Capitolo
“COMUNICATO N.33” TER
01.02.2004
– aggiornato 02.04.2004
(le
aggiunte alla prima edizione di questo testo sono in carattere Courier
New)
PARTE 1a
(…)
LA VERITA' È RIVOLUZIONARIA E
VERRA' ALLA LUCE !
PARTE 2a
(…)
Come già avevo fatto con il comunicato n.8
del 11 aprile 2003 (pubblicato in “Su Gazetinu” n.12 del luglio 2003)
evidenzio qui alcuni tratti significativi che secondo me sono
assolutamente incentrati anche sulle attività di “controllo
mentale totale” (ora parziale, perché ho sviluppato nel tempo varie
forme e metodi di resistenza) sulla mia persona. Riassumendo, questa
attività, secondo la mia ricostruzione, ha queste tappe:
1.
Installazione nei miei padiglioni uditivi impianti sottocutanei
di ricetrasmissione, durante l’unica operazione in anestesia totale
della mia vita (alla quale non era stata ammessa a presenziare alcuna
mia persona di fiducia, cosa che avevo chiesto sin dall’inizio ai
sanitari); 10 gennaio 1996. CTO Torino.
2.
Avvio delle trasmissioni (con attivazione segnale radio) da parte
di una “psicologa” di Padova, circa il 15-16 gennaio 1996, CTO Torino.
3.
Primi condizionamenti psicologici, giugno-settembre 1996, carcere
di Novara, sezione giudiziaria.
4.
Sequestri fraudolenti posta e furto documenti pacco postale,
giugno-settembre 1996, carcere Novara.
5.
Trasferimento a Opera, settembre 1996 (dove stavano detenute mia
moglie e la mia convivente lì giunta da Ferrara nel maggio 1996), e
attività di spionaggio, controllo sociale aggiuntivo, provocazioni,
furto di documenti, aggressioni, allo scopo di piegarmi.
6.
Inizio utilizzo dei miei pensieri allo scopo di creare allarmismo
e provocazioni nel paese, sicuramente dal 1999.
7.
Inizio attività di disturbo mentale mentre scrivevo, parlavo o
studiavo, e sognavo, che ho accertato dal novembre 1999.
8.
Trasferimento a Biella e mia riassegnazione nel circuito EIV (ex
massima sorveglianza) dove ero sino al 4.1.1996 (Novara), dopo una mia
lunga lotta e mobilitazione in tal senso.
9.
Provocazioni mirate e controllo illegale da parte delle guardie
della sezione, della mia corrispondenza (da me denunciato nel luglio
2001 e nel novembre 2001 ai dirigenti di istituto, in tre occasioni).
10.
Inizio disturbi uditivi estemporanei, agosto 2000.
11.
Inizio disturbi uditivi estemporanei e forti disturbi al lessico
nelle conversazioni, dicembre 2000.
12.
Inizio attacco uditivo, istigazione al suicidio, offese ed
ingiurie, minacce, attraverso queste apparecchiature, con la immediata
percezione della lettura del pensiero, e con capacità di trasmissione di
sensazioni di dolore, fremiti, vibrazioni elettriche e corporee,
contemporanea assunzione senza averne coscienza di stupefacenti e
psicofarmaci, maggio-giugno 2002, Biella-Livorno (dove ero stato
repentinamente “ricoverato” in osservazione psichiatrica dopo le mie
denunce in tal senso del 24.5.2002). Permanenza in atti. Reati che
individuo nel c.p. in:
·
Omicidio tentato
·
Istigazione al suicidio
·
Associazione a delinquere
di stampo mafioso
·
Offese, ingiurie, minacce
·
Violenza privata
·
Abuso di potere su
arrestati e detenuti (608 cp)
·
Sostituzione di persona
·
Offesa a corpo politico,
giudiziario e amministrativo
·
Allarmismo
·
Alto tradimento
·
Eversione (di destra)
La posta in gioco non pare
solo personale (mia identità politica) e politico generale ma anche
generale carceraria e quindi sociale (il controllo mentale totale, il
controllo e l'interferenza ed il sabotaggio dei computer dei prigionieri
-lo fanno anche ad altri, riscontrato).
Ho riscontrato nel tempo che altri
detenuti sopportano disturbi del genere e si tratta in tutti i casi
(almeno 4 sicuri) di altri detenuti che hanno subito operazioni
chirurgiche alla testa. E tra l’altro ho appurato che è oggigiorno
usanzanei centri clinici carcerari di operare anche per piccoli
interventi di ortopedia o alle mani, in anestesia totale, i detenuti.
L’ultimo accertamento medico del
28.2.2004 (impedenzometria) porta al riscontro che l’orecchio destro, al
quale sento di più (come dimostra l’audiometria che non riscontra invece
differenze di reazione soggettive ai toni nelle due orecchie se non una
minima differenza in negativo del sinistro rispetto all’orecchio
destro), non risponde ai toni somministrati, reagendo con minime
vibrazioni attorno allo zero (0) alla Timpanometria, il che dimostra la
presenza di apparecchi uditivi, DI CUI NON HO MAI SAPUTO DA NESSUNO MI
FOSSERO STATI INSTALLATI, nei miei padiglioni uditivi.
Cerco qui di spiegare perché
credo si tratti di una gigantesca operazione del IV corpo d'armata (i
carabinieri dei Ros) o del Sismi-Sisde-Cesis-ex-Ucigos, forse con la
collaborazione o il “controllo” dell'Ugap e del DAP (come per lo più
affermano di essere, insieme alla Dia, proponendomi 50 milioni di euro
per starmene zitto e di andare all'estero.
–ci devono andare loro perché
punto A) moriranno con l'ergastolo perché con questo sistema hanno
ucciso centinaia di detenuti e punto B) se non andranno in galera li
troverò io e per loro sarà peggio–
Questa è la mia analisi e non
posso pensare certo diversamente se non che si sia cercato negli anni
passati (soprattutto 1997 e 2000-2001) di architettare una riedizione
di una tipica mistificazione controrivoluzionaria quale fu la gestione
mediatica della campagna repressiva dopo l’azione di Aviano (cfr. il mio
documento del 1998 “A proposito delle chiacchiere di un coccodrillo
infame sull’azione antimperialista delle BR contro la base USAF di
Aviano”), allo scopo di continuare a nascondere la verità
scandalosissima sul tentato omicidio, la violenza privata continuata, la
tortura psicologica, la privazione di elementari diritti (colloqui ecc.)
e le torture via radio e lo spionaggio cui sono fatto oggetto da anni e
che sto denunciando in quanto esplicitamente da me compresi sin
dall’estate del 2002.
