Il potere capitalista imperialista massone mafioso italiano, erede del sistema della “solidarietà nazionale” composta tra gli apparati mafiosi della Democrazia Cristiana e gli apparati concertativi della Cgil-Cisl-Uil con la copertura del Pci prima, con Berlinguer opposto a spingersi oltre certi limiti già di per sé disgustosi, epoi, con Natta Occhetto D’Alema e compagnia cantante, disponibile a sciogliersi nell’acido solforico della Democrazia Cristiana stessa fondendosi a parte di essa nel “Partito Democratico”, oggi rievoca Calogero Pietro in qualità di “eroe” nazionale e di “veritiero” rappresentante dello Stato.
Innanzitutto: Calogero Pietro come ben pochi altri ha rappresentato una parte politica borghese avversa al proletariato attraverso i mezzi della “giustizia” di Mussolini e Rocco e quindi di Kossiga.
Subito dopo: Calogero Pietro non è stato mai “rappresentante” DELLO STATO ma bensì della “pubblica accusa”, la quale, muovendosi all’interno della “giustizia” di Mussolini e Rocco e quindi di Kossiga, rappresentava UNA PARTE, ABUSANTE, DEL PROCESSO.
Migliaia di democratici illustri, di giuristi, giudici, avvocati, sancirono sin da BOLOGNA SETTEMBRE 1977, e quindi successivamente al cosiddetto “7 APRILE”, che questo “processo a Toni Negri ed all’Autonomia Operaia” accusati di essere “conniventi” delle BR, fu un PROCESSO SPECIALE, un PROCESSO POLITICO, indegni quindi della ns.COSTITUZIONE.
Non a caso le successive leggi della dissociazione, della quale proprio Toni Negri fu promotore, contro gli stessi interessi del proletariato, ma conformemente alla necessità dallo stesso Stato borghese riconosciuta, di giungere ad una “mediazione” che permettesse rapide scarcerazioni che non mettessero in dunque lo Status Quo.
POI, 1992, TANGENTOPOLI.
Dopo TANGENTOPOLI, la RESTAURAZIONE. Con un omuncolo di Craxi, cerniera del sistema degli “anni ottanta”, ossia il produttore televisivo Berlusconi.
ORA leggiamo che Calogero, e i codisti del
partito-poliziesco di Padova, come Michele Sartori, nonché un certo prof. Carlo
Fumian, scrivono un volumone dal titolo “TERRORE ROSSO”. Un libro
propagandato dai media del sistema “illuminato” e tuttaltro che illuminista (ci
riferiamo a solo 2 dei molti articolazzi usciti, Albino Salmaso sui quotidiani
dell’”espresso” e Luca Barbieri sul “corriere del Veneto”.
Chiariamo subito che il Terrore era Nero e si chiamava Calogero
Pietro, il quale il 7 aprile 1979 scatenò con l’Arma dei carabinieri la più
oscena ed orrenda macchinazione repressiva della Storia dei primi 40 anni dopo
la Costituzione.
L’obiettivo di Calogero, del P”c”I padovano e veneziano, dei
carabinieri, era infatti quello di azzerare un Movimento politico del
proletariato, organizzato dai Collettivi Politici Veneti per il potere operaio,
che era stato sia da continuazione delle esperienze delle Assemblee autonome
operaie come quella di Marghera, sia della formazione politica Potere Operaio.
Questo movimento NON uccideva, semplicemente fronteggiava con armi
artigianali e con la forza del consenso di massa e delle migliori avanguardie
dei movimenti studentesco ed operaio nel Veneto di allora, quell’enorme sistema
indegno di offesa abuso violenza mafia che si chiamava “solidarietà nazionale”
in Italia.
Quel movimento colpiva gli stragisti ed i mazzieri fascisti, prima
ancora che il prode Calogero assistesse al pentimento di alcuni di loro, quel
movimento colpiva il lavoro nero, i capi arroganti, ed anche alcuni esponenti
della borghesia in particolare a Padova ma anche a Marghera e in altre
province.
QUINDI se Terrore ERA ROSSO, lo era SOLO PER CHI AVEVA LA
COSCIENZA NERA.
Il vero terrore invece Calogero lo scatenò contro di noi compagni
e compagne, e non è vero che tutto questo non produsse MORTI.
Morirono persone suicide, morirono compagni maneggiando esplosivi,
morirono molti proletari operai e sfruttati in più e prima di quanto non
sarebbe accaduto se i Collettivi Politici Veneti per il potere operaio non
avessero trovato sulla loro strada dei “testimoni” prezzolati e militanti di
partito (del pci) che si schierarono a denunciare militanti proletari come se
si trattasse di criminali.
DISTRUSSERO LA COSCIENZA NELLA SINISTRA BORGHESE E MODERATA,
COSTRUENDO LE BASI DELL’ATTUALE STATO DI MODERNO FASCISMO (LO STATO DI POLIZIA
DI GENOVA G8 PER CAPIRCI).
Quindi il prode Calogero Pietro, come il prode Mastelloni Carlo,
nulla hanno di che vantarsi né da sperare che passeranno alla storia. Non ci
passeranno, alla Storia, se non nella veste che hanno scelto,
--------CENSURA------, e siccome in nessun tempo storico di fascismo, la
subcultura di regime ha fatto testo nel futuro, nessuno baderà a ciò che han
scritto or ora questi prodi, e invece cercheranno nelle NOSTRE parole di
allora, l’esperienza che non muore e che deve essere rivalorizzata nel
prosieguo del cammino di liberazione del proletariato dalle catene del
capitalismo imperialista.
Dixit.
Paolo Dorigo, dal 1977 al 1982 militante dei Collettivi Politici
Veneti per il potere operaio