DETENUTO PERDE 12 CHILI PER PROTESTA
Chiede il trasferimento al Due Palazzi
Il
Gazzettino di Padova, 2 settembre 2005
Giuliano De Checchi vuole tornare a
Padova. Il quarantacinquenne pluripregiudicato di Fossò, protagonista di una
stagione della microcriminalità della riviera del Brenta si trova da diversi
mesi nel carcere di Fossombrone, in provincia di Pesaro. E non si trova bene.
Non si tratta di cattivi rapporti con le guardie carcerarie o i compagni di
cella: il carcere di Fossombrone è una casa di reclusione modello. Più piccola
del Due Palazzi di Padova, e forse con maggiori possibilità di attività
lavorative e di formazione, essenziali per una persona condannata a passare
degli anni tra le quattro mura di una cella. Giuliano De Checchi, che sta
scontando una condanna definitiva a otto anni di carcere per traffico e spaccio
di sostanza stupefacente, chiede di ritornare a Padova per curarsi.
Negli ultimi mesi è stato colpito da una
infiammazione alle ossa del piede e all'articolazione del tallone nota come
speronite. In pratica in corrispondenza della parte posteriore del calcagno si
formano dei depositi di calcio, delle specie di speroncini come quelli dei
galli, che oltre a dare il nome alla sindrome, provocano dolori lancinanti ad
ogni passo. L'infiammazione si può curare, ma non in tutti gli ospedali. In
quello di Padova sì, ed è proprio lì che Giuliano De Chechi, difeso
dall'avvocato Giuliano Tiribilli, vuole tornare. Per convincere
l'amministrazione penitenziaria ad accogliere le sue istanze, De Checchi da due
settimane ha deciso di aderire a una forma di protesta nonviolenta: lo sciopero
della fame. Ha già perso oltre dodici chili. La pratica dello sciopero della
fame rischia di minare in maniera seria il fisico del detenuto, visto che per
poter sopportare le fitte di dolore causate dall'infiammazione, assume
antidolorifici che ingeriti a stomaco vuoto intaccano seriamente le mucose
intestinali.A complicare la posizione di De Checchi in prospettiva di un
accoglimento delle sue richieste una circostanza avvenuta quando ancora si
trovava libero, anche se soggetto fin dal dicembre 2001 a sorveglianza speciale
con obbligo di soggiorno. Una sera dello scorso anno fu trovato in compagnia di
una donna, anch'essa colpita da misura cautelativa e fu arrestato dai
Carabinieri di Camponogara.Ora l'avvocato Giuliano Tiribilli gioca la carta
dell'oggettiva esigenza di cure urgenti, che non possono riassumersi nelle
quotidiane somministrazioni di farmaci da parte dell'infermeria del carcere.
Giuliano De Checchi ha bisogno di cure ed è da escludere che nelle condizioni
in cui si trova possa avere in animo di evadere dal Due Palazzi: la speronite
causa talmente tanto dolore da non permettere la deambulazione se non in punta
di piedi, a talloni alzati. Da escludere quindi il pericolo di fuga.