Se la mia analisi è corretta
vorrebbe dire che ci sono oltre a risibili giustificazioni
inquisitorie, politiche, ideologiche e “generali”, tipiche di un regime
fascista in costruzione –motivate invece che a colpire la lotta
armata in quanto tale, l’area dei Carc come “partito legale” della lotta
armata, follia politica di regime e travisamento storico usato sin dagli
anni ’70 nella guerra sporca della borghesia– come in passato l’area
dei Comitati contro la repressione (ai quali aderivo a pieno titolo)
documentate e combattute anche in diritto dall’avv.Pelazza in difesa dei
compagni arrestati a Parigi lo scorso giugno 2003 come spiegato in
‘Rapporti Sociali’ n.34– anche tanti e tali interessi a volermi
impedire il nuovo processo , da spiegare il fatto di come sia stato
possibile che sul piano giudiziario-carcerario si siano unite forze
volte a questo obiettivo e che a tale scopo -con l'aiuto di
confidenti carcerari e traditori- si è cercato, dopo aver verificato
l’impossibilità di una collaborazione e dopo averne spiato in ogni modo
ogni scritto ogni parola ed ogni pensiero, di montare un progetto di
annientamento di un comunista, attraverso la distruzione della vita
della persona, attraverso un isolamento crescente e attraverso una
raccolta di dati inediti –per mezzo del controllo mentale e delle
provocazioni e affermazioni improvvise volte a spiare il pensiero di
risposta immediato– che dovrebbe servire ad armare una specie di
vendetta storica principalmente contro le realtà antagoniste, operaie e
proletarie, della solidarietà contro la repressione, alle quali ho
contribuito nei 20 anni di militanza precedenti a questa detenzione,
come ho già scritto nella mia controinchiesta e nei miei comunicati,
denunce e documentazione su quanto sto subendo.
Rappresento l'uso che fanno
della tecnologia informatica e spionistica per far capire che secondo me
quanto subisco fa parte di un progetto politico ben più ampio di settori
deviati della borghesia imperialista e forse della stessa frazione al
potere (governativa) che miravano ad accumulare conoscenze in questa
direttrice -con la scusa della difesa della nazione -basi militari- e
dell'occidente -dopo il 11 settembre- onde gestire chissà quale progetto
di demonizzazione del movimento di classe a partire dai prigionieri
rivoluzionari.
Questo sarebbe anche
dimostrato da coincidenze ripetute tra i miei contatti epistolari dal
1998-1999 in poi (fino al giugno 2000 dal febbraio 1994 io e tutti i
miei coimputati meno uno eravamo privi di censura) e l'avverarsi di
inchieste mirate a gruppi o persone legati a questi miei rapporti
pressocché pubblici connessi esclusivamente a fattori affettivi e
personali o di solidarietà o di circolazione dei materiali (traduzioni,
interventi pubblici, ecc.) che realizzo in carcere sin dall'inizio di
questa carcerazione.
Mi riferisco per quanto ho
potuto ricostruire a varie "indagini":
-la montatura torinese su
Cantarella , riproposta sui media nel 2000, dopo 7 anni, con la falsa
notizia delle “cartine” geografiche a casa mia.
-la montatura sul nesso
ipotizzato dagli inquirenti, con gli Nta (la bufala della testina
rotante e dei “legami” ideologici con me ed i compagni delle Br-Pcc
processati con me).
- la montatura del 19 ottobre
1999 e la sua riedizione del 2002 e nel giugno 2003 in Italia e a Parigi
con l’arresto del compagno Maj; la prima montatura fu interrotta con
l’archiviazione nel 2001 subito dopo la mia presa di posizione critica
verso le posizioni della commissione preparatoria del npci.
- la montatura del gennaio
1999 contro prigionieri di Trani e compagni di varie città.
- la montatura contro Antonio
Lago Iglesias arrestato su mandato della polizia francese e spagnola nel
luglio 2002, ed i compagni della solidarietà verso i prigionieri del
PCE( r ) e dei Grapo.
- le numerose montature e
provocazioni contro proletari comunisti ecc. Affermo queste cose perché
ho riscontrato troppo spesso che vi sono coincidenze tra quanto leggo
(giornali e riviste) e quanto accade di lì a qualche settimana o mese.
Cose molto simili mi accadono
sul piano della vita quotidiana carceraria.
Tutto questo a prescindere
dalla coscienza che ho maturato solo dopo il 10-12 maggio 2002, di avere
una microspia nel cervello o di essere controllato comunque mentalmente
con chissà quali schifezze, nonché dello storpiamento costante dei
miei pensieri (in pratica spessissimo mi stupisco di dover 'correggere'
i miei stessi pensieri come se qualche infame sbirro malefico si fosse
messo a lavorare di gran lena per farmi impazzire o 'cambiare idee'.
Le "voci" dei torturatori in
qualche modo mi confermano questi nessi, però solo con moderazione (onde
non farmi 'suicidare', come se io mi sentissi colpevole del loro
spionaggio o delle loro sublimazioni distorsive e della merda che
cercano di mettermi nella testa da anni) e solo DOPO che io vengo a
sapere di queste cose.
Quindi comunque potrebbe
trattarsi appunto anche di NAZISTI in contatto con strutture dei servizi
(Sisde per es.) che a loro volta informerebbero con circolari
allucinanti gli organi interessati per loro ad essere informati.
Una specie di golpe
strisciante avverrebbe insomma dietro una destabilizzazione sistemica al
contrario, cioè controrivoluzionaria.
Per tutti un esempio
incredibile: poco prima del suicidio inspiegabile di un aeroamatore sul
Pirellone di Milano, mi venne proprio in mente questo 'pensiero' che
avrebbe potuto accadere qualcosa anche sul palazzo della Regione di
Milano. Ora questo 'pensiero' mi venne immediato senza nesso ad un mio
ragionamento in questo senso, mentre un detenuto comune che poi capii
essere colluso alla custodia, avanzava l’argomento, passeggiando,
dell’11 settembre. Quando ho poi letto dopo alcune settimane del fatto
del Pirellone rimasi sconcertato ma pensai ad una coincidenza, tuttavia
di coincidenze del genere ne sono avvenute via via col tempo molte
altre, sicché mi sono convinto che io sono CERTAMENTE sottoposto a
controllo mentale totale e ad INTERFERENZE E SOFISTICAZIONI E
MODIFICAZIONI del mio stesso pensiero tramite tecniche di radio-ipnosi,
di rilassamento, di provocazione con sublimazioni oniriche o di
provocazione con immediata proposta di argomenti improvvisi, tali per
cui qualche infamissima persona si specializzata nel:
A)
creare delle provocazioni nella mia testa
B)
'raccogliere' un risultato evidentemente manomesso del mio pensiero
C)
'girarlo' ai servizi segreti o a chissà chi altro.
Le 'tesi' sulla lotta armata
agitate da magistrati ed inquirenti da anni sono spesso fantasiose ed
allucinanti, tese troppo spesso a criminalizzare i comunisti che fanno
politica alla luce del sole e a quelli che cercano nella clandestinità
di costruire un nuovo partito comunista, legandole ad episodi di lotta
armata, fatti con i quali logicamente non hanno nulla a che vedere per
diversità ideologica.
