Mercoledì 23 marzo ore 9.00, in via Mario
Angeloni 45, davanti al Tribunale di
Sorveglianza di Perugia:
PRESIDIO PER LA LIBERTA’ DI PAOLO DORIGO DAL
CARCERE E DALLA TORTURA
Il 23 marzo il Tribunale di Sorveglianza di
Perugia si pronuncerà in merito all’istanza di
sospensione pena o arresti domiciliari a scopo
terapeutico, presentata dai legali di Paolo
Dorigo, per permettere al compagno prigioniero
di effettuare, in una struttura non
penitenziaria, quegli esami particolari che
potranno finalmente far luce sulle torture e
sugli esperimenti tecnologici di controllo
mentale che da anni il prigioniero comunista
subisce e denuncia.
L’udienza sarà a porte chiuse, ma Paolo sarà
presente e non per mendicare la liberazione: ha
rifiutato fermamente ogni offerta di grazia e
benefici propostagli dallo stessa sistema
giudiziario italiano a seguito dei reiterati
ammonimenti europei, dato che il processo che lo
ha condannato a 13 anni e 6 mesi di carcere duro
per un attentato dimostrativo alla base della
morte USAFS di Aviano è stato dichiarato iniquo
sia dalla Corte Europea per i Diritti Umani sia
dal Consiglio dei Ministri d’Europa, che da anni
invocano la revisione di tale processo o la
scarcerazione del compagno prigioniero in
assenza di prove a suo carico. Paolo sarà
presente per conquistare un’altra vittoria
contro i suoi torturatori e i suoi aguzzini, che
da anni cercano di piegarne l’identità umana e
politica per ridurla all’obbedienza, al
silenzio, all’abiura, senza disdegnare il
ricorso a torture fisiche e psicologiche d’ogni
genere, ampiamente documentate e denunciate dal
compagno stesso, non ultima il sequestro del suo
computer nel gennaio 2005 mentre stava
lavorando, tra l’altro, ad un progetto
editoriale per quando fosse tornato ad essere un
cittadino libero. Quest’ultima manovra, messa in
piedi dalla Procura di Firenze nell’ambito di
un’ennesima montatura giudiziaria contro Paolo
Dorigo, vanifica di fatto il diritto acquisito
dallo stesso, dopo anni di lotte e denunce,
all’uso del computer come fattore di sostegno
psicologico, strumento di studio, archiviazione
e produzione di materiale d’interesse politico,
storico, culturale, artistico. Con quel
sequestro hanno cancellato un pezzo di storia e
di vita di Paolo, la testimonianza di una lotta
condotta con fierezza anche tra le quattro mura
di un carcere, una lotta per il comunismo, per i
diritti umani, per l’uguaglianza sociale, per la
solidarietà tra i popoli, per il diritto a
esistere. L’impugnazione del sequestro è stata
rigettata nonostante la provata infondatezza dei
motivi invocati a pretesto dello stesso,
dimostrando che quest’ulteriore tortura, questo
stillicidio, obbedisce ad “ordini superiori”,
tesi all’annichilimento dell’intelligenza libera
e creativa dei prigionieri in generale e in modo
mirato di quelli rivoluzionari. L’evidenza del
filo nero che lega la vicenda di Paolo ai
recenti soprusi di Biella, Sulmona e tante altre
carceri italiane, delinea un quadro che definire
allarmante è a dir poco eufemistico:
l’annientamento dell’intelligenza personale e
politica e del pensiero critico. Quest’operazione
viene attuata in maniera più o meno sfacciata
nelle carceri, attraverso angherie,
sopraffazioni, perquisizioni, sequestro di
libri, computer ed altro materiale
indispensabile per lo studio e lo sviluppo del
pensiero creativo e ribelle e fuori dalle
carceri attraverso i media ufficiali, l’egemonia
del pensiero unico, cioè del non-pensiero
(perché pensare rende liberi e pertanto
costituisce reato. L’articolo 270 ed altri
articoli di legge sui reati associativi sono
stati creati apposta per “prevenirlo con la
repressione”: un altro ossimori di questo
capitalismo in crisi, come la “guerra
umanitaria” di Clinton o “l’enduring freedom” di
Bush), lo sciacallaggio fascista, tanto
funzionale al produci-consuma-crepa e non
pensare, quanto obbediente al vuoto e alla
latitanza della sinistra storica. Come altro
vogliamo chiamarla questa guerra subdola e
penetrante se non tortura bianca? Lottare contro
di essa è necessario, come necessario è superare
i limiti di questa lotta, inserendola nel
contesto di un’altra, più complessa e
articolata, della quale è possibile delineare
un’immagine solo se tutti i tasselli del puzzle
sono al loro posto e ben visibili nella loro
complementarietà (tortura bianca repressiva e
preventiva – Stato di polizia – operazioni di
polizia internazionale come aggressione
imperialista ubiquitaria, preventiva e
permanente) come visione d’insieme, perché unire
le forze - e le lotte - è urgente oltre che
necessario.
Paolo Dorigo sta scontando da 11 anni e mezzo la
sua militanza comunista, d’irriducibile nemico
della borghesia imperialista italiana, del suo
stato, dei suoi aguzzini. E’ questo che vogliono
fargli pagare:
"il carattere sovversivo della sua identità,
che appare fragile e pericolosamente fondata
sulla sovversione sociale"…, come conclusero
a novembre i periti medico e psichiatrico
incaricati dal tribunale di eseguire tutti gli
esami particolari tesi a chiarire la condizione
sanitaria di Paolo. Questo è il verdetto,
proclamato sulla base di esami che non sono
stati mai eseguiti e di altri che sono stati
sottratti, anche mediante sequestro, dalla
cartella clinica di Paolo. Cosa c’è sotto lo si
può solo immaginare sulla base delle denuncie
del diretto interessato, qualora il 23 marzo il
Tribunale di Sorveglianza di Perugia si
pronunciasse in senso negativo rispetto
all’istanza presentata dalla difesa di Paolo.
Per questo raccogliamo e rilanciamo l’appello
del Soccorso Rosso Proletario per un presidio
davanti al Tribunale di Sorveglianza di Perugia
il 23 marzo alle ore 9, in via Mario Angeloni
45, per la libertà di Paolo Dorigo, militante
comunista prigioniero, marxista – leninista –
maoista, sequestrato dallo stato, per la verità
sulle torture che denuncia di subire.
Per questo invitiamo tutti/e le/i compagni/e a
partecipare all’iniziativa – concerto – benefit
al C.S.A. Ex-mattatoio il 19 marzo alle 23,00 in
via della Valtiera 27/A, Ponte S. Giovanni –
Perugia (uscita della E45 su Ponte San Giovanni
– Torgiano). I contributi raccolti durante la
sottoscrizione saranno devoluti interamente a
Paolo, stornati delle spese sostenute per
l’iniziativa.
LIBERTA’ PER PAOLO DORIGO!
VERITA’ SULLE TORTURE CHE SUBISCE!
LIBERTA’ PER TUTTI I PRIGIONIERI RIVOLUZIONARI!
PER TUTTI GLI OSTAGGI DELLA POLITICA
IMPERIALISTA!
PER UN MONDO SENZA CARCERE
LIBERO ED EGUALE
Il nemico non ha confini: guerra globale contro
il capitale!
Le compagne ed i compagni di Perugia
del Comitato per la liberazione di Paolo Dorigo
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