“Liberazione” del 4 settembre ci informa sulla festa nazionale di
Essere Comunisti, l’area d’opposizione più importante del partito
bertinottiano, e lo fa attraverso un pezzo di Simone Oggionni - il coordinatore
nazionale di Giovani e Comunisti, il raggruppamento giovanile dell’area. Vogliamo qui richiamare un paio di passaggi
interessanti dell’articolo per dimostrare, ancora una volta, come la dirigenza
rifondarola continui a prendere in giro sia i suoi elettori che i suoi stessi
aderenti. Il ministro della Solidarietà
sociale - Paolo Ferrero - venerdì sera, intervenendo ad un dibattito della
festa, ha dichiarato che «il Prc non si accontenterà più, a partire dalle
pensioni, dal protocollo sul welfare e dalla prossima Finanziaria, di qualche
ritocco», subito spalleggiato in questo ragionamento dal deputato Alberto
Burgio, secondo il quale la svolta in politica economica «deve invertire quella
tragica tendenza che ha riportato nel 2006 la quota della ricchezza nazionale
destinata al lavoro dipendente ai livelli del 1951, oltre quindici punti
percentuali sotto alla quota del 1972».
Come conseguenza di quanto sopra ci si aspetterebbe che i parlamentari
citati dicessero chiaramente che, nel caso questo non accadesse, Rc-Se è pronta
a provocare una crisi di governo: invece no, probabilmente non passa loro
nemmeno per l’anticamera del cervello, ed è quindi da interpretare come la
parola definitiva della dirigenza rifondarola la dichiarazione del coordinatore
nazionale dell’area - il senatore Claudio Grassi - che, chiudendo domenica l’assemblea
nazionale dell’area, afferma che occorre «difendere e rilanciare il partito;
non cedere alle pressioni di chi vorrebbe estromettere il Prc dal governo ma
mantenere nel contempo un atteggiamento di conflitto e critica costruttiva».
A questo punto sorge spontanea una domanda: perché mai i rappresentanti
del Pd dovrebbero concedere qualcosa a questi signori, sapendo già a priori che
il governo non sarà mai messo in discussione, a prescindere dalle decisioni che
prenderà?
Insomma, questa è l’ennesima presa per i fondelli verso gli elettori
e persino dei militanti: da una parte si afferma che il partito sarà
inflessibile, ma dall’altra si esclude sin d’ora una fuoriuscita dalla
maggioranza di governo.
Stefano Ghio
Torino, 04 settembre 2007