Tuttavia vi sono state negli
anni delle smagliature che mi permettono in qualche modo di fare
un'ipotesi su questa provocazione:
1.
Quando nel settembre 1996 vidi mia madre a colloquio, e la pregai
di insistere presso il direttore di Novara Fragomeni (che fu anche
direttore a Biella dal giugno al dicembre 1996), di accettare la mia
istanza del 17 luglio 1996 di tornare alla sezione B dove stavano gli
altri compagni con i quali ero insieme fino al mio gesto del 4.1.1996 (e
con i quali avevo condiviso anche pochi giorni prima del fatto le
proteste per far togliere un compagno dall’isolamento giudiziario cui
era costretto dal direttore), questo Le rispose innanzitutto che la
responsabilità era del DAP (all’epoca dell’ufficio, la dr.ssa Rizzi),
secondariamente che per il DAP io ed altri 7-8 prigionieri politici tra
cui un compagno anarchico che era lì alla sez.A (io chiedevo di tornare
alla B), costituivamo un “problema” per il DAP in quanto eravamo
prigionieri irriducibili ma senza appartenenza ad alcuna organizzazione
e quindi di maggiore difficoltà di “gestione”. Oggigiorno le “puttane”
(così si definiscono loro, anche in dialetto veneziano alcune, nei loro
tentativi di blandimento ed “aggancio mentale”, affermando a volte anche
di essere trattenute a forza da 2 anni in una “caserma” per effettuare
queste operazioni) che mi torturano insistono spesso su questo stesso
concetto, come se appartenessero proprio al DAP, allo scopo di spingermi
a “chiedere i giorni” (cosa che mi è stata più volte proposta da vari
appartenenti al DAP –direttore di Spoleto, ispettore, psicologa,
ispettore Gambella di Biella, ecc.- o comunque a “togliere il disturbo”,
come se ci fosse qualcosa di particolare nella mia prigionia, o come se
la mia prigionia dipendesse da me; ossia in tempi infami come questo,
essere persone con una dignità e dei princîpi propri non viene
considerata una cosa accettabile da questo sistema. Oltre a criteri
politici ed ideologici (sono contro la logica premiale e collaborativa
al “trattamento” carcerario dei “benefici” e vi ho pensato solo, per la
gravità della situazione che vivevo e la condizione di parziale
dipendenza psichica e biologica da chi mi torturava con questo sistema,
tra il settembre e il novembre 2002) sono in attesa della revisione del
mio processo, chiesta a gran voce da 45 paesi europei (Consiglio
d’Europa) su sentenza della CEDU e quindi non si capisce perché lo Stato
fascista italiano, se aderisce a convenzioni ed organizzazioni
internazionali che hanno il diritto ad interferire con la sua
amministrazione della “giustizia”, non debba assumersi le proprie
responsabilità. La cosa ridicola è che questi “infami” (così si
definiscono loro nei loro interventi, dopo che nei primi due mesi si
erano qualificati come ufficiali Digos ed ufficiali dei carabinieri) e
queste “puttane” che mi torturano parlano proprio come se loro stessi
fossero “lo Stato” e la cosa purtroppo è forse plausibile. Vediamo
perché.
2.
Ho letto solo sei mesi fa alcune relazioni, scorrendole
velocemente, della “Commissione stragi”, che da tempo chiedevo
all’esterno, sulla base dell’indice della Commissione della precedente
legislatura, ad un amico che mi manda documenti su internet. Leggendo la
famosissima e pluridecorata “audizione” del “prefetto” Ferrigno dell’ex-Ucigos
(antiterrorismo del Viminale), ho potuto “apprezzare” alcuni omissis
abbastanza strani in quanto secondo un lettore modesto in materia come
me non mi pareva vi fossero chissà quali aspetti importanti. Ora, questo
“stratega” della controrivoluzione preventiva, rilevava la
“pericolosità” dei Carc, non si capisce perché, sulla base di un
documento del 1996 della “Cellula per la costituzione del p.c.c.”.
Accennando in particolare ad un documento (secondo lui clandestinissimo,
in realtà circolante quasi pubblicamente come moltissimi documenti di
questo gruppo) che io avevo effettivamente letto a Novara nell’estate
del ’96 e che, spedito insieme a molte altre carte e riviste a casa, era
stato asportato dal pacco con alcune carte giudiziarie (gli atti
relativi alla mia querela al pm Fabbro di Pordenone), tant’è che mia
madre venne rimborsata all’epoca dalle Poste con 110.000 lire italiane.
È forte in me la tentazione, non avendo voluto detto “prefetto” indicare
pubblicamente in detta “Commissione stragi” come e dove avessero potuto
assumere ad atti giudiziari detto scritto, di pensare che probabilmente
le spie che mi spiano tuttora il pensiero, all’epoca segnalarono la
presenza di queste carte nel pacco in partenza dal magazzino del carcere
di Novara, con libri ed altro, cosìcché qualcuno alla stazione
ferroviaria di Novara o Mestre potesse aprire il pacco, prendere quello
che gli interessava, e farlo proseguire nel viaggio senza disturbo.
Infatti in quella “audizione” il prefetto Ferrigno non dice a che
proposito o titolo fa questo “assioma” criminalizzante dei Carc a
proposito della “Cellula”. Che la mia persona sia stata oggetto di
attenzioni in relazione alle montature contro i Carc, è dimostrato anche
dall’articolo del terminale dei servizi “Gomez” sull’”Espresso” del
8.7.1999, che diceva che io ero sotto controllo dei “servizi” (come, se
non avevo all’epoca neppure la “censura” sulla posta, toltami nel 1994
assieme a due dei miei tre coimputati, e rimessami nel 2000 all’arrivo a
Biella) in relazione al fatto che in passato ero stato coimputato del
compagno Maj (in un’altra montatura). Direttore del carcere di Novara
era, ancora una volta, Fragomeni. E in quell’estate mi sparirono 16
lettere e una raccomandata (per la raccomandata esiste il processo a
Novara del 4.12.1998 con il patteggiamento a 10 mesi del responsabile
della censura, che però, avvalendosi del fatto che io –forse
condizionato in tal senso- non mi costituii parte civile, poté omettere
di dare spiegazioni sul chi fossero i destinatari della mia posta
trattenuta illegalmente. Sempre a Novara nel settembre 1996, strano
risulta un fonogramma del 21.9 al DAP del direttore che in relazione a
quella raccomandata dichiara al DAP che io mi trovavo (SIC) in una
“condizione di destabilizzazione interiore” (lo psicologo Regini di
Venezia che mi incontrò il 30.9.1996 non la pensa così) e che tale
raccomandata l’avevo sicuramente letta e buttata via io (SIC) sulla base
di “elementi non surrettizi”. Questo significa forse che Fragomeni
sapeva che io avevo buttato veramente un’altra raccomandata di mia
madre, dopo averla letta, alcune settimane prima ? Come faceva a saperlo
? Non avevo la censura, e in cella in quel momento non c’era nessuno.
