Ciò che è accaduto il 14 dicembre a Roma, quando lo Stato borghese fascista imperialista è stato messo in scacco da giovani manifestanti spontaneamente ribellatisi all'ordine costituito ed alle moine e messe in scena dei "disobbedienti" che il giorno prima avevano stabilito a tavolino i "limiti" in cui la manifestazione si sarebbe dovuta mantenere, ossia stiamo parlando non della rivolta ma dell'attentato alla vita di un giovane ribelle da parte di un demenziale mazziere della compagine "disobbediente" è una cosa oscena, una grave dimostrazione di permanente ed infame immaturità da parte di una componente politica che sin dal 1983 pretende in Italia di stabilire i limiti della rivolta ed i suoi connotati, senza averne titolo e dignità, ma solo perché attraverso la capitalizzazione del patrimonio di lotta di ciò che fu l'Autonomia Operaia, ai danni di moltissimi compagni che dell'Autonomia Operaia furono protagonisti, ha potuto tenersi in vita mediante cessioni e cedimenti allo Stato borghese, concordati e sceneggiature come quella dell'addestramento allo Stadio e dei percorsi, al G8 del 2001.

Vogliamo dire a questi sedicenti "disobbedienti", a quelli onesti tra di loro, di staccare definitivamente il filo ombelicale che li lega, novelle vittime e burattini di una improbabile Matrix, a una componente politica opportunista ed antioperaia, veramente antimarxista, veramente controrivoluzionaria, che fa da bordone ai soluzionisti ed ai traditori degli anni '70, Curcio in testa.

Diversamente, sappiano che il 14 dicembre non c'è stato un "incidente", ma la dimostrazione della loro INFAMIA, di poliziotti di movimento, di opportunisti poliziotti in borghese, al pari dei katanga di Capanna e dei servizi d'ordine di Corvisieri nella Milano e non solo, degli anni '70, superiori come gravità all'azione opportunista e squadrista antifemminista dei membri del s.o. di Lotta continua nel dicembre 1975, guidati all'epoca da Erri De Luca.

LUNGI DA NOI, SBIRRI !