GLI INFAMI SI VEDONO DA COME RIPORTANO LE NOTIZIE
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Il blog di
caparossa
caparossa | 22 Giugno, 2007 10:43
Si parlava
altrove di "mele marce" e "spirito
d'appartenenza".
Dietro a
tutto ciò, ovviamente, c'è una storia, una
tradizione.
Anzi, una
Tradizione.
Buona
lettura:
La polizia li chiamava «Vendicatori della notte» Erano
specializzati nel pestaggio dei detenuti
LE RIVELAZIONI DELL’EX CAPO DEI NOCS SALVATORE GENOVA
«Squadre di
torturatori contro i terroristi rossi»
Padova: quei
brigatisti seviziati alla Celere dopo la liberazione del generale
americano
La polizia
li chiamava «Vendicatori della notte» Erano specializzati nel pestaggio dei
detenuti
di ENZO
BORDIN
La fonte è
il mattino di Padova di domenica scorsa
LE
RIVELAZIONI DELL’EX CAPO DEI NOCS SALVATORE GENOVA
A 25 anni di distanza dalla liberazione del generale americano James
Lee Dozier (27 gennaio 1982) trova conferma l’ipotesi di squadre di polizia
specializzate «in torture e sevizie degli arrestati» create alla fine degli
anni Settanta. Dopo quanto affermato al processo per i fatti del G8 di Genova
dal funzionario di polizia Michelangelo Fournier, ecco le rivelazioni di un
altro poliziotto, Salvatore Genova, che ai tempi del caso Dozier, come capo dei
Nocs, finì sotto processo a Padova con altre quattro «teste di cuoio».
All’operazione
antiterrorismo erano pure presenti alcuni agenti della Cia, peraltro mai
identificati. In primo grado (presidente del tribunale Francesco Aliprandi) gli
imputati vennero condannati per lesioni volontarie nei confronti del brigatista
Cesare Di Lenardo, e un sottufficiale di polizia fu incriminato in aula per
falsa testimonianza. In appello l’accusa a carico degli imputati fu derubricata
in abuso d’autorità e poi prescritta in Cassazione.
Adesso Genova, dirigente della Polfer alla soglia della pensione,
in un’intervista al quotidiano «Il Secolo XIX» conferma a posteriori l’assunto
accusatorio delle «squadrette torturatrici» ipotizzato al processo ai Nocs di
Padova. «Fin dai tempi delle Br sono esistiti, nella polizia, corpi
speciali,]soprannominati “I vendicatori della notte” e “I cinque dell’Ave
Maria” specializzati nell’esercitare torture e sevizie sugli arrestati»,
sostiene Genova. Un passato da parlamentare, fu tra i poliziotti in servizio
nel luglio 2001 al G8 del capoluogo ligure: «In quell’occasione i superiori ci
hanno lasciato in cinquanta davanti a ventimila. Posso permettermi di svelare
dopo 30 anni di servizio alcuni dei mali profondi della polizia», rileva,
raccontando di aver pure denunciato a più riprese, a chi di dovere, l’esistenza
delle «squadrette».
Tornando
al trattamento usato coi carcerieri del generale Dozier, secondo l’ex capo dei
Nocs almeno cinque brigatisti vennero sottoposti a torture nella sede del
reparto mobile di Padova: legati, ad occhi bendati, e obbligati a bere
abbondanti ,dosi di acqua e sale, una tortura all’«algerina» come solevano fare
i francesi dell’Oas contro il fronte di liberazione. Fra destinatari di tale
trattamento anche il Br Antonio Savasta. Ecco cosa Genova riferisce sul punto
riportando il commento dell’allora capo della colonna brigatista veneta: «Ma
perché continuano a torturarci se stiamo collaborando?». Savasta fu pure
«narcotizzato con siero della verità», come documentato da Gianni Riotta,
allora giornalista del «Manifesto», il 12 febbraio 1982.
Ma negli
«esercizi di stile» in fatto di tortura si sarebbero verificate sevizie
peggiori. L’avvocato Antonio Lovatini, patrono di parte civile per Di Lenardo
al processo contro i Nocs, ricorda che al suo assistito «ruppero un timpano» e
«bruciarono testicoli e pene». E venne pure sottoposto ad una «finta
fucilazione, nudo e con secchiate d’acqua gelida». Il 27 febbraio 1982,
Magistratura democratica riunì l’esecutivo a Bologna elaborando un documento
che, letto a posteriori, suona assai significativo: «C’è il dovere di procedere
sempre tempestivamente d’ufficio alle opportune indagini e agli esami
medico-legali necessari per accertare se arrestati e detenuti abbiano subito
illecite violenze», affermarono i giudici della componente progressista.
Da parte sua, l’irriducibile Di Lenardo
uscirà presto dal carcere per fine pena.
Il militante br-pcc Cesare Di
Lenardo è carcerato dal 28 gennaio 1982
E non è mai uscito dalla galera