al suo stesso materasso mentre era detenuto nell'Ospedale giudiziario del carcere Le Sughere di Livorno.


Ottenne quasi subito di essere trasferito a Spoleto e venne denunciato per danneggiamento. Già allora aveva raccontato che quel gesto era stato un modo per richiamare l'attenzione e per «salvarsi la vita», come ha ripetuto ieri mattina in aula. Per quindici giorni gli agenti dell'Opg l'avevano torturato, picchiandolo, prendendolo a pugni sulle tempie e infine imbottendolo di psicofarmaci. Presentò due denunce, entrambe archiviate seduta stante. Ieri Dorigo ha raccontato tutto di nuovo, descrivendo persino l'aspetto fisico dei suoi carcerieri. Lo ascoltavano alcune decine di sostenitori che da tempo organizzano una campagna di solidarietà in suo favore. E alla fine la giudice Beatrice Dani ha deciso di inviare gli atti in procura. «E' un risultato importante», esultano i suoi avvocati Vittorio Trupiano e Sergio Simpatico.

Finito in carcere con una condanna a tredici anni per aver sparato dei colpi di pistola contro un muro della base Usa di Aviano e aver firmato l'azione come «Brigate rosse Pcc» (anche se il suo gruppo si è rivelato estraneo sia alle vecchie che alle nuove Br), Paolo Dorigo ha passato dentro già undici anni. L'uomo che l'accusava non si è mai presentato in aula a ripetere la sua versione e la commissione di Strasburgo nel 1999 ha dato ragione a Dorigo, chiedendo all'Italia di riaprire il processo. Da allora il consiglio d'Europa ha invitato più volte l'Italia a rivedere la legge sulla revisione dei processi. I nostri hanno risposto sempre picche, ma qualche tempo fa hanno fatto sapere informalmente ai legali di Dorigo che una richiesta di grazia sarebbe stata vista favorevolmente. Dorigo ha rifiutato, e dal 24 settembre ha cominciato uno sciopero della fame ad oltranza. All'inizio
della settimana il suo avvocato ha presentato una nuova istanza di scarcerazione. La risposta potrebbe arrivare in questi giorni.


SARA MANAFRA   -IL Manifesto 30-10-04