Comunicato n°19
28.7.2003
Ho appreso, ottenendone copie tramite avvocati, delle richieste e del
dispositivo di archiviazione di una "indagine" per 270 bis
della Procura della Repubblica di Pordenone (n°7917/01) che erano
ufficialmente iniziate, secondo questo documento il 26.11.2001, ossia
all'inizio del trattamento di vessazione e torture iniziato a Biella
nel dicembre 2001 e divenuto permanente con mezzi tecnologici di radiotrasmissione
e intercettazione del pensiero, dal maggio 2002.
Non si comprende quale sia la "notizia di reato" che dette
via alle indagini: un sequestro di un plico contenente un documento
da me stilato in quel periodo, "Alcune riflessioni necessarie",
rientrò nel luglio scorso, e quindi pur essendo avvenuto proprio
quel 26.11.2001, essendo l'archiviazione del 15.10.2002, non è
possibile che la "notizia di reato" fosse questa. L'argomento
della provocazione, gli NTA.
Quello che è certo, oltre al fatto che curiosità sull'attentato
di Venezia al tribunale erano state anche di detenuti confidenti, oltre
ad essere oggetto di illazioni del PM Papalia sul "Giornale"
del 12.8.2001, è che queste "indagini compiute" hanno
avuto per oggetto un mio amico ed ex collega di lavoro, Ezio E., oltre
ad altre persone che non conosco, Giampiero S.. Ora si acclama che "il
fatto non sussiste". Tale situazione concorda con le ipotesi da
me avanzate che chi mi tortura sia in qualche modo collegato alla magistratura,
in quanto io scrissi a Ezio se voleva venire a trovarmi a colloquio,
solo dopo la metà di dicembre 2001, dopo 8 anni che non avevo
sue notizie; certamente avevo PENSATO di farlo qualche settimana prima.
Che mi si impediscano i miei rapporti con le mie zone e ambiente, lo
si sa. Che si imputi di 270 bis un amico solo perché disponibile
a venirti trovare a colloquio, sotto microspie ed occhi di confidenti
tesi ad udire ogni tua frase, è un po' meno tollerabile, specie
perché la giustificazione con la quale mi si è impedito
sino ad ora di vedere Ezio è perché ha avuto una denuncia
nel '78 per occupazione abusiva!!!
Peraltro questa archiviazione non arriva dopo un anno, o 2, dall'inizio
delle indagini, come è plausibile (mentre proseguono evidentemente
a Bologna, Napoli, Roma, come della montatura della "lettera"
misteriosa" di M.P. di cui scrissero i giornali a dicembre, su
imbeccata della Procura e Digos di Napoli, Roma e Bologna); arriva il
15.10.2002, cioè 40 giorni dopo le mie denunce a lorsignori delle
mancate notifiche dei sequestri che proprio nell'ambito di tale procedimento
7917/01/Pordenone, mi si facevano, a partire dal maggio 2002, come ho
evidenziato nella mia controinchiesta!
La doppia coincidenza (dicembre- maggio) cui si aggiunge la repentina
archiviazione, di modo da NON permettermi di conoscere CHI e COSA avesse
provocato questa indagine, conferma i miei sospetti circa la frammistione
servizi-carcere Biella-confidenti, attorno alla persecuzione della mia
persona con la nuova "scusante"; tutte manovre che servono
a giustificare da parte della Direzione centrale della polizia di prevenzione
e del Comando nazionale dei ROS, o da parte di chi mi sta torturando
non fossero loro, la continuazione del "trattamento". La tortura
continua. Devono pur giustificarla con l'esecutivo.
Tutto ciò conferma le mie ipotesi e porta ad alcune considerazioni.
a) nel carcere di Biella qualcuno gestiva i rapporti con chi ancora
oggi, mi tortura, e questo, plausibilmente, continua anche qui.
b) Questa indagine, successiva di poco all'11 settembre, ed inerente
gli NTA, coincide con l'inizio delle torture esplicite nei miei riguardi,
cioè ben oltre il già incredibile spionaggio del pensiero
che perdura dal 1996, e questo avviene nel dicembre 2001.
c) La vicedirettrice nell'aprile 2002 dopo una mia protesta per il sequestro
giudiziario (Torino, anche questo archiviato, per 270 cp) di una macchina
da scrivere, mi disse che era avvenuto per "motivi giudiziari".
Quindi "qualcosa" c'era. Ma le archiviazioni servono a coprire
le "fonti".
d) Anche il decreto di sequestro della posta del 6.5.02 del PM di Pordenone,
riguarda Biella, perché è a Biella che doveva essermi
notificato, cosa che non avviene, mente invece, dal 10-12.05.02, iniziano
le torture.
