Chi tradisce Paolo Dorigo
Nel 2004-2005, un movimento di migliaia di persone sostenne Paolo nella battaglia che conduceva con più scioperi della fame destinati a durare sino alla morte, ma interrotti prima (luglio 2004) per le promesse scritte ottenute dal Tribunale di Sorveglianza di Spoleto circa l'espletamento di visite specialistiche mediche in ospedali civili e non in ospedali penitenziari, poi, dopo il tradimento di queste promesse, e i tentativi reiterati di far i furbi, con la minaccia di trasferirlo al centro clinico delle Vallette a Torino, dove sarebbe senz'altro stato fatto oggetto di ancor più pesanti torture.
L'obiettivo dello sciopero della fame, non fu di uscire prima dal carcere, né la "grazia", tanto che Paolo la rifiutò sdegnosamente più volte, denunciando più volte (ed interrompendo i rapporti con) chi se ne faceva latore, in varie occasioni, ma era appunto portare la verità di questi infami trattamenti di tortura tecnologica. Dopo l'appello di suo padre, nel novembre 2004, si mossero varie personalità.
Paolo ha sempre rifiutato, da prigioniero sequestrato senza un processo ed una condanna regolare, sia i benefici carcerari (riduzione pena per buona condotta), sia la "grazia" più volte propostagli da un regime di mercenari e di mercanti abituati a comprare tutto e tutti.
Massimo Cacciari, all'epoca sindaco di Fatua, disse che Paolo sarebbe stato aiutato a rientrare nella società.
Una volta ai domiciliari ed espletati gli esami che gli davano ragione (settembre e novembre 2005), Paolo era ancora senza lavoro. Aveva rifiutato un lavoro da spazzino (ironia degli infami antimarxisti, che sapevano del manifesto di Lenin che spazza l'immondizia dal mondo e volevano irridere su di esso, manifesto la cui ristampa fu la prima proposta politica nella vita di Paolo, durante il festival nazionale de L'Unità del 1973, al quale, ragazzino, collaborò full time) non solo perché fuori contratto (una cooperativa che avrebbe pagato 850 euro al mese), ma anche perché il Magistrato di Sorveglianza a quel punto non solo gli toglieva le 2 ore quotidiane per fare la spesa durante i gg di lavoro, ma pure nei gg festivi. Vi fu un sit in militante davanti al suo ufficio, con la Digos che cercava di impedire ai manifestanti di fare scritte sui muri, e in seguito la cosa finì in Tribunale a Trento.
Nemmeno successivamente, nessuno propose un lavoro a Paolo, il quale vive a carico dei suoi familiari, sin da quando è uscito dal carcere, in quanto non solo non ha un salario, ma ha mille ostacoli anche alla sua promozione culturale ed artistica-editoriale. Per questo di fatto Paolo chiuderà la sua esperienza di piccolo editore al 31.12 di quest'anno.
Ma Paolo lavorava e produceva, PRIMA di essere sequestrato dallo Stato Italiano sulla puzzolente parola di malandrini e di magistrati in carriera, e tenuto in galera e torturato per oltre 11 anni e 5 mesi e poi ancora un'altro anno ai domiciliari, portando il suo pre-sofferto di carcerazioni a quasi 16 anni senza una sola condanna esecutiva (l'anno cui fu condannato da minorenne dal Tribunale di Venezia ordinario il 27-9-1977, fu con la condizionale).
Certo non lo può fare adesso, non può produrre consulenza informatica per ditte normali, dato che il segreto industriale ad essa connesso verrebbe meno con il trattamento che subisce, né vende facilmente i suoi quadri, dato che dedica tutta la sua resistenza e tempo alla famiglia, al Sindacato, che ancora non ha un grande bilancio per retribuirgli un salario operaio, ed all'Associazione cha ha fondato.
Mentre muoiono i suoi amici, e i traditori aumentano di numero, rimane senza lavoro e sta con gli oppressi. I medici che di volta in volta vengono contattati per l'operazione chirurgica, di volta in volta vengono consigliati di rinunciare, e rinunciano. Medicina democratica ed Emergency, invece semplicemente non hanno risposto. Varie persone che si erano impegnate, via via, non si sa sulla base di quali oscure pressioni, si ritirano dalle campagne della AVae-m, questo accade dopo e nonostante il successo di opinione pubblica della campagna nazionale del marzo-giugno 2006. Il primo ad avere un comportamento incoerente è Russo Spena, che pur supportando lo sciopero della fame del settembre-dicembre 2006, si rende latitante alla campagna dopo la refertazione radiologica del aprile 2007 a Feltre.
Dal 2007-2008, un'altra ex prigioniera politica, Fernanda Ferrari, il cui compagno è ancora in carcere (dal 1982), scrive un libro, La tomba vuota con nome, ammettendo torture tecnologiche attuate nelle carceri sin dal 1982-1983, da Pisa in poi. Questo libro importante, addirittura viene taciuto anche dal "manifesto", e non fu possibile organizzarne delle presentazioni se non a Genova, città dove vive Fernanda; e questa mancanza specifica di appoggi, è importante rilevarla, perché l'autrice conosce vari attuali collaboratori del giornalino; la spiegazione va ricercata nel fatto che i dissociati non intendono ammettere questi "sistemi" che, forse, hanno patito tutti i prigionieri dello Stato accusati di "terrorismo". Va detto che il "manifesto" in effetti è sempre stato supporter di tutte le più infami battaglie politiche all'inverso, dalla dissociazione di Negri e Segio-Ronconi, alla soluzione politica di Moretti-Curcio-Balzerani, fino all'ultima porcata avvenuta a Marghera (la ridicola "unità" tra il bonzetto Casarini e il superbonzo Rinaldini), e che non a caso, ha sempre cercato di gestire la battaglia di Paolo a senso unico (Strasburgo e "grazia"), dato che non può, il "manifesto", acconsentire che vengano messi alla gogna tutti i "supereroi" che servono allo Stato a dimostrare l'impossibilità della Resistenza attiva, della Guerriglia di Popolo, della Rivoluzione. Anche perché, in caso di Rivoluzione, "il manifesto" perderebbe subito tutto, essendo di proprietà di ricchi capitalisti.
Se vuoi aiutare Paolo, scrivi telegrammi di "vergogna" all'attuale Sindaco di Mira dove abita, ed al precedente ed attuale Sindaco di Venezia, che, nonostante le mobilitazioni che ci furono, e le pubbliche sottoscrizioni di intenti, hanno continuato nella politica di discriminazione politica e sociale in varie maniere, senza esercitare la propria autorità politica e pubblica a che certi sistemini dello Stato e degli apparati correlati, cessassero, almeno nei propri territori di competenza, e senza supportare le denunce di Paolo e della Acofoinmenef (ex AVae-m), anzi, contribuendo al loro silenziamento.
Se puoi, manda aiuti economici. Se li mandi, comunicalo anche per sms al 334-3657064 grazie.
Aiuti economici tramite postepay (Poste italiane) 4023 6005 9587 6469
oppure sul CCP 65650418 (ABI 0761-CAB0200) intestato a Dorigo Paolo MIRA VE
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