XENOFOBIA

Martedì 30 ottobre, alla periferia nord di Roma, - nel quartiere di Tor di Quinto - si è consumata l’ennesima tragedia del degrado delle periferie e dell’emarginazione: una donna, Giovanna Reggiani, è stata aggredita, violentata ed uccisa da un immigrato rumeno: questi è stato prontamente denunciato da una sua connazionale, la quale ha fermato un autobus che transitava poco distante dal luogo dell’aggressione per avvertire le “forze dell’ordine” dell’accaduto.

Il giorno dopo, il sindaco della capitale – W. Veltroni - ha preteso, ed immediatamente ottenuto, dal governo la decretazione d’urgenza di un provvedimento - di stampo palesemente fascista - che permette ai prefetti di espellere dal territorio italiano gli immigrati comunitari (si ricorda che, dal 1° gennaio 2007, la Romania è entrata a far parte dell’Ue), che abbiano o meno commesso reati non importa, per ragioni di ordine pubblico; a seguito di questo provvedimento, tra l’altro, si è scatenata - da parte di impunite squadracce di nazifascisti - la caccia al rom ed al rumeno sfociata in episodi di inaudita gravità, rispetto ai quali il leader del Pd ha mantenuto un imbarazzante silenzio.

Dalle parti della cosiddetta “sinistra radicale” le posizioni, rispetto al Decreto Legge di cui sopra, sono differenti: Nichi Vendola (Rc-Se) afferma: «se fossi parlamentare emenderei (se ci riuscisse, cosa della quale ci permettiamo di dubitare, n.d.a.) il decreto ma alla fine lo voterei»; Giovanni Russo Spena (stesso partito, capogruppo al Senato) avverte che «così com’è il testo è inaccettabile. La conseguenza sarebbe una totale disparità di trattamento e la fine del principio dell’uguaglianza di fronte alla legge», ma non dice cosa farebbe se il governo decidesse di convertire il Dl così com’è; dal canto suo, la capogruppo Verdi-Pdci al Senato - Manuela Palermi (ex esponente della Cgil che 25 anni fa si schierò contro il referendum che pose fine all’era dell’energia nucleare in Italia) - afferma che «per nessun motivo può essere violata la civiltà giuridica di un paese», che è una formula molto ambigua che si presta a differenti interpretazioni; la legge non può essere violata o la legge è uguale per tutti: queste sono le interpretazioni possibili. In tutti i casi bisogna che i proletari si battano per la certezza del diritto per tutti, senza abbandonarsi a reazioni xenofobe e fasciste; certi comportamenti vanno lasciati ai borghesi, siano essi di destra o di falsa sinistra: sono loro che hanno paura che le classi popolari si possano unire per abbattere questo sistema forte con i deboli e zerbino dei più forti.

Occorre che le avanguardie più coscienti si uniscano per formare il nuovo partito della classe operaia, il Partito Comunista di tipo nuovo: il Partito Comunista maoista.

Stefano Ghio

Torino, 04 novembre 2007