ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE

 

“Settembre è il mese del ripensamento” recita un verso di una canzone del cantautore bolognese Francesco Guccini, ma per il governo italiano evidentemente non è affatto così.  “la Repubblica” di giovedì 13 settembre, a pagina 17, ci informa circa una dichiarazione del ministro della Difesa - Arturo Parisi - il quale afferma, come il giornale di Eugenio Scalfari titola l’articolo di Alberto Mattone: “Parisi: altri 250 militari in Afghanistan”; nell’occhiello, poi, si specifica che verranno inviati anche “in Iraq 40 carabinieri per addestrare la polizia”. Il contenuto, poi, è assolutamente illuminante poiché smaschera definitivamente alcune delle peggiori menzogne sparse a piene mani dal governo di centro(falsa)sinistra. L’ineffabile ministro afferma che quanto previsto per l’Afghanistan è solo « un temporaneo incremento di uomini, in concomitanza con l’assunzione da parte dell’Italia della responsabilità del comando della regione di Kabul... come peraltro già fatto da Francia e Turchia».

A parte l’insensatezza del raffronto con quanto fatto da altri in precedenza (se gli altri si buttassero da un ponte, il ministro li seguirebbe?), ciò che interessa particolarmente è che, subito dopo quanto sopra riportato, Parisi aggiunge «vorrei che fosse chiaro che la nostra missione in Afghanistan non è un’azione umanitaria»; in questo modo il titolare del dicastero della Difesa smentisce definitivamente la versione, da sempre sostenuta dal governo, di “operazione di mantenimento della pace (peacekeeping)”, cominciando a chiamarla - pur non usando mai il termine ‘guerra’ - con il proprio nome.  Questa dichiarazione ha due meriti principali: il primo è di dissipare ogni dubbio sulla vera natura della missione, e quindi di rendere chiaro a tutti come questo governo si ponga fuori e contro la stessa Costituzione borghese alla quale ha giurato fedeltà al momento del suo insediamento; il secondo è quello che fa piazza pulita della foglia di fico che ha permesso alla cosiddetta “sinistra radicale” di votare il rifinanziamento della missione, non permettendole di continuare a prendere in giro i suoi stessi iscritti ed i suoi elettori. A questo punto questi signori della cosiddetta “sinistra radicale” dovrebbero almeno chiedere scusa pubblicamente a Franco Turigliatto e a Fernando Rossi per averli pesantemente insultati per il voto contrario al rifinanziamento delle missioni all’estero, arrivando persino a cacciarli dai gruppi parlamentari; tutto questo, a maggior ragione, dal momento in cui si scopre che l’Italia non si è affatto totalmente ritirata dall’Iraq (ma come potevano non saperlo persone che fanno di mestiere i parlamentari?) ma ha lasciato a Baghdad 30 militari, ai quali ora si aggiungono altri 40 carabinieri.  Per quanto tempo ancora dