Sabato 19 maggio, a Novara, si è svolta la prima manifestazione
contro il progetto F-35 JSF, una sinergia italo-yanqui che porterebbe l’Italia
a spendere ben 5.750 milioni di Euro per l’acquisto di 131 esemplari del nuovo caccia
invisibile yanqui (che ci auguriamo faccia la fine di quello abbattuto dai
soldati dell’esercito yugoslavo nel 1998, quando la Nato aggredì la
Yugoslavija); esso dovrebbe essere costruito - per quel che concerne la fusoliera
e le ali - dall’Alenia di Torino (fonte “Umanità Nova”, anno 87 n.17) e
successivamente assemblato a Cameri, una località a 10 km circa da Novara.
L’occasione, tra l’altro, funge anche da punto di partenza della ‘Carovana
contro la guerra, per il disarmo e la pace’ che raggiungerà Roma il 2 giugno.
Il concentramento è previsto per le ore 15:00 in piazza Garibaldi,
quella della stazione ferroviaria, da dove partirà il corteo che, dopo un
percorso di circa 4 km, tornerà nello stesso posto per ascoltare i comizi
finali tenuti da esponenti del movimento.
Numerose sono le delegazioni presenti, a dispetto di un numero di
partecipanti di poco superiore al migliaio,: tanti e ben visibili gli anarchici
del FAI e del sindacato USI-AIT; molti i ferrandiani del PCL; in forze quelli
del Comitato Nazionale di Ricostruzione del Partito Comunista d’Italia
(Marxista-Leninista), aiutati anche dal fatto che hanno sede ad Oleggio -
vicino a Novara; altrettanto numerose le presenze dei sindacati di base - CUB, Confederazione
Cobas e SdL - mentre tutt’altro che trascurabile è la visibilità dei movimenti
NO TAV e NO Dal Molin.
Più contenute, ma ugualmente distinguibili, sono le presenze di:
Proletari Comunisti, Circolo Internazionalista di Torino, PMLI di Biella,
associazione Sinistra critica, Carc e Partito Comunista Internazionale - questi
ultimi rappresentati dalla tendenza “il Programma comunista” - mentre si nota l’assenza
della cosiddetta “sinistra radicale”, se si escludono due giovani che
distribuiscono volantini firmati Resistenza studentesca - vicina alla Fgci - e
Antagonismo studentesco - vicino al CSA Mattone Rosso di Vercelli ed al
collettivo Senza Tregua di Novara. Si
tratta di un bel corteo, colorato e molto critico nei confronti del governo del
Mortadella, il quale - nel corso dello snodarsi della manifestazione - è più
volte apostrofato così come accade all’(in)Fausto presidente della Camera.
Occorre purtroppo segnalare che, a dispetto dell’assoluta pacificità
della manifestazione, la maggior parte degli esercizi commerciali che si
incontrano durante il percorso è chiuso (qualcuno addirittura sulla saracinesca
ha apposto un cartello con su scritto “Oggi chiuso per manifestazione”) il che dà
la misura di quanto abbia funzionato la disinformazione attuata nei giorni
precedenti dai poteri locali, sia politici che sindacali: non crediamo sia un
caso, infatti, la non partecipazione dei sindacati confederali.
Questi signori sono a favore della nuova ‘possibilità occupazionale’,
e per sostenere le loro posizioni barano clamorosamente sulle cifre: infatti
essi prevedono una ricaduta occupazionale pari a circa 10 mila addetti - che andrebbero,
secondo loro, in parte a riassorbire i lavoratori espulsi dell’industria
tessile, uno dei principali settori industriali della zona, ora in crisi - mentre
in realtà si tratta di mille assunzioni (200 dirette più 800 nell’indotto) e
per di più non si vede come potrebbe servire per ricollocare i lavoratori del
tessile, trattandosi di manodopera altamente qualificata.
BASTA CON IL GOVERNO DELLA GUERRA!
Stefano Ghio
Torino, 20 maggio 2007