Mentre continuo lo sciopero della fame alternato per tre giorni a settimana,
i torturatori hanno abbassato di molto il volume del loro "interferire
uditivo", mentre continuano a spiare il pensiero, ad offendere
e provocare, ma hanno perso potenza nei dolori che mi affliggono.
Oltre all'ipotesi della ricetrasmittente miniaturizzata, M.K.Ultra ,
si aggiunge quella dell'azione "biologica". Esiste una particolare
sintonia che la coclea produce sia in ingresso che in uscita, attraverso
ioni di calcio e potassio carichi di elettricità. Modificando
questi valori con un'iniezione di particolari sostanze, si potrebbe
allora produrre il "telefonino umano". Questa possibilità
genetica spiegherebbe la perdita progressiva di potenza, con il ricambio
del sangue e gli indebolimenti dovuti allo sciopero della fame. Del
resto "Israele" anticipò anni fa la produzione di particolari
"armi biologiche mirate".
Questa possibilità si somma alle avvenute decrittazioni del pensiero
umano e quindi chi mi tortura potrebbe veramente far parte di una equipe
di ricercatori connessi a qualche apparato statale italiano, certo non
estraneo alle carceri.
Leggo da "Principi di neuroscienza, 2° edizione", di
Kandel-Schwartz-Jessell (V.I. sistemi cerebrali sensoriali; 32. la funzione
uditiva; "Le onde di fluido nella coclea fanno vibrare le cellule
ciliate"):
"Le diverse zone della coclea rispondono in maniera selettiva alle
singole frequenze acustiche.
Intorno agli anni '80 due diversi
gruppi di ricercatori A. Crawford e R. Fettiplace, e R. Lewis e A. Hudspeth,
hanno osservato che le cellule ciliate
posseggono anche una sintonia
elettrica (risonanza elettrica).
La stimolazione meccanica depolarizza
e interpolarizza alternativamente le cellule in quanto aumenta e diminuisce
l'ampiezza delle oscillazioni spontanee di correnti dovute ai Ca2+ e
ai K+.
La risonanza meccanica delle cellule ciliate.
è
perciò accoppiata alla sua rispondenza elettrica
L'interazione
di queste diverse risonanze sintonizza le singole cellule ciliate a
una determinata frequenza
L'intero processo di trasduzione può
anche lavorare in senso inverso, in modo tale che sia l'orecchio a produrre
suoni, processo, questo, cui si da il nome di EMISSIONE OTO-ACUSTICA.
Suoni emessi in seguito allo spostamento della membrana del timpano
ottenuto in tal modo, possono venire registrati nel canale uditivo esterno,
e compaiono spesso come un eco che segue una stimolazione acustica normale
o in maniera spontanea, con ogni probabilità in seguito a movimenti
delle cellule ciliate. Queste emissioni otoacustiche descritte per primo
da David Kemp, costituiscono una semplice prova clinica dell'integrità
delle cellule recettoriali ed una testimonianza dei processi attivi
che stanno alla base della trasmissione dei suoni nell'orecchio interno.
Anche il cosiddetto TINNITO, o fischio nell'orecchio, PUO? TALVOLTA
ESSERE IN RELAZIONE A QUESTE EMISSIONI SEBBENE IN GENERALE, sia piuttosto
espressione di fatti irritativi a carico del nervo acustico." (pagg.499-502).
Ora, dovevo leggere un manuale di neuroscienze che cita una sola volta,
questo, il termine TINNITO o ACUFENE, per leggere un'ipotesi interessante
che conforti quel senso "FISICO" di un suono in uscita, che
come me, anche altri detenuti vivono (lo ho appurato in due casi); mentre
leggendo un'intera rivista sugli acufeni della ACTA, associazione degli
otorinolaringoiatri italiani, non ho letto alcuna ipotesi del genere;
ma il libro è del 1998 e la rivista del 2001!
E' assai probabile che qualcuno sappia come intercettare le frequenze
di questo acufeni, ed è assai probabile che senza esami approfonditi
di audiologia, il mio caso non si possa risolvere. Ma la medicina penitenziaria,
nonostante in 11 mesi dall'unico esame audiologico, sia diventato appunto
sordo dall'orecchio sinistro, o quasi sordo, fa di tutto per dichiarare
l'inutilità di altri accertamenti.
Si sa che cane non mangia cane, e si sa che la medicina è una
delle corporazioni più chiuse. Ma si sa anche che i rivoluzionari
mal si adattano a far da cavia a qualunque esperimento scientifico,
sia esso con microchip sia esso con qualsiasi altro sistema!
Paolo Dorigo
Militante comunista prigioniero
CR Spoleto, EIV
28.7.2003
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