NOTE:
Mi riferisco principalmente al documento presentato alla Udienza preliminare del 31.3.1994, alla Corte d’assise del 6.6.1994 collettivo, alla Corte d’Assise d’appello del 15.6.1995, al Magistrato di Sorveglianza di Milano (ricorso) del 30.11.1999 e al documento presentato al Tribunale di Bologna del 4.4.2002. Elementi di dibattito e di critica verso altre posizioni politiche, in particolare alle proposte di fondazione del nuovo p.c., sono stati espressi in altri documenti. Ciò che è qui discriminante, appare già sin dall’inizio abbozzato nella posizione politica, condannata da numerosi prigionieri delle Br-Pcc, espressa nel volantino di rivendicazione dell’azione di Aviano (“Controinformazione internazionale” n.11, 1993).
1. Il riformismo destroso ed il massimalismo impotente sono fallaci sul piano scientifico oltre che concreto, la loro affermazione nel movimento operaio occidentale è stata un’abbaglio storico ed una deviazione dal marxismo, un tradimento della natura classista e conflittuale del procedere storico. La rottura nel partito socialista italiano, con la formazione del PCd’I ad opera dei compagni Bordiga, del gruppo napoletano, Gramsci, del gruppo torinese, di Parodi, e di altri dirigenti rivoluzionari, non corrispose ad una immediata prevalenza politica comunista sui partiti socialisti e massimalisti di Turati e Bissolati. Cosa distingue i revisionisti controrivoluzionari degli anni ’70 dai riformisti controrivoluzionari che, nonostante siano il partito di maggioranza parlamentare ed un significativo partito come presenza parlamentare nel 1921, aprono la strada con il loro legalitarismo, a mussolini ? Nelle basi teoriche, soprattutto per quanto riguarda il partito democratico all’americana pds dopo la caduta del muro di Berlino, continuatore progressivo dell’opera controrivoluzionaria di Berlinguer e Togliatti, la distinzione è data dal fatto che i riformisti del ’21 sono riformisti autentici e massimalisti legati comunque al ciclo di lotte precedente e formativo del movimento operaio e contadino, mentre quelli del ’89 e di oggi sono borghesi venduti che non esitano ad accettare i bombardamenti su Belgrado e a cacciare il capo esule di un popolo in lotta, Abdullah Oçalan, né ad aprire la strada nelle galere alla più bieca strategia di spionaggio e trasformazione delle carceri in luoghi di tortura sistematica psicofisica di massa.
2. Questo tipo di atteggiamento dei sindacati di regime e del vecchio P”c”i nei confronti dell’autonomia di classe ha una sua tappa storica di rottura rispetto alle precedenti manifestazioni di intolleranza verso la contestazione di base da parte dei revisionisti maggioritari nella classe (ma non in tutte le situazioni di lotta operaia dell’epoca), nella manifestazione nazionale del 2 dicembre 1977, ed un’altra sua tappa nel controllo poliziesco esercitato dai revisionisti e dai loro manutengoli alla “Democrazia Proletaria” all’interno del movimento delle autoconvocazioni contro il blocco della scala mobile del 1984, periodo ben spiegato alla classe operaia in termini di linea politica rivoluzionaria di classe nell’opuscolo n.19 delle BR-PCC del marzo 1984. Dagli anni 70-80, si è periodicamente cercato di espellere e cacciare dai sindacati tutte quelle avanguardie dei lavoratori che non si esprimevano politicamente nel quadro revisionista e riformista. Questa è la prima fonte del fascismo in Italia: e le ha dato inizio il partito “comunista” italiano di Berlinguer, Fassino, e del noto Ferrara.
3. La Società dei Diritti dell’Uomo, assieme alla Lega dei Proscritti ed alla Lega dei Giusti, costituiva la base politica operaia del futuro movimento comunista, negli anni trenta del XIX secolo (cfr. Cornu, Marx ed Engels dal liberalismo al comunismo, Feltrinelli, pagg.15-62, “L’epoca”).