Forse mi spiavano l’immondizia ? Non credo. O più probabilmente essendo
un dirigente di 9° livello, sapeva direttamente i miei pensieri, giorno
per giorno, dai miei torturatori, come a volte questi mi dicono per
costringermi ad “arrendermi” perché altrimenti “mi rovinerebbero” (SIC)
facendomi prendere ergastoli per reati che non ho commesso ma che loro
pensano io abbia effettivamente commesso in passato ?
3.
Una prima esemplificazione di questo genere di provocazioni ed
allarmismi creati dalla destra (che dal 1996 al 2001 controllava il
Comitato di controllo sui servizi segreti con l’attuale ministro degli
esteri Frattini) la ho ricostruita anni dopo sulla base dei miei
ricordi, dei metodi che ho via via compreso di provocazione di chi mi
spia, e di alcune coincidenze. Si tratta di questo.
Chi mi tortura via radio, soprattutto
fino al 2001 ma episodicamente anche dopo (di recente con il caso di
Giuliano Ferrara che riportò pubblicamente di essere stato minacciato da
un lavavetri o qualcosa del genere, bé solo pochi giorni prima in cella
mi lasciai andare ad alcune esternazioni contro questa spia della
borghesia nella classe operaia torinese degli anni ’70; poi con il caso
dell’allarmismo sul Vaticano, pochi giorni prima avevo pensato o fatto
in cella una battuta sul fatto che avremmo fatto abbeverare i nostri
cavalli in Vaticano o qualcosa del genere), cerca di “usare” i miei
pensieri per creare “allarmismi”.
È come se un gruppo di “gossip” dei
servizi si fosse messo a spiarmi il cervello con l’aiuto di qualcuno dei
servizi, o meglio come se qualcuno dei servizi, che mi spia nelle
carceri con questo sistema, passasse “informazioni” a pagamento a questi
“gossip” utilizzando anche altri detenuti in contatto radio o diretto
con ufficiali o agenti “gestiti” da questi servizi nelle carceri.
Infatti a volte si autoqualificano come “infami” e “pentiti” di malavita
in servizio alla magistratura emergenziale (al sistema di protezione,
per sua natura segreto, che utilizza sistemi tecnologici anche
sconosciuti agli altri corpi di polizia): un frutto “maturo” della
immonda politica emergenziale del “pentitismo” che, con gente come
Maniero e molti ex mafiosi, ha superato e di molto le bassezze dei primi
Fioroni, Peci, Savasta e via discorrendo.
Anche per questo motivo sono molto stanco
dopo 2 anni di questo “trattamento”. Però lo “spionaggio” del mio
cervello sarebbe iniziato nel 1996 con l’appoggio di un gruppo legato al
Ministero di Grazia e Giustizia di Psicologia di Padova. Dicevo un primo
elemento di forte dubbio in tal senso viene nel 1999, durante l’assalto
imperialista degli eserciti e aviazioni NATO e USA sulla Jugoslavia.
All’epoca lessi delle dichiarazioni di questo Frattini (“Gazzettino” del
4.4.1999) che metteva in relazione, assurdamente, un gruppetto che
bruciava auto di americani e sedi DS, con i Carc. All’epoca mi sembrò
una cosa folle e del tutto ingiustificata né spiegabile con elementi di
indagine, come si dimostrò anche nel 2001 con l’archiviazione (a
settembre, ma resa nota a dicembre del 2001) di questa montatura. Però
con il tempo ho ripensato a quel periodo. Io ho sempre ricevuto tutta la
stampa dei Carc, con rari sequestri illegali di qualche numero, e questo
è normale per un comunista prigioniero. Però è vero che all’epoca ero
molto contento che nella mia zona di provenienza geografica (il
“Nord-Est”) vi fosse chi metteva in pratica dei contenuti di “guerra
alla guerra” anche verso questo partito al governo di traditori della
stessa concezione di pace della Costituzione e della ideologia del
movimento operaio storico. Però da qui, al mettere insieme questi due
elementi, ce ne passa. Nello stesso periodo (come già all’inizio del
1996) iniziavo a subire strane cefalee, evidentemente non si limitavano
più a spiarmi ma iniziavano anche a trasmettermi messaggi subliminali.
Ma Frattini fece proprio un’accusa, un “parallelo” tra queste due realtà
così distanti (come anche i recenti arresti di alcuni studentelli che si
sono detti responsabili di questo ex-NTA che si è rivelato un gruppetto)
dei “NTA” (che all’epoca erano molto “pompati” sui media, per esempio
alla fine del 1997 con una “lista” incredibile di “nomi” di personaggi
“sotto il mirino” del “terrorismo”) e dei Carc, che sono
un’organizzazione che lotta alla luce del sole per la ricostruzione del
partito comunista italiano. Poi col tempo appunto mi sono accorto di
altre similitudini e coincidenze tra pensieri diversi che mi venivano o
cose che leggevo, e provocatori “allarmismi” di questo genere.
Ora ho la certezza che questo gruppo di
“gossip” abbia deciso per fini di eversione dell’ordine costituzionale
di “usare” la mia testa per fare allarmismi e montature sempre più
verosimili(come la falsa rivendicazione agli “NTA” della bomba di
Venezia del 8.8.2001, che per poco ingannava anche me), montature la cui
origine è segreta e deve rimanere segreta (di qui la decisione di
Berlusconi nel 2001 di rinviare di 15 anni la secretazione di indagini
sul “terrorismo”, decisione stranissima perché di gran lunga più lunga
dela durata di una singola legislatura, che al limite potrebbe essere di
sua competenza, e strano che la sinistra non abbia detto nulla a tal
proposito); certezza che potrò dimostrare solo se mi fanno in fretta
(sto aspettando almeno da agosto 2003 l’ultima istanza in tal senso) la
perizia con il “sintonizzatore universale”, gli accertamenti che ho
chiesto per verificare la presenza di mircrochip sottocutanei, o se
ammetteranno l’uso da parte di servizi segreti nelle carceri (o di ROS,
GOM o chicchessia) di microfoni direzionali puntati sui singoli
prigionieri nelle carceri abbinati a sistemi computerizzati di
decodifica del pensiero.
In questo senso va detto che, a parte le
genuine azioni della guerriglia delle BR-PCC e di altri gruppi
effettivamente proletari e sovversivi, siamo in presenza di una
“strategia della tensione” che è costellata di azioni molto strane e
spesso nemmeno rivendicate, che potrebbero essere stragiste ma che poi
non lo sono, e che fa da contraltare all’incrociarsi di fenomeni
eversivi di destra (come “Forza Nuova”, storicamente legata al GI5-GI6
inglese), congregazioni di “borghesia nera” e strutture dei servizi.
