ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2007:
RIFONDAZIONE IN COMA IRREVERSIBILE!
Il quotidiano rifondarolo “Liberazione”, nell’edizione del 30
maggio, presenta - a pagina 3 - un’analisi del voto in questa tornata di
elezioni amministrative, con riferimento all’andamento di Rc-Se: lo fa con un
articolo a firma Angela Mauro, il cui titolo è emblematico: “Elezioni 2007, brutto
ricordo per il Prc”.
Nel pezzo si citano le cifre impietose del calo di consensi: l’1%
in meno nei comuni capoluogo (-19.178 voti) e il 2% nelle province (-51.621);
il tutto senza contare i comuni più piccoli, dove i rifondaroli, spesso, hanno
un vero e proprio tracollo (lo dimostra il fatto che in totale, l’(in)Fausto ed
i suoi accoliti perdono 4 voti su 9, passando da 110 mila a 60 mila - fonte “il
manifesto”, pagina 5, articolo di Matteo Bartocci “analisi del voto”). Qualche esempio aiuta a capire meglio le
condizioni di scarsa salute di cui gode il partito bertinottiano, che in alcuni
casi perde persino il primato simbolico di “maggior partito riformista” a tutto
vantaggio del PdCI: ad esempio a Pistoia Rc-Se passa dal 7,6% al 4,7%, mentre
il PdCI dal 3% aumenta vertiginosamente fino a raggiungere il 9,5%; altro
esempio quello di Verona, dove Rc-Se si ferma all’1,2% (aveva il 3,1%) mentre
il PdCI si assesta al 2%. Il dato più
significativo è che Rc-Se perde consensi praticamente ovunque, mentre il PdCI è
l’unico partito della sinistra nel suo complesso che non arretra, anzi quasi
ovunque avanza, e in alcuni casi in maniera decisa; lo stesso Pd subisce un
tracollo di consensi perdendo, in alcuni casi, più del 10%.
Torniamo a Rc-Se per vedere nei dettagli alcuni dati di questa
batosta: a Genova città perde il 2%, passando dall’8% al 6%, ma in provincia fa
anche peggio, perdendo il 2,5%; a Vicenza l’1%, dal 2,6% all’1,6%; a Matera
-1,2% (3,7% - 2,5%); a Gorizia -3,1% (6,7% - 3,6%); a Como -2% (5,5% - 3,5%); a
Piacenza -1,3% (4,7% - 3,4%); a Lucca - 2,4% (5,2% - 2,8%); e via discorrendo
in questa via crucis. E’ anche vero che
in altre realtà vi è una sostanziale tenuta o un leggero incremento delle
percentuali, ma si tratta di dimensioni veramente microscopiche, come dimostrano
alcuni esempi: ad Alessandria -0,2% (2,5% - 2,3%); a Olbia +0,1% (1,4% - 1,5%);
a Taranto +0,5% (2,2% - 2,7%); a Omegna +0,9% (8,4% - 9,3%). Forse non si tratta di una Caporetto per il
partito dell’(in)Fausto, ma ci sono ampi segnali di cedimento in tutte le zone
del paese, e questo fa ben sperare per il futuro: forse i proletari cominciano
a capire la vera natura di questa compagine e ne restano alla larga.
Stefano Ghio
Torino, 30 maggio 2007