4. Irgum Zvai Leumi, Haganah, Banda Stern. Dopo vari attentati negli anni ’30, subito dopo la seconda guerra mondiale, per esercitare una pressione sugli inglesi (che infatti nell’area avevano il controllo militare), vi fu un attentato sionista contro il King David Hotel di Gerusalemme, sede del quartier generale inglese, con 91 morti. Subito dopo l’inizio delle discussioni alle Nazioni Unite sulla suddivisione del territorio palestinese (che vedono l’URSS con Gromiko sostenere la creazione di due stati indipendenti, l’uno arabo e l’altro ebraico), il terrorismo israelita si scatena sui villaggi e sulla popolazione palestinese con forme molto più virulente di quanto non fosse accaduto negli anni ’20 e ’30. Inizia così l’esodo della popolazione palestinese, sotto lo sguardo inoperante delle potenze capitaliste occidentali. Un intervento sovietico all’epoca in quell’area avrebbe purtroppo significato una ripresa della IIa guerra mondiale e ciò contrastava con la politica pacifista dei paesi socialisti.
5. Ancora oggi i nazisti U.S.A., ove il peso delle lobbies ebraiche non è indifferente, cercano vendetta per la sorte di una loro spia: ne è dimostrazione l’assassinio in detenzione illegale e sotto tortura del patriota Abu Abbas, dirigente del Fronte di Liberazione della Palestina sequestrato il 15.4.2003 e ucciso nel marzo scorso.
6. Che in qualche modo il revisionismo al potere nei paesi già socialisti dal 1956 in poi ha ripetutamente emulato dall’occidente con risultati anche episodicamente gravi come Cernobyl 1986, ma che sono complessivamente poca cosa a fronte degli effetti delle politiche industriali energetiche e militari dei paesi capitalisti e dello stesso abbandono in cui il ritorno all’economia “liberista” ha gettato intere strutture industriali nell’ex Unione sovietica.
7. Qui forse con l’eccezione significativa dell’Italia dove la dissolutezza e criminalità delle attività edilizie selvagge ha devastato significative parti del territorio causando immani tragedie per smottamenti sismi e piene che non avrebbero dovuto creare significativi danni, come nei casi del Belice, del Polesine, del Vajont, del sisma del 1980, della val di Stava, del Tanaro, di Sarno, ecc.
8. Tale medaglia se la sono conquistata con l’adesione alla Ia guerra mondiale, e recentemente con i GAL durante il governo Gonzales in Spagna e nel 1986 con la fucilazione di 300 prigionieri politici e di guerra del Partito Comunista del Perù e dell’Esercito Guerrigliero Popolare nelle carceri di Lurigancho, El Fronton e Santa Barbara ove si erano sollevati in massa, avvenuta proprio mentre Garcìa Perez dell’APRA ospitava la loro pacifica riunione. In quegli anni il governo del “socialista” Craxi fu coinvolto nello scandalo della metropolitana di Lima, e l’arma dei carabinieri contribuì alla costruzione di nuovi lager ove i prigionieri furono murati in più persone in celle di 2 metri per 2 senza finestra ove la luce proveniva dal corridoio. Tale contributo alla “rinascita” economica del Perù è già negli atti d’accusa della Vivida e Fulgida Memoria Proletaria verso la dittatura borghese e filoimperialista in Italia. Noi proletari rivoluzionari di questo paese siamo stanchi non solo di essere sfruttati, uccisi ed imprigionati dagli sgherri della borghesia, ma anche di portare sulla nostra pelle la vergogna delle nefandezze dei governi susseguitisi lungo 150 anni di storia nazionale.
9. Anche per la stessa ingordigia assolutamente senza precedenti dei suoi “padroni del vapore” (a ciò in un certo qual senso obbligati dalla caduta del saggio di profitto storicamente e scientificamente dimostata).