In tutti i casi si è trattato di azioni
tese a liberare la borghesia imperialista dai problemi sorti dallo
scandalo di Tangentopoli ed altri simili, così come di tenere sotto
pressione la classe operaia e l’autonomia di classe giustificando la
militarizzazione sociale e i poteri di “emergenza” da riprodurre in
eterno sotto la direzione del Blocco Emergenzialista.
Un quadro di queste azioni (cui ho
aggiunto alcune delle montature giudiziare e mediatiche contro il
movimento comunista) sarebbe impossibile da effettuarsi, ma in termini
sintetici lo ho qui rappresentato:
I riferimenti in verde sono alle campagne
mediatiche, quelli in bluastro alle montature ed operazioni contro il
movimento antagonista ed i prigionieri rivoluzionari, i riquadri in
arancione alle operazioni di falso allarmismo, quelli in giallo ad
operazioni di terrorismo stragista o nero, anche riferibili ad
appartenenti ai servizi o a forze dell’ordine.
Dati i limiti della detenzione, è
probabile che mi sarà impossibile una ricostruzione pubblica più ampia
finché sarò carcerato, in ogni caso queste cose come quelle che seguono
sono sufficienti a farmi optare per la decisione dello sciopero della
fame fino alla morte od all’ottenimento degli obiettivi sanitari,
giuridici e politici che ne sono insiti, che mi prefiggo e che sono noti
al movimento di classe e in misura ridotta anche all’opinione pubblica.
4.
La prima
smagliatura è data dalle notizie della “Stampa” del 14 gennaio 2000
(organo della FIAT di Torino, città dove sono stato operato in anestesia
totale per 7 ore nel 1996) del tutto inutili se reale frutto di
indagini, indizianti secondo me di essere state fatte pubblicare apposta
per “farmele leggere” e spiare la “preoccupazione” che avrei potuto
avere per possibili ulteriori montature ai danni dei prigionieri
rivoluzionari e della solidarietà nei loro confronti (reale primo
obiettivo delle provocazioni che questi maiali mi sparano nell’udito
oramai da 2 anni). Tale tattica degli apparati controrivoluzionari è
stata da me oramai capita, tanto che da tempo quando sul quotidiano che
leggo (che cambio apposta spesso) appaiono paginoni su certe cose,
nemmeno li leggo (es. gli ultimi paginoni di Manconi, ex-“garantista” ed
ora distributore di compiti agli inquirenti di regime, sull’”Unità”
dello scorso gennaio).
5.
La seconda è
stata il fallimento della provocazione della spia tedesca Manfred S….
che fondò in Germania con i soldi del Sismi tra la fine degli anni 80 e
l'inizio degli anni 90 una rivista 'reihe texte', letta dai prigionieri
rivoluzionari italiani sin dall'inizio, provocazione che consisteva
proprio nel creare una tesi di analogia tra realtà diverse (con molte
delle quali dopo il 1995 io entrai in rapporto nell'ambito della mia
attività di solidarietà e studio internazionalista, oltre alla realtà
passata dei comitati contro la repressione per la quale ero già stato
carcerato ed assolto) non già, come erano, sul terreno della solidarietà
ai prigioneri e dello studio della loro esperienza passata di
lotta, bensì ipotizzando
progetti politici 'terroristici' inesistenti. Questa provocazione è
fallita nel dicembre 2000 grazie ai compagni svizzeri di Aufbau che la
hanno denunciata pubblicamente e su Internet.
Ho iniziato a pensare che ci
fosse un nesso tra questa provocazione del SISMI e dei servizi segreti
tedeschi e ciò che subisco riflettendo sul dato concreto di 'a chi'
interessava effettivamente lo scioglimento della 'Piattaforma 19 gugno'
al di là delle reali motivazioni ideologiche che mi avevano portato a
dare solidarietà, uscendone come altri militanti prigionieri
rivoluzionari europei, ai prigionieri del Pce(r)-Grapo che stavano
conducendo una lotta ideologica contro le posizioni di una frazione
dissidente del Pce(r). In effetti a guadagnarci è stata solo la
repressione che in Europa dopo pochi mesi (maggio 2002) si è ritrovata
allineata a livello U.E. (che è ben altra cosa del Consiglio d'Europa
responsabile delle deliberazioni nel merito delle sentenze della Corte
Europea dei Diritti Umani che si è pronunciata anche contro la Turchia
nei casi di Oçalan e di L.Zana) alla follia della 'guerra senza fine'
dei torturatori nazisti yankee che a Guantanamo alle Maldive ed in molti
paesi musulmani ed africani conducono campi di concentramento e di
tortura scientifica con scanner cerebrali e sofisticate sostanze
biochimiche (cfr.Liberazione 7.5.03), ed a luglio del 2002 è scattata la
seconda tappa dell’attacco spagnolo e francese al PCE ( r ) con
l’arresto anche di un compagno dell’AFAPP - Associazione dei Familiari
dei Prigionieri Politici con cui ero in rapporto, sequestrandomi
periodicamente le sue lettere e sequestrandogli le mie sin dal suo
arresto.
6. La terza smagliatura è
stata nel volermi 'associare' (in
questo senso anche le
dichiarazioni alla stampa di Frattini
contro i Carc, di cui dicevamo sopra)
agli Nta sin dal 1999 senza alcuna prova né dato di condivisione
ideologica precisa. Ciò allo scopo di 'destabilizzare' non certo me
impaurendomi per questi articoli (che anzi a me mi lasciavano in quanto
tale imperturbabile) bensi' gli Nta, che avevano per esempio su alcune
questioni una ideologia diversa dalle posizioni che io pubblicamente
portavo avanti (per tutte il loro riferirsi al MRTA peruviano che io, in
linea con la politica del PCP, considero combattenti revisionisti e
strategicamente opportunisti). Da notare che nell'estate 1997, quando si
cominciava a parlare di Nta, subii una grave provocazione mediatica, in
contemporanea dalla mia cella di Opera sparì una cartella di articoli di
giornale sulla presa dell'ambasciata giapponese
di Lima in Perù
da parte del MRTA. Forse all'epoca il controllo mentale su di me era
ancora agli antipodi, perché non mi fu sottratto un bloc notes di
appunti sullo stesso argomento.
Questo tentativo è avvenuto
anche nel 2001 (...) quando a Venezia vi è stata una azione gestita con
un volantino inusuale quanto a termini e lunghezza diretta a colpire il
Tribunale, firmata da varie sigle oltre che dal Nta, allora fu il pm
Papalia a rilasciare dichiarazioni su di me che rasentano la follia, e
che non erano giustificate da nessuna iscrizione a registro
(Il Giornale, 12.8.2001) che
sintomaticamente furono accompagnate lo stesso giorno da dichiarazioni
su un altro detenuto biellese (un confidente noto in molte carceri, come
venni a sapere dal giugno 2002 in poi), su un altro quotidiano (La
Stampa, 12.8.2001).
