“Europa”, il quotidiano della quota DL del futuro Pd, è ogni
giorno che passa sempre peggio rispetto al giorno precedente.
L’articolo di spalla di giovedì 25 ottobre - non firmato dal
titolo “A sinistra spunta un cartello” - è quanto di peggio si possa immaginare
nella gestione dei rapporti tra partiti alleati di governo: o meglio, è il
ritorno della vecchia DC e dei suoi modi di intendere la battaglia politica
(occorre ricordare il famigerato “In cabina elettorale dio vi vede, Stalin no!”). Scrive l’anonimo articolista: «Pecoraro
Scanio implorava i cronisti di non chiamare la nuova aggregazione ‘Cosa rossa’:
il destino dei Verdi è segnato. Una leadership incapace di districarsi fra le
cifre del riscaldamento globale non poteva che condurli in una Cosa rossa.
Senza mollare il passaporto per il 2 per cento (l’attuale sbarramento per
entrare in parlamento, n.d.a.): il simbolo del sole che ride».
Il pennivendolo prosegue con: «Diliberto resta aggrappato al suo
di passaporto: falce martello e stella, un altro 2 per cento garantito. Sono
brand di nicchia ma non si cedono al buio».
Lo scribacchino, poverello, attacca tutti coloro che ritiene rei
di voler mantenere il proprio simbolo e fare tutt’altro di quanto escogitato
dalle ‘menti superiori’ che faranno nascere il Pd - distruzione totale di due
partiti per aggregarsi a formarne uno solo del quale non si sa nulla se non che
il suo leader sarà Uolter Veltroni: niente
simbolo, assenza di uno statuto, nulla sul suo programma futuro - e risulta
alquanto infantile nel lanciare l’accusa, al Pdci ed al suo giornale, di incoerenza
rispetto al progetto della Cosa rossa. Certo,
il simbolo della margherita era patetico, così come lo erano tutti quelli che
avevano trasformato il parlamento in un orto botanico (quercia, margherita,
ulivo, rosa, garofano), ed era più che evidente che non avrebbe portato nulla
in termini di voti, a differenza dei simboli del lavoro: purtroppo per l’imbrattatore
di carta, ed i suoi referenti politici,
lo scudo crociato è proprietà del Vaticano e dei suoi servi sciocchi
dell’Udc. A questo proposito avremmo
proprio voluto vedere se il simbolo della Balena Bianca fosse stato di
proprietà dei margheritini: ci avrebbero rinunciato tanto a cuor leggero? Non crediamo proprio, visto il legame
profondo con la tradizione cattolica ed il voto assicurato di suore, preti, frati
e bigotte varie!
Nello stesso giorno Pane e Cicorie, sulla “Repubblica” - pagina 7,
articolo non firmato dal titolo “Rutelli: «idee e non salsicce per la festa del
Pd»” - afferma di voler pensionare la “Festa dell’Unità” per dar vita a
kermesses di nuovo tipo, aperte ai giovanissimi, nelle quali il momento più
importante sia il dibattito politico; questa sì che è coerenza politica:
siccome la Festa dell’Amicizia - così si chiamavano le kermesses organizzate
dall’allora DC per contrapporsi a quelle del vecchio Pci revisionista - non
hanno mai retto il confronto, allora che si provveda a cancellare anche questo
ultimo simbolo della superiorità dell’organizzazione ex revisionista, in modo
che tutto sia grigio e piatto come nella ‘migliore’ tradizione dei democristiani
doc.
Stefano Ghio
Torino, 25 ottobre 2007