“La Stampa” dedica, mercoledì 23 maggio, un lungo pezzo - a pagina
10, firmato dalla Jena Riccardo Barenghi - alla presentazione della nuova
rivista bimestrale, in edicola il 1° giugno, “Alternative per il socialismo” il
cui direttore sarà il tristemente noto alle masse presidente della Camera: l’(in)Fausto.
Scrive l’ex direttore del “manifesto”: <I pezzi sparsi (della
sinistra) dovrebbero sbrigarsi a mettersi assieme. Lo scrive il presidente della Camera, alias Fausto Bertinotti: “Non
c’è solo un vuoto politico generale, ma c’è un vuoto politico anche a sinistra.
E questo contribuisce a dilatare la crisi della democrazia. Questo vuoto
politico può e deve essere colmato, in tempi ragionevolmente brevi, da un nuovo
soggetto della sinistra. Non si tratta
solo di un impegno strategico, ma di una priorità”. Se ne deduce che
Rifondazione comunista sia destinata a sciogliersi, ‘in tempi relativamente
brevi’, dentro questo soggetto così come i Comunisti italiani, i Verdi (o
almeno una parte di loro, quella che fa capo a Paolo Cento e a Mauro
Bulgarelli, n.d.a.), la Sinistra democratica di Mussi e tutti quelli che si
considerano ‘A sinistra’ (questo forse il nome della futura aggregazione) del
Partito democratico>.
Insomma, l’(in)Fausto prepara la sua ultima svolta, quello che lo
consegnerà definitivamente alla storia come “il killer della tentata
rifondazione comunista in Italia”, l’uomo venuto dal Pds per cancellare ogni
residuo di quello che fu il più grande partito revisionista d’occidente. La prova definitiva sta nel fatto che nell’editoriale
del primo numero - che uscirà per gli Editori Riuniti, conterà 140 pagine e
costerà la bellezza di Euro 10,00 - non compaia mai la parola ‘comunismo’ che
viene sostituita da ‘socialismo’.
Siamo curiosi di conoscere le reazioni delle minoranze interne a
Rc-Se: qualche giorno fa autorevoli esponenti dell’area “L’Ernesto” si erano
dichiarati <non interessati ad una rifondazione socialista>, ora cosa
faranno? Lasceranno che l’(in)Fausto
concluda l’epurazione del partito dalle voci critiche con la cacciata degli “orgogliosamente
comunisti” - così come aveva fatto con i ‘rompiscatole’ di “Progetto Comunista”
- oppure si organizzeranno per resistere?
Ed i trockjisti di “Falce Martello” non hanno nulla da dire? Restiamo, vigilanti, in attesa di sviluppi:
ne daremo conto appena ne verremo a conoscenza.
Stefano Ghio
Torino, 23 maggio 2007