In qualche modo cercavano di
accusarmi informalmente di questa azione per la quale poi è stato
arrestato solo un neofascista veneziano.
Forse per sanare questa
lacuna dal 26.11.2001 al 15.10.2002 risulto essere stato indagato per
questa organizzazione dalla
Procura di Pordenone,
senza che me ne fosse stata data alcuna comunicazione, in relazione ad
un amico nativo del Friuli con il quale lavoravo in libertà, siamo stati
tutti prosciolti mediante archiviazione.
Ne parlai di questa provocazione
mediatica, all’on.Russo Spena, nel febbraio 2003, ma non mi risulta
abbia parlato o scritto di questa cosa.
Di tale fatto inquisitorio ho
dato conoscenza al movimento di classe appena lo ho saputo (settembre
2002) sin dalla 2a edizione della mia controinchiesta,
pubblicando la mia querela alla Procura
Generale di Trieste contro il pm Montrone del “pool antiterrorismo
veneto-friulano” e contro agenti Digos di Pordenone.
7. La quarta smagliatura
che ho rilevato è stata in relazione al 'caso Pegna', ossia benché né la
mia corrispondenza ne' la sua fosse sottoposta a censura, una mia
lettera finisce sui giornali nel 2002 durante l'arresto-farsa ai suoi
danni. Vi è da dire che a Trani nel gennaio 1999, subito dopo l'edizione
del progetto di manifesto programma del nuovo pci, al cui dibattito io
negli stessi giorni avevo appena contribuito con uno scritto, viene
avviata un'indagine contro all'epoca membri dei Carc di alcune città; io
mi scrivevo con un solo prigioniero di Trani, appunto Pegna, solo
dall'anno prima, dopo alcuni anni che non mi scrivevo lì con nessuno,
perché Michele era stato trasferito lì da Carinola solo dalla primavera
del 1998.
Di tale fatto non informai
nessuno perché questo sospetto mi è sorto solo recentemente
rianalizzando la vicenda Pegna in relazione alla mia situazione e lotta
contro la tortura.
Da ricordare come elemento di coincidenza
anche il mio coinvolgimento mediatizzato nel clamore mistificante della
provocazione contro Michele Pegna (il cui corpo secondo i torturatori a
Livorno sarebbe stato “buttato nel cemento” ed io avrei fatto “la stessa
fine”), ed anche il mio coinvolgimento, di cui i torturatori mi
parlavano a Livorno, nella vicenda del “comunicato” attribuito
falsamente a compagni prigionieri a Trani, (coinvolgimento che tuttavia
non viene gestito processualmente anche se ne ho parlato con i compagni,
e quindi essendo sotto controllo mentale gli “investigatori” SISDE,
SISMI, CESIS, ROS, ex-Ucigos e Digos lo sanno), perché altrimenti
crollerebbe la montatura costruitavi sui giornali con la falsa notizia
secondo cui questo testo sarebbe stato trovato nei giorni immediatamente
successivi all’azione, (il che concorda con la politica di provocazione
fatta contro i prigionieri rivoluzionari a partire dagli articolo
mediatici del maggio-luglio 1999 -anche su di me-). Si trattava del
testo del comunicato in copia dell’azione D’Antona, con l’accorgimento
da me usato di usare un corpo molto piccolo e di mettere “Md’A” laddove
c’era il nome di questo signore per ridurre la quantità di pagine
complessiva, ribattuto al computer, comunicato che avevo ricevuto
dall’esterno non essendo all’epoca sottoposto a censura e dato che era
pubblicato in copia fotostatica -e come testo ribattuto e pieno di
errori- su internet in “cafèEuropa” come avevo letto su “Panorama”
(altra testata che non a caso pubblicava spesso false notizie sui
prigionieri e sui comunicati di rivendicazione), e che avevo spedito in
varie carceri ad altri prigionieri verso la fine di luglio – inizio di
agosto del 1999, quindi certo dopo un certo periodo dai fatti. Questa
montatura del “comunicato ritrovato” è costata un provvedimento di
custodia cautelare a 4 compagni di Trani poi trasferiti a Carinola,
Sulmona e Livorno.
8. La quinta smagliatura
che mi porta anch'essa a pensare al controllo mentale è data da una
provocazione di un detenuto comune che poi ebbi la certezza essere un
confidente, che mi sfuggì con un repentino trasferimento di sezione
appena dopo il 19 ottobre 1999
(data della montatura contro i Carc),
il quale nel luglio di quell'anno mi fece una sibillina domanda
-citandomi un'articolo dell'Espresso che lui poi mi avrebbe mandato e
che io non conoscevo, che parlava anche di me a proposito delle
montature inquisitoriali che venivano affacciandosi ancora una volta
contro l'area dei Carc- articolo che a suo dire avrebbe parlato di "una
'tipografia' dei detenuti di Alessandria"; ora, pochi giorni dopo la
provocazione del 19 ottobre 1999 (che a Venezia sui media fu gestita
facendo riferimento alla mia persona come ex-coimputato di un indagato
in libertà, cercando di terrorizzare lui ed altri con il falso titolo
che erano stati 'arrestati'), sul "Corriere" appare un articolo che per
la prima volta pubblicizza i rapporti familiari di un aderente ad un
gruppo di solidarietà internazionalista che aveva sede nel quartiere
"alessandrino" di Roma. Di qui la 'lampadina' della provocazione di
luglio 1999,
prova del fatto che gli 'inquirenti' ed i servizi segreti utilizzano
detenuti comuni con larga agibilità e credibilità costruita a tavolino,
come spunto di indagini contro i comunisti. Infatti nell'articolo non
c'era alcun riferimento ad alcuna 'tipografia' e tantomeno alla città di
Alessandria. Di tale fatto informai compagni e compagne di detenzione ed
avvocati.
Un altro elemento che fece parte delle
torture livornesi fu la mia amicizia e il passato processo in comune con
il compagno Maj.
Dato l’episodio precedente, poi,
riporto un episodio che mi ha fatto riflettere. Oltre ad essere oggetto
delle “accuse” durante queste torture, senza peraltro alcun particolare
di interesse, c’è la mancata consegna di “Resistenza” proprio il mese in
cui fu individuato a Parigi. Quando vogliono vedere cosa penso di un
certo gruppo di compagni, mi fanno mancare un numero del loro giornale
(ne ricevo di diverse realtà) per vedere anche come opero, se mi
interesso a recuperarlo o meno.
9.
Anche la sesta
smagliatura riguarda il Perù,
quindi “Sendero Luminoso” (nome mediatico del PC del Perù che
guida la guerra popolare), che gli organi di sicurezza di USA ed UE
responsabili dell’aberrazione giuridica e storica (crimine contro
l’Umanità) delle “Liste nere” delle organizzazioni “terroristiche”
giudicano appunto “terroristi”. Alla Rivoluzione peruviana ed alla
guerra popolare ho dedicato molto tempo nel mio lavoro di traduzione e
studio in questa carcerazione per la sua importanza che secondo me è
storicamente provata come lotta di liberazione popolare da regimi
dittatoriali e filo-imperialisti, vendipatria e responsabili di crimini
contro l’Umanità.