10. Concezione dannosa ed erronea storicamente cui in qualche modo non erano estranei i dirigenti revisionisti dei paesi già socialisti dell’Europa orientale.
11. Documentate per esempio dal numero di incidenti ferroviari in crescita esponenziale e dallo stato del servizio sanitario messo in croce da politiche miratissime e tese a creare un doppio sistema grazie alla progressiva riduzione di risorse, chiusura di ospedali nelle località meno “importanti”, sistema di contribuzione che nega il diritto alla gratuità del servizio sanitario, riduzione dell’assistenza ai disabili, ecc.
12. A significare la negazione del carattere continuamente dinamico e rifondativo del potere popolare che verifica e corregge il potere centrale, caratteristico della Repubblica dei Consigli ovvero dei Soviet, nella quale le contraddizioni sono la regola ed il sale della costruzione del socialismo, della pace, dell’armonia e del benessere del popolo, insomma della felicità.
13. Tipica la lettura dei conflitti e dei movimenti “sociali” di rivolta che dà il PRC, in sintonia con parte significativa dell’opportunismo antagonista, lettura che pone al centro fenomeni politici marginali come il movimento di lotta indigeno nel Chiapas o di revisionismo armato come i movimenti di liberazione nazionale della Colombia o il MRTA in Perù, e che dimentica volutamente e scientemente di riconoscere valore di attualità e forza politica alle guerre popolari in corso dirette da partiti comunisti maoisti.
14. Ci piacerebbe chiedere all’ufficio studi dei DS, così abili nel 1980 a classificare insieme i morti delle stragi fasciste e quelli della lotta armata per il comunismo qualificata calunniosamente “terrorismo eversivo di sinistra”, quale è stato il costo in vite umane della classe operaia dall’8 settembre 1943, non solo durante la Resistenza antifascista e non solo negli scontri di piazza della repubblica, ma anche e soprattutto sui posti di lavoro, nei letti d’ospedale e sulle strade del nostro paese. Una statistica insomma di “chi è morto” prima degli altri, e del perché. Forse però gli analisti dei DS sono più interessati a contare i secondi di trasmissione dedicati a questo o a quel figurino della politica borghese nazionale da questo o quel canale televisivo. In questo senso, la tragedia del revisionismo s’è tradotta nella farsesca rappresentazione del veltronismo.
15. In questo senso la lungimiranza complessiva della borghesia imperialista, che attribuisce poteri di volta in volta bilanciati a non sconvolgere il treno economico attraverso meccanismi anche semplici e di mera redistribuzione, di compensazione e riequilibrio. Quei meccanismi che l’attuale “premier” vorrebbe far saltare, dimostrandosi in questo ben più eversivo di noi rivoluzionari.
16. Negli anni sessanta e settanta l’ipocrisia europea ed occidentale è frantumata da alcune azioni dimostrative contro la dittatura franchista (come il sequestro del console spagnolo Alonso Gama a Milano nel settembre 1962 per salvare la vita ad alcuni anarchici condannati a lunghissime pene e che rischiavano la pena di morte, all’epoca e fino al 1975 comminata agli antifascisti, ai comunisti, agli anarchici, ai combattenti baschi, con la garrota, ossia lo schiacciamento meccanico progressivo della spina dorsale sotto la nuca, pratica barbara che non impediva agli USA ed ai paesi della comunità europea di avere intensi scambi economici e politici con il dittatore fascista macellaio dei patrioti di Spagna come abbiamo visto sopra), la principale delle quali è l’eliminazione del primo ministro Carrero Blanco da parte dell’ETA, che impediscono al regime di riprodurre la propria dittatura nell’ordine del terrore per chiunque la pensasse diversamente.
17. Alleanza di mutua cooperazione economica cui aderivano oltre all’URSS, Bugaria, Cecoslovacchia, Ungheria, Germania Democratica, Polonia.
