COMUNICATO n°20
12.8.03
Le leggi del diritto borghese sono le leggi della dittatura di classista
che è politicamente orientata a difendere i propri interessi.
Lo ho sempre saputo, come ho sempre saputo che sarebbe stato arduo ottenere
il riconoscimento del diritto ad un "processo equo". Cos'è
poi, un processo equo, se non il diritto dell'imputato ad essere condannato
per cause non precostituite? Se ho iniziato, non da solo, queste battaglie
della CEDU, nel '96 con il ricorso dell'avv. Pellazza che ottenne il
successo il 9.9.98, ciò non significa che mi illudessi che lo
stato italiano avrebbe fatto seguire i fatti al silenzio con cui vigliaccamente
non ricorre neppure contro il rapporto finale della Commissione, del
9.9.98. Seguì Pera con le sue proposte di modifica al 111 Costituzionale,
al 513 e 192 CPP. In pratica, introducendo il principio del "giusto
processo" nell'ordinamento penale, basandosi su questa sentenza
CEDU. Occorre ricordare che l'emergenza antimafia" del 1992 portò
all'abolizione di fatto per i reati di "mafia" e "terrorismo"
(quale è considerato dall'ordinamento italiano il reato o meglio
i reati per i quali sono stato condannato nel '94-'96), portò
al 41-bis, portò ad un ordinamento processuale ben peggiore di
quello precedente al "nuovo processo penale" istituito dal
nuovo codice di procedura penale (CPP) del 24.10.1989. Ora, le leggi
della maggioranza, emendate dai DS, introduco la possibilità
di "revisione" del processo anche per i casi di processi,
come il mio, in cui sia intervenuta censura della CEDU (o, se della
Commissione, cioè il I° grado rispetto a cui la Corte era
l'appello prima della soppressione della Commissione, da parte del Comitato
dei Ministri del Consiglio d'Europa). Ma i DS hanno voluto che venisse
introdotta l'esclusione per i reati di "mafia e terrorismo".
Qualcuno obietterà che, con quel ricorso, accettai il piano del
diritto borghese. Né più ne meno di chi ricorre in Cassazione.
Qualcuno obietterà che si è fatto un favore ai potenti,
che con i loro denari possono ottenere condanne CEDU e quindi nuovi
processi. La storia non va giudicata per le manovre e i cavilli della
borghesia ma per ciò che significa in termini di contraddizione:
aver contribuito a far emergere una contraddizione ancora insanabile
tra guerriglia e Stato anche su questo campo è, ancora una volta,
una vittoria maggiore che non l'essere stato assolto in un nuovo processo.
Perché il silenzio dei media di oggi (a parte il Manifesto del
29.7.03) è talmente dimostrativo del regime in cui si arrabatta
oggi il sistema, che gli storici del domani e le masse ed i carcerati
di oggi, ben sapranno giudicare torti e ragioni.
In definitiva, se il Senato non correggerà la svolta alla legge
di revisione delle Camere, il Parlamento avrà approvato un altro
pezzo di fascismo: il "giusto processo" non può essere
fatto per reati "speciali" in cui lo stato sia "parte
offesa".
Introduciamo qui, in chiusura, un altro concetto. I reati di "terrorismo"
sono, al di là delle loro fattispecie concrete, reati di "pericolo
di pericolo". Costituiscono cioè reato in quanto concorrono
a mettere in pericolo l'ordinamento vigente, classista e fariseo. Quindi
in un certo qual senso, lo Stato borghese ha "coniato" i reati
di associazione sovversiva per scopo di terrorismo, un po' come Mussolini
aveva coniato il reato di associazione sovversiva semplice. Non è
una novità, ma chi oggi assiste incredulo alla mobilitazione
Diessina del dicembre 02 dopo il blitz cosentino, ricordando che tali
reati erano volutamente RICHIESTI dal P"c"i negli anni '70
contro analoghi movimenti di contestazione politica e sociale proletaria,
si rende conto che la forza del sistema sta solo nella nostra attuale
debolezza e divisioni, nelle divisioni interne al campo proletario,
colpito e saccheggiato dagli sfruttatori del lavoro salariato e dai
torturatori di regime, che "ci sfruttano, ci ammazzano, ci sbattono
in galera, e questa la chiamano libertà".
L'Europa si tura il naso, come altre volte (vedi liste nere, ecc.),
e il fascismo continentale di nuovo tipo continua imperterrito. Alla
faccia dei "giusti processi"!
Paolo Dorigo
Militante comunista prigioniero
CR Spoleto, EIV, 12.8.03
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