Questo perché
nel giugno del 2002 allorquando fui trasferito da Livorno, mi furono
sottratti con l'inganno che mi sarebbero stati spediti dopo, e che non
potevo portare nulla oltre le due borse di ordinanza (quando ben
sapevano che la traduzione era straordinaria e che ero tradotto solo io
e che quindi lo spazio nel furgone c'era, e quando spesso a livello EIV,
il DAP dà ordine alle guardie di farci portare tutto con noi) dei
documenti contenuti in due cartelle che erano depositate in magazzino, e
ciò avvenne stranamente in un giorno feriale pochi minuti prima delle 8.
Contemporanemante da Biella
si iniziarono i preparativi dei pacchi con 150 miei libri, riviste ed
altro; arrivò tutto meno una cartina geografica
politica e artistica
del Perù che avevo fatto
riportando le località ove avvenivano azioni riportate dalla stampa,
che doveva servire al libro che ho scritto sulla guerra popolare tra il
2001 e il 2002.
E nelle perquisizioni a casa
di mia madre e mia del marzo 2002, non a caso andarono a sequestrare
delle vecchie lettere dell'esule peruviano L.A.Borjia con cui avevo in
passato collaborato al suo giornale,
“El Diario Internacional”.
10.
Questa
questione dei miei rapporti “internazionali” è stata oggetto di astuta
ed oscura demonizzazione da parte del regime sin dal mio arrivo nel
carcere di Biella e successivamente, contestualmente all’inizio della
tortura ai miei danni nella primavera-estate 2002, coincidente con la
messa in isolamento del compagno e combattente arabo prigioniero in
Francia Georges Abdallah aderente alla Piattaforma 19 giugno 1999, e dei
prigionieri spagnoli del Grapo e del Pce( r ) aderenti alla Piattaforma
19 giugno 1999 sino al novembre 2001; il trattamento di tortura ai miei
danni è iniziato nel maggio 2002, dopo nemmeno un paio di mesi da due
appelli pubblici di solidarietà con le prigioniere palestinesi di un
carcere israeliano; i miei torturatori mi danno regolarmente scosse
elettriche via radio alle pareti dentali ed altri disturbi in
particolare quando penso o parlo o scrivo “male” degli USA o di
“Israele”. Evidentemente esistono
dei contatti extralegali tra organi investigativi e carceri, attorno
alla mia persona, anche per quanto riguarda i semplici rapporti di
solidarietà con prigionieri politici di altri paesi. Che sono l’aspetto
più colpito dalla censura nei miei riguardi dopo il maggio 2002 e quindi
dopo la Lista UE contro “il terrorismo” (che dovrebbe comprendere, oltre
ad Al Qaeda, solo ed esclusivamente gli USA e i paesi responsabili di
bombardamenti su popolazioni civili, in primis Israele e Turchia).
La montatura sul “Corriere della sera”
del 25.3.2004 (“fuga di notizie gravisima” secondo Alfredo Mantovano di
A.N., forse per coprire il fallimento di questa montatura), riguardante
le calunnie di un detenuto tunisino, Jelassie Riadh, riguardano in
realtà un altro aspetto biellese, la mia amicizia, dal giugno al
settembre 2002, con Mokhtar Bouchoucha, con cui studiavo grammatica e
socializzavo. L’indicare, enfatizzandoli, i miei sentimenti
nell’immediato della prima notizia generica e senza dettagli, del primo
aereo sulle due torri, serve ora ad attaccarmi per impedire alla mia
lotta di acquisire l’importanza che ha per la stessa democrazia nel
nostro paese, questa sì attaccata da un golpe strisciante dei ROS e
delle forze dell’ordine speciali, che non hanno mancato di ripetere
montature e provocazioni contro l’avvocato che ha inteso difendere la
mia lotta e le mie denunce. Forse questo “fatto” servì al direttore
Linguaglossa di Biella a giustificare la sua provocatoria frase su Bin
Laden (cui ho risposto anche politicamente e pubblicamente sin dal
comunicato n.8 del 11.4.2003 in cui ricordavo tutta una serie di episodi
legati alle torture che subisco) e il successivo trasferimento di
Mokhtar a Nuoro con gran gioia (ma celata) di alcuni confidenti e spioni
detenuti comuni in quella sezione.
Questi indizi coincidenti con
sequestri riguardanti il Perù e la questione internazionale possono
essere stati collegati ad
ulteriori provocazioni, oppure sono stati guidati da interessi oscuri
poiché è noto universalmente sia il ruolo di Israele, sia che Fujimori e
Montesionos sono criminali di guerra che hanno goduto per 10 anni di
tutto l'appoggio necessario contro la guerra popolare da parte sia degli
USA sia dei carabinieri italiani che hanno lavorato a consulenze sulle
terribili carceri peruviane e sui metodi controrivoluzionari, anche dopo
il 1986 (stragi dei prigionieri in coincidenza con il congresso
dell'Internazionale socialista a Lima) e anche dopo il 1991 (avvento del
boia Fujimori al potere). Coincidenza vuole che l'ex carabiniere
confidente appoggiato dallo Stato nella sezione per prigionieri
rivoluzionari di Biella pareva fosse molto "incazzato" con me perché
sostenitore del PCP, dato che sembrerebbe che costui, dal passato certo
non pacifista oltre che essere un grandissimo fascistone, era stato
amico di una spia del regime, prete italiano, caduta durante una azione
dell'Esercito Popolare di Liberazione del Perù. Così come coincidenza
vuole che Biella sia città gemellata ad una importante città peruviana e
che l'episcopato biellese sia spesso "all'opera" in quel paese dove da
sempre la chiesa cattolica collabora con le dittature, diversamente da
altri paesi come il Salvador, la Colombia, il Guatemala ecc., dove i
preti, appoggiando le lotte sociali e i rivoluzionari, vengono
assassinati dai gruppi paramilitari.
Questo sesto filone di
coincidenze mi è sembrato alla luce della concatenazione degli eventi e
del trattamento che subisco, importante da segnalare a futura memoria
qualora io non riesca a condurre questa lotta contro il sistema di
tortura e controllo mentale, da vivo, fino alla vittoria.
11.
