La sequenza degli eventi è propria di una degenerazione che trae origine dal revisionismo, dal suo sviluppo antioperaio ed antiproletario, dalla sua falsa ideologia e dalla falsa ideologia di coloro che ne simulavano la critica per poi approdare a soluzioni opportuniste e multiolori.
La sequenza degli eventi dimostra che la borghesia si sta guerreggiando, ma conduce poi una guerra disorganica e assimmetrica contro il proletariato e le sue organizzazioni politiche e sindacali, a tutti i livelli.
Ciò può avvenire non solo a causa della penuria socio-economica, ma soprattutto a causa del fatto che la politica della "ristrutturazione per la guerra imperialista" si è dimostrata effettivamente la politica portata avanti dalla borghesia multinazionale.
Quindi, sin dal 1991, con il plauso di tutto l'arco politico italiano, con l'ausilio della partecipazione militare alle avventure mafiose e criminali militariste (Somalia per fare un esempio, Iraq la prima, Bosnia, Kosovo e Federazione Jugoslava poi, quindi dopo l'11 settembre, ancora Iraq e Afghanistan), si è incrinato e distrutto il rapporto civile e politico interno alle organizzazioni storiche delle masse.
I cervelli di merda della borghesia interni alla "sinistra", mentre permettevano la pagliacciata di "rifondazione" orchestrata con ex sindacalisti riformisti come Garavini e Bertinotti (cui si aggregavano tutti o quasi tutti gli ex gruppettari opportunisti trovatisi disoccupati politicamente a causa del grave e pressante livello di scontro cui era giunta la lotta di classe), iniziavano a costruire la nuova cordata della "solidarietà nazionale" sull'onda della lotta alla "mafia" (a quella armata), utile a far deviare la magistratura dalla resa dei conti cui stava giungendo il Paese con la classe politica (Tangentopoli), avviando sul piano interno alla classe operaia il passaggio ristrutturativo-distruttivo, con la politica della concertazione con i padroni, delle rappresentanze sindacali, ecc.
D'altro lato, la parte più abbietta della Democrazia cristiana avviava e introiettava il partito della Lega in certe regioni, trasformandolo in rappresentanza reazionaria "Vandea" del nord est e di certe parti della Lombardia, per combattere con le merci del centro europa, il modello Toscano-Emiliano, e da parte sua, la cordata più legata ai grandi poteri economici e finanziari avviava il progetto del "berlusconismo", costruito dal regime mafioso-craxiano nelle pieghe della solidarietà nazionale in cui si era ritagliato un canceroso spazio crescente nello "yuppismo" degli anni '80.
Sviluppatisi questi due cancerosi sistemi economici nel cuore del paese, con il plauso delle compagini mafiose e camorriste, iniziava lo smantellamento dello stato sociale da una parte, e della natura sindacale delle principali o.s., trasformate in centri di rappresentanza della borghesia e del padronato dentro il movimento dei lavoratori, a sostituire l'oramai deceduto vecchio "pci".
La guerra, l'arrivo di milioni e milioni di immigrati, forza lavoro a basso costo, legittimava i governi di centro-sinistra, a non cambiare anzi a normalizzare, il sistema razzista europeo di Schengen anche in Italia, favorendo l'indebolimento del movimento operaio, e favorendo la distruzione delle garanzie occupazionali, attraverso la abolizione degli uffici di collocamento e la liberticida politica liberista che favoriva le interinali ed estendeva le deroghe in vigore a favore degli schiavisti delle cooperative.
I giovani che sono diventati eterni "ragazzi" da sfruttare e convogliare nel sistema telematico-mediatico, come forma virtuale di raffigurazione, falsa identità e falsa realizzazione sociale, con la collaborazione della falsa sinistra della "conoscenza" che ha cercato di operare nel campo dell'insegnamento e dell'università e della ricerca, come volano di affermazione dei principi falsi e fascisti della meritocrazia, dell'individualismo, della carriera. Mentre i giovani diventano sempre più precari, se non si uniformano al sistema di morte del capitale, se non si fanno spie dei propri compagni di lavoro.
La maggior cazzata prodotta dalle organizzazioni rivoluzionarie in questo frangente fu quando nel 1999 le Br affermarono che non sussiste una "questione generazionale". Grandissima balla, esiste eccome, basta vedere la biografia di Marchionne, di Cacciari, di Bettin, di Veltroni e di tutti i pagliacci che vendono menzogne intellettuali in edizioni annuali, certo non possono essere le loro cazzate a bloccare la deriva morale e culturale del paese, ove prendono piede cialtroni ed abbietti reazionari di ogni genere, di cui i Leghisti sono solo una parte, che giungono sino a riaffermare il razzismo, e a negare che alla Risiera di San Sabba si bruciassero persone, e tutto questo, mentre buffoni stragisti di proletari come Violante, argomentano di "dignità" delle "due parti" nella Guerra di Liberazione, od altri come Veltroni, tra un sostegno ai fascisti e l'altro, ritirano i cimeli dalle sezioni e propagandano il cinema come massima partecipazione culturale del Popolo.
Molti titolari di impresa, titolari di cooperative, capi del personale, impiegati e dirigenti delle interinali, sono così ex sindacalisti, venduti e trafficanti di esseri umani.
La politica criminale e mafiosa dei governi Berlusconi, così è stata inficiata solo parzialmente dai due governi Prodi, e addirittura, nessuno si beve oggi la storia delle dimissioni di Prodi del 2008 come una scelta dovuta e necessaria, sennò, quante volte avrebbe dovuto dimettersi Berlusconi ?
Il miglior alleato di Berlusconi è il falso partito democratico, al cui interno certo vi sono milioni di lavoratori e giovani, ma sono illusi, perché non è una politica democristiana che può fermare la mafia. Miglior alleato della mafia è la cosiddetta politica antimafia, perché essa non mette in discussione le basi della mafia, ossia lo sfruttamento degli esseri umani.
25 aprile dunque come simbolo e memoria viva e vivente della necessaria Insurrezione.
Che in nome della Democrazia, non potrà che essere guidata dal Proletariato, il quale però, non dovrà abdicare, come in passato fece, a false "elezioni democratiche", se prima non si toglie il voto a chi ha interesse economico e quindi politico, a che si mantengano le diseguaglianze sociali.
(24 aprile 2011)