18. Perché il Vaticano dichiara una politica di contraddizione con le forze capitaliste oggi -al di là del suo “farsi stato” di fronte alle stragi causate dalle guerre di aggressione USA e dai gruppi islamici nelle metropoli occidentali ?
1. perché il capitalismo oggi ha perduto qualsiasi carattere di progresso, al di là delle apparenze date dalle scoperte scientifiche e dalle “innovazioni” tecnologiche che hanno un carattere prevalentemente militare e di controllo proprio a causa del “motore” che le ha generate, la “concorrenza” tra il blocco NATO e il blocco dei paesi già socialisti retti da partiti revisionisti traditori del Comunismo dopo il 1956.
2. perché il modo di produzione capitalistico è entrato in una crisi generale (di valorizzazione) sin dagli anni 70 e questo ha comportato crisi di valori, di identità ed elementi di frantumazione sociale (sovrastrutturali) tante e tali da provocare una crisi generale del sistema di vita nei paesi occidentali, come dimostra bene la sequela infinita di drammi familiari, personali e l’affermarsi di disvalori che provocano ulteriori ricadute sul piano sociale (il sessismo, la violenza diffusa, le perdite di identità generazionali, la mancanza di rispetto per i diversi e per gli anziani, ecc.).
3. perché il divario tra il Sud del mondo ed i paesi imperialisti, tra i paesi dell’Europa orientale ed i paesi occidentali, è in crescita esponenziale quanto a condizioni di vita delle masse, sviluppo, anzi in certi paesi dell’Europa orientale si assiste ad un calo demografico costante.
Quindi il Vaticano ha in parte mutuato, con il tentativo di recuperarne la carica dirompente, e di rifondare un’area politica consona al proprio potere (simile a quella che fu l’egemonia democristiana sui ceti medi e su una parte del proletariato, in particolare nel meridione), sia la Teologia della Liberazione sul piano internazionale, sia le organizzazioni sindacali e comunitarie del dissenso cattolico, con le quali oggi non vi è quel clima di rottura che caratterizzava gli anni della contestazione.
Questo significa che uno dei capisaldi dello Stato inteso come dittatura di classe di origine sabauda e feudataria è venuto meno nella gestione generale del potere. È andato oltre gli schieramenti del bipolarismo, durante il quale ha contribuito, così come sostenendo il nazifascismo con Pio XI e scomunicando i cattolici comunisti con Pio XII nel 1949, anche all’affermazione del capitalismo nei paesi retti dai partiti revisionisti, in particolare con l’avvento nel 1978 di Giovanni Paolo II (il polacco Wojtila sostenitore dell’attacco del movimento cristiano dei lavoratori di Solidarnosc allo Stato retto dal partito revisionista in Polonia, punto di svolta storico verso il crollo del revisionismo), dopo il fulminante mandato del suo predecessore inviso alle forze reazionarie
20. Da notare che l’India con le sue mire espansioniste in Kashmir, il suo controllo del “Ceylon” (Sri Lanka) e con la sua “protezione” al regime monarchico filo-imperialista in Nepal è schierata apertamente a livello militare, tanto da possedere, come il Pakistan, la bomba atomica, senza che ciò preoccupi gli U.S.A.
21. In Italia la questione meridionale, posta in termini analitici nuovi nella sua analisi dal dirigente comunista Antonio Gramsci durante la sua carcerazione, continua a costituire una “anomalia sociale” che informa e caratterizza molta parte della vita nazionale; per questo è stupefacente la politica non strutturalmente impattante la situazione del meridione da parte dell’unico governo di “sinistra” della storia repubblicana (1998-2000), durante il quale è stata data legittimità al caporalato.
22. Per es. nel Centro America che continua ad essere considerato dagli imperialisti come un luogo di villeggiatura dove far stuprare semi-gratuitamente minorenni sulle spiagge dorate dell’Atlantico.
23. È il caso degli esuli di Haiti che sono supersfruttati nelle coltivazioni di Santo Domingo.
