INCRINATURE
Tutti
i quotidiani del 12 settembre, seppur con accenti diversi dovuti alla loro
collocazione politica, riferiscono che il Comitato centrale della Fiom ha
bocciato - con 125 no, 31 sì e 3 astenuti - l’accordo sulle pensioni siglato a
luglio dal governo e tutte le parti sociali.
Vale la pena soffermarsi sulle reazioni all’interno dell’Unione a questo
piccolo terremoto - non accadeva da 46 anni che la Fiom bocciasse un accordo
firmato anche dalla Cgil - cominciando dall’ala destra della coalizione
governativa.
Il
Mortadella è, come al solito, sprezzante nel suo giudizio <disagio
legittimo, ma scontato>; il ministro del Lavoro - l’ex sindacalista della
Fiom alla Fiat di Torino Mirafiori Cesare Damiano - gioca a fare il
democratico, rimettendosi all’esito della consultazione dei lavoratori del
prossimo 10-11 ottobre prossimi <quello che conta sarà l’esito del
referendum>, ben sapendo che da sempre, in occasione di queste
consultazioni, il voto è strettamente controllato dai burocrati dei sindacati confederali
che dirigono le votazioni come meglio credono; il segretario generale della
Cgil - l’ex socialista craxiano Guglielmo Epifani - sbotta, sfidando
apertamente una possibile scissione da parte dei metalmeccanici, <contano le
decisioni confederali>.
Per
quanto concerne la “sinistra” della coalizione, è pressocché unanime il plauso
all’iniziativa della Fiom, dietro alla quale vedono un deciso sostegno alla
manifestazione del 20 ottobre.
Occorre
però riportare il fatto che una parte di Rifondazione, la Sinistra Critica di
Salvatore Cannavò e Franco Turigliatto, è contraria al corteo sopra menzionato,
ed è proprio il deputato a esplicitarlo affermando che si tratta di <una
manifestazione del tutto inadeguata che serve solo a pungolare il governo e a
puntellare la ‘cosa rossa’>.
Sulla
contrarietà alla manifestazione, peraltro, vi è l’accordo anche di buona parte
della sinistra extraparlamentare, come si evince dalle dichiarazioni di Marco
Ferrando - il leader trockijsta del Partito Comunista dei Lavoratori - e del
leader della Confederazione Cobas - Piero Bernocchi: il primo afferma che
<pensare che questo governo possa essere condizionato dai movimenti e dalle
sinistre dopo l’ultimo anno e mezzo è pura illusione>, mentre il secondo
parla di <piattaforma evanescente, fuori dal tempo e dallo spazio, andare in
piazza per “stimolare” il governo è quasi pornografico>.
In
questo panorama spicca, perché la riteniamo incomprensibile, l’annunciata
presenza in manifestazione del partito dei Carc, come annunciatoci qualche
giorno fa da un membro della Direzione nazionale: cosa mai ci andranno a fare
ad un corteo filogovernativo, visto che da sempre, giustamente, criticano il
governo perché non si tratta altro che dell’altra faccia della medaglia del
potere borghese, rimane un mistero.
Stefano
Ghio
Torino, 12
settembre 2007