Allucinanti offese e stravolgimenti circa la famiglia della mia
ex-moglie e i miei rapporti sentimentali (con corredo di cazzate circa
la da loro asserita scomparsa di una compagna mia ex convivente, con cui
non abbiamo più rapporti da 2 anni). Che non a caso hanno trovato una
conferma nella provocatoria uscita di “Repubblica” a dicembre 2003 che
attribuiva falsamente a lei la decisione di divorziare (mentre sono
stato io a proporglielo) costrinbgendo il comune avvocato a far
pubblicare immediata smentita. A che scopo questa provocazione, se non
per causare ricadute sulla mia credibilità politica e umana in ambito
carcerario e forse istituzionale mentre insistevo a Biella per questa
perizia con il sintonizzatore universale ? L’archiviazione del GIP
biellese è del 15.1.2004.
12.
Vari aspetti e stravolgimenti inerenti miei presunti “reati” e processi
passati, che potrebbero interessare seriamente solo a dei folli che si
illudessero di potermi “ricattare” o a dei giornalisti free-lance che si
illudessero di fare qualche “scoop” o più probabilmente a dei manigoldi
abbastanza ignoranti di politica che avessero in appalto queste torture
ai miei danni allo scopo di costringermi alla resa. (Che beninteso un
ispettore di Spoleto mi aveva proposto –rischiando seriamente una mia
reazione fisica- nel novembre 2002 allorquando –poi ammise- “uno
stupido” gli aveva detto di chiedermi se volevo essere “trasferito in
una sezione di tipo diverso”; aspetto che denunciai a direttore e
magistrato di sorveglianza, che potrebbe dimostrare che in coincidenza
dell’inizio del mio uso dello sciopero della fame per avere gli
accertamenti che chiedo da 2 anni, settori deviati dello Stato o uomini
dei servizi o dell’UGAP inseriti qui a Spoleto, avrebbero voluto
verificare se il mio sciopero della fame aveva natura principalmente
conflittuale o vittimistica. Verifica effettuata con la mia dura
risposta immediata, che, anche a seguito del colloquio del 2.12.02 con
il Magistrato di sorveglianza, che si disse disponibile a concedermi
alcuni accertamenti, (all’epoca si parlava di RMN specifica –venne fatta
generica il 28.2.03- e di potenziali evocati –che non vennero
effettuati-), vide la montatura contro Pegna (anche all’epoca si parlò
di “inchiesta bruciata” da parte di alcuni “investigatori”
controrivoluzionari) con il tentativo di criminalizzare ulteriormente la
mia persona forse per impedirmi questi accertamenti, come ora con la
montatura su “Al Qaeda”.
13.
Nei giorni immediatamente precedenti le operazioni controrivoluzionarie
contro la organizzazione rivoluzionaria proletaria BR-PCC, a
torto storico definita “terroristica” dagli USA, le “voci” battevano
e ribattevano il chiodo dei miei rapporti “milanesi” augurandosi invano
che io pensassi qualcosa di negativo per qualcuno di questa città (in
pratica nominavano ripetutamente un amico che mi veniva a trovare a
colloquio ed alcuni altri compagni della solidarietà). Il 22 ottobre,
avveniva c.v.d. un “blitz” di sole perquisizioni a compagni ed aree del
movimento dei centri sociali di quella città, poi ridimensionato dagli
inquirenti e giustificato con la necessità di “non archiviare”
un’inchiesta su di una azioncina incendiaria fallita alla sede Cisl di
Milano di 3 anni e passa prima ! Negli stessi giorni veniva arrestato
il mio avvocato Trupiano da agenti mascherati ROS-DIA. Trupiano veniva
poi scarcerato dal GIP all’inizio di novembre 2003, per totale
insussistenza di indizi. Queste coincidenti operazioni, contemporanee a
quella contro le BR-PCC, avrebbero dovuto servire nella mia analisi, a
queste spie infami, a costruire una repressione nei miei confronti,
privo di difensore, se solo fosse stata trovata qualche carta
“compromettente” a cui alludevano questi cani malati (in particolare
“cercavano” di sapere se e dove fosse reperibile il mio documento sulla
campagna controrivoluzionaria del 1993-1994 su Aviano, “A proposito
delle chiacchiere di un coccodrillo infame attorno alla azione
antimperialista contro la base USAF di Aviano del 2.9.1993” del 1998,
che non è in mio possesso). In questo senso anche la “lettera” che
questo “coccodrillo infame” ha inviato al “Manifesto” sull’articolo del
2.9.2003, pubblicata proprio nei giorni immediatamente precedenti (il
18.10.2003) con un debito commento dell’articolista. Tali “carte”
avrebbero dovuto servire nelle loro “mire” a mettermi “in cattiva luce”
(chissà perché, se le ho scritte io) con il movimento, orchestrando una
operazione coperta da una operazione più pesante. Ma non avrebbero
trovato nulla. Questi cani fanno spesso esplicito riferimento nelle loro
provocazioni cicliche, ad un mio documento che circolò internamente al
movimento nel 2002, passando la censura, e venendomi sequestrato con
TUTTI i miei scritti il 20.3.2002 subito dopo l’azione Biagi
(restituitomi in copia ex art.258 cpp solo nel giugno 2003 con quasi
tutte le altre carte in copia), forse allo scopo di cercare di
“drammatizzare” psicologicamente la mia persona con queste infamie degne
dei peggiori inquisitori della Vandea. Le varie operazioni nel merito
sono fallite, tuttavia l’attacco a Trupiano, teso sostanzialmente a
farlo desistere dal difendermi in questa battaglia che porto avanti
contro le torture elettroniche, si è ripetuto in alcune occasioni e lo
ho qui contestualizzato in quanto coincidente a questo “inizio
autunno” da cappa di piombo della borghesia al servizio degli interessi
della borghesia e della guerra imperialista della borghesia.
Altri 'indizi' del
trattamento di tortura, distruzione di identità, alterazione del
pensiero, istigazione al suicidio, ecc., che subisco ininterrottamente a
livello subliminale, ritengo dall'operazione del 10.1.1996 e dalla
successiva sospetta da me attivazione da parte di una presunta signora
'psicologa' della protesi audiologica o della microspia innestatami
fraudolentemente, e a livello esplicito dal maggio 2002 (episodicamente
con 'preparazioni' sin dal dicembre 2001), li ho menzionati in vari
scritti. Mi riprometto di proseguire il lavoro di ricostruzione mentale
di questa enorme provocazione indegnissima di un paese civile (quale
infatti l'Italia non è certo più se mai lo è stato) qualora nel
movimento di classe emerga la necessità che io faccia dei resoconti più
dettagliati di quali pensieri strani ed in quali occasioni e con quali
coincidenze mi furono innestati e 'registrati' da questi torturatori.
LA
SOLIDARIETA' È UN'ARMA DI LIBERAZIONE DEGLI OPPRESSI E DEGLI SFRUTTATI.
LA VERITA'
È RIVOLUZIONARIA ED È INFINITAMENTE CONOSCIBILE DALLE MASSE.
Saluti
comunistiPaolo Dorigo,
militante
comunista marxista-leninista-maoista prigioniero,
CR
Spoleto, EIV,
01.02.2004 - 04.04-2004
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