“Il Mondo”, settimanale economico del gruppo Rizzoli Corriere
della Sera, nel numero 19 di venerdì 11 maggio riporta, a pagina 16, un interessante
articolo di Michele Arnese: titolo “Una poltrona da 4 miliardi”, occhiello
“Quanto costa davvero il meccanismo di rappresentanza dei cittadini”, sommario
“Deputati, consiglieri, consulenti... In Italia un esercito di mezzo milione di
persone ruota attorno alle stanze del potere”; il testo è corredato da alcune
tabelle, ed è su queste che abbiamo focalizzato la nostra attenzione. Le prime due tabelle - a pagina 16 -
riguardano, come recita la didascalia, rispettivamente: il compenso lordo annuo
(ma come vedremo si tratta di quello mensile) dei parlamentari europei ed il
costo medio per parlamentare. Il totale
dei compensi annuali dei 78 rappresentanti a cui ha diritto l’Italia è Euro
1.531.952, ma è chiaro che si tratta di un errore: se così fosse ognuno di
questi signori intascherebbe, mediamente Euro 19.640 all’anno; è evidente che
questo non è possibile - giacché risulterebbero Euro 1.400 per 14 mensilità -
quindi questa cifra va considerata come ‘paga base’ mensile, alla quale vanno
aggiunte le ‘diarie’, i ‘rimborsi’, i ‘gettoni di presenza’: tutte queste voci,
sommate assieme, portano ad un realistico Euro 35/40.000 mensili, e non
assolutamente ai Euro 10.015 che si ricavano dalla divisione di Euro 140.215
per 14 mensilità del costo medio per parlamentare che è indicato nella seconda
tabella.
A pagina 20 si trovano altre due tabelle che ci informano,
rispettivamente, di: quanti sono gli addetti della “politica spa” e quanti i
soldi che questi signori si intascano, secondo la fonte “Il costo della
democrazia). Secondo questa fonte, in
Italia ci sono: 78 europarlamentari, 951 parlamentari nazionali (630 deputati,
315 senatori eletti, 6 senatori a vita), 1.118 consiglieri regionali, 3.039
consiglieri provinciali, 119.046 consiglieri comunali, 12.541 consiglieri di
circoscrizione, 12.820 consiglieri di comunità montana, per un totale di
149.593 eletti nelle istituzioni, a cui vanno aggiunti 278.296 (quasi il
doppio!) incarichi e consulenze, per un totale finale di 427.889 addetti, ossia
circa lo 0,7% dell’intera popolazione italiana, che per comodità di calcolo
abbiamo posto uguale a 60 milioni di individui. Se questi dati non sono contestabili, diverso è il discorso per
quanto riguarda l’ammontare del compenso annuo di questi signori.
Sempre per quanto concerne gli europarlamentari il costo totale
annuo sarebbe di Euro 11.638.770, il che porterebbe ad una media mensile di
Euro 10.663; raffrontando questo dato con quello ottenuto in precedenza si nota
facilmente che si discosta di molto: gradiremmo sapere dall’Arnese di quali
cifre dovremmo fidarci.
Proseguendo con lo stesso metodo di calcolo utilizzato per gli
europarlamentari, abbiamo calcolato anche i compensi annui (come abbiamo visto
in realtà mensile) delle altre categorie indicate, ed abbiamo ottenuto
rispettivamente:
Deputati (630):
Euro 14.088
Senatori (321):
Euro 14.088
Consiglieri regionali (1.118):
Euro 7.922
Presidenti di Provincia (108):
Euro 4.202
Vicepresidenti di Provincia (108): Euro 3.151
La tabella riporta, inoltre, il totale dei compensi di sindaci,
vicesindaci e presidenti di comunità montane, ma non conoscendone il numero
esatto non possiamo calcolare il compenso medio, così come al contrario
conosciamo il numero esatto dei consiglieri provinciali, comunali,
circoscrizionali e delle comunità montane ma non si conosce l’esatto ammontare
degli stipendi.
L’ultima tabella si conclude con le cifre totali del finanziamento
ai partiti (rimborsi elettorali) - che ammonta ad Euro 196.435.645 - ed il
contributo ai gruppi parlamentari di Euro 92.293.321; il contributo agli organi
di stampa dei partiti non è neppure menzionato, anche se si tratta pur sempre
di un costo della politica. Tutte
queste cifre portano ad una spesa totale di Euro 1.851.767.958 che ogni anno il
popolo italiano deve sborsare per mantenere la propria classe politica: va
considerato, inoltre, che da queste tabelle sono esclusi i ‘rimborsi’, le
‘diarie’, i ‘gettoni di presenza’, senza contare tutti i benefit dei quali godono,
come ad esempio l’auto blu, viaggi gratuiti in treno ed in aereo, pedaggio
gratuito sulle autostrade, scorte, entrata gratuita a cinema, teatri e
manifestazioni varie, e quant’altro. E
poi ci vengono a dire che bisogna riformare le pensioni, o che non si può
rinnovare i contratti collettivi ai lavoratori, perché non ci sono soldi!
Stefano Ghio
Torino, 10 maggio 2007