24. È il caso di vari sciacalli del capitalismo selvaggio anche italiano che stavano preparandosi da anni alla depredazione di risorse naturali (come intere foreste, per esempio) della Slovenia e della Bielorussia, e che appena dopo i cambiamenti politici del ’89, disponevano già di ricche forniture per le industrie del legno del “nord-est”.
25. Mandela nel secondo congresso della Società internazionale sull’Aids ha sgranato le cifre di questo virus: 45 milioni di persone malate, 10 mila morti al giorno, 26 milioni di morti dall’inizio dell’epidemia, di cui il 90% nei paesi del Tricontinente, milioni di orfani, e 6 milioni di malati senza cure. Una “ingiustizia globale” inaccettabile, per la quale tuttavia Mandela non si è certo sognato di muovere guerra a qualche paese occidentale, a testimonianza comunque di una qualche differenza etica nella concezione del diritto internazionale dei paesi di recente indipendenza.
26. Buona sintesi l’oramai introvabile Teoria della guerra di popolo di Frignano, ed.Librirossi, 1977; interessante exscursus storico e politico il testo di Collazo, La guerra rivoluzionaria, ed.Rapporti sociali, 1987.
27. Movimenti che non si rifacevano al marxismo-leninismo né al mao tse-tung pensiero, ma che si articolano con vivacità di iniziativa e forza creativa, innovando i contenuti della guerriglia urbana, in una linea di massa e programmatica non solo immediata che per alcuni anni costituisce una forza politica formidabile per il riscatto dei popoli di alcuni dei paesi già collocati nel ciclo produttivo del capitalismo multinazionale in America Latina, come Brasile, Uruguay ed Argentina. Ma la repressione di massa voluta e tollerata proprio dall’imperialismo USA e dalle potenze capitalistiche occidentali, schiacciò nel sangue queste esperienze grazie alle svolte “autoritarie” ossia ai regimi fascisti militari dei torturatori assassini legati ai dollari americani ed all’internazionale nera residuale delle reti naziste sopravvissute alla seconda guerra mondiale che non a caso in America Latina avevano costruito le loro basi.
28. L’aggressione imperialista alla Somalia nel dicembre 1992 giunse dopo l’incancrenirsi di una guerra civile tra diverse frazioni rappresentanti interessi diversi e di diverse etnie, la cui origine va individuata nella caduta del regime filo occidentale di Siad Barre; è solo un anno dopo la sua caduta che l’imperialismo americano ed occidentale, ivi cmpreso quello italiano che senza vergogna per il suo passato coloniale nel paese, vi rimette i piedi in armi. Il rapido e squallido decorso dell’infamia imperialista nel paese dura poco meno di un anno, ossia nel breve volgere di 9 – 10 mesi i combattenti ed il popolo Somalo danno una dura lezione all’imperialismo, principalmente americano, che non regge l’urto delle crude immagini d’impotenza dei suoi baldi giovani mutilati, tanto che all’inizio del 1995 si danno alla fuga ingloriosa. Durante questo periodo sono documentate politiche criminali genocide dell’imperialismo e di tortura dei prigionieri, con sevizie e filmini, che poi la “giustizia” in patria ridimensionerà. La fine di una giornalista d’inchiesta attorno agli interessi occidentali nella guerra civile, non porterà egualmente ad apprezzabili verità giudiziarie, come quasi sempre nella Storia dei conflitti di classe e tra i popoli e l’imperialismo.
29. [Con le debite precisazioni. Ossia che il “nostro” non è un paese le cui multinazionali siano così numerose e potenti da caratterizzare una sorta di frazione italiana nel Gotha del capitale, ed è un paese in cui le “famiglie” che possiedono le più importanti strutture economiche del paese non si caratterizzano in realtà nella sua fascia alta, ipertecnologica, se non in posizione subordinata e connessa in genere sempre a gruppi finanziari, di ricerca ed industriali anglo-americani più spesso che europei. Questo soprattutto oggi nella fase della perdita di importanza della Fiat e della famiglia Agnelli (unico membro italiano della Trilateral). E che quindi non è sbagliato assumere il dato dell’imperialismo principalmente americano come centrale per i governi fascistoidi di oggi e quindi tantopiù oggi nella lotta rivoluzionaria in Italia, anche per ragioni storiche date dal furbesco e truffaldino intervento americano -iniziato con lo sbarco tutt’altro che casuale in Sicilia –il più lontano possibile dalle stragi nazifasciste e dal conflitto con il movimento antifascista- cui è seguita l’occupazione militare, la creazione di basi missilistiche, strategiche ed aeree utilizzate nelle guerre di aggressione in Medio Oriente e finanche in Vietnam, e quindi la penetrazione economica e la corruzione politica dei ceti politici della borghesia nazionale, principalmente DC, PSDI e PRI. Per questo le parole d’ordine dei comunisti italiani e del movimento per la pace sin dagli anni ’60: Via le basi americane, Fuori l’Italia dalla Nato, Fuori la Nato dall’Italia, così come quelle più attuali della Guerra alla Guerra, Guerra alla Nato, sono assolutamente centrali e discriminanti, e a dimostrarlo la giustamente repentina fuga dalle mobilitazioni della giornata antimperialista del 20 marzo da parte di tanti codardi ex revisionisti ed onorevoli di professione e diritto ereditario …]
30. [Brigate Rosse, Risoluzione della Direzione Strategica n.3, febbraio 1978, in Bocca, Moro: una tragedia italiana, Bompiani, Torino, 1978, rivista “Controinformazione”,1978, e AA.VV., Progetto Memoria, Le parole scritte, vol.4, Sensibili alle foglie, 1998]
31. [E’ questo il senso che descrivevo dettagliatamente nel 1995 della “guerra antimperialista internazionale” che anticipavo politicamente nella dichiarazione politica alla Corte d’Assise d’Appello di Trieste, sopra citata; da non confondersi con i “gesti” di frazioni già filo imperialiste come “Al Qaeda”, già impegnata in attività sponsorizzate dalla CIA in Afghanistan e Medio Oriente, ma inquinata in qualche maniera dagli effetti di tali “gesti” funzionali, come il recente attentato filo-governativo in Spagna, alla stabilizzazione ed all’ingabbiamento dell’opinione pubblica e dei movimenti democratici di opposizione reale pur esistenti ancora in occidenti, in chiave di legittimazione all’attacco più spietato ai movimenti rivoluzionari; cfr. circa la sponsorizzazione americana di alcuni movimenti islamici, il numero monografico di Limes sull’estremismo islamico del 1994. Circa la propensione, più passata che attuale solo per ragioni contingenti, al massacro dei comunisti in Iran, Afghanistan, Libano, ed altri paesi mediorientali da parte di organizzazioni islamiche, che la situazione pur epocale attuale non deve far dimenticare mai, come invece pare fare il combattente antimperialista Ilich Sanchez Ramirez, carlos, stando a “L’Unità” del 14.3.2004, pare sufficiente richiamarla alla memoria per superare le amnesie da cardiopalma costruite dalla disinformazione borghese e dal terrorismo mediatico delle intelligence attualmente scatenate nello sparare cazzate utili secondo loro ad impedire attentati perché spiazzerebbero i progetti stragisti: curiosamente chi combatte gli stragisti oggi, almeno a parole, li ha sempre armati e finanziati, ospitati nelle basi americane come a Verona, e difesi in giudizio con influenze e depistamenti di regime].
32. Ossia di ciascun individuo costretto a vendere la sua forza lavorativa per vivere. In questa società, proletari sono tutti quei lavoratori che, indipendentemente dalle forme contrattuali della propria prestazione lavorativa, contribuiscono alla creazione di plusvalore.