Studio ulteriore sugli agressori torturatori di Paolo Dorigo stesura 5.6.2010    
contenimento in chiave antisovversiva; qualifica l'identità degli aggressori come: filo-israeliani, filo-americani, filo-nato, probabilmente cislini ed ex socialisti approdati al partito di Berlusconi, probabilmente radicali. Però potrebbero essere "eroi-negativi" in chiave leghista (Opera,San Raffaele, centro clinico; Torino, CTO, Veneto) che sono ben addentro le rotelle del Viminale e della "sanità" analizzano il comportamento politico, le analisi, i discorsi, i dialoghi, allo scopo di istillare elementi di scontro e contraddizione. La loro tecnica non tende alla verità ma alla distruzione dei legami.

In certi casi può essere anche positivo, ma in ogni caso si tratta di un'inteferenza, quindi negativa.

Tendono a trasformare, demonizzandola, ogni valenza di giustizia e rivalsa sociale delle classi subalterne, in "terrorismo".
istillazione e provocazione delle "tare" della persona: la loro identità si qualifica come fascista, sado-maso partendo da dati informativi inesatti vessatori e calunniatori, cercano di rafforzare gli elementi tipici di ogni demonizzazione: la persona colpita è depravata, fuori dal normale. La loro tecnica tende a trasporre sull'obiettivo le proprie porcate. Trovano proseliti e trivialità inenarrabili. Cercano di rappresentare come l'avanguardia rivoluzionaria del proletariato sia in realtà una persona come gli altri, con mille vizi e difetti.
aggressione e minaccia; hanno studiato Skinner. fingendo di essere persone od organismi dello Stato o delinquenziali avverse all'obiettivo della tortura, cercano di impaurire. La loro cultura è che chi ha paura ha colpa Agiscono all'improvviso nei momenti di tranquillità, di modo da "raccogliere" per il proprio "pubblico" da "prima fila" elementi di conferma alle montature precedentemente costruite. Producono reazioni violente, sputi a terra, minacce, elucubrazioni di una violenza enorme. Questo rimanda alla matrice cultural-scientifica degli aggressori, il loro metodo è skinneriano.
subcultura della violenza: matrice dei colpevoli: la subcultura del carcere il loro obiettivo è cooptare la vittima delle torture ai loro desideri: persona funzionale ad azioni di violenza programmata a distanza, e giocattolo erotico. sfiancando la vittima e poi portandola allo sfinimento, psichicamente questa poi si "adagia" sui "sogni virtuali" (vedasi La guerra della scienza) e sul "sesso virtuale" (vedasi La controinchiesta) Danno luogo a controtattiche da copying per cui la persona vittima si rassegna al fatto che la verità non esista, e che nessuno possa aiutarlo. In questo modo si spinge la vittima a rafforzare gli elementi critici negativi e a perdere di vista le opportunità positive. Non sempre è possibile tenere il baricentro corretto neppure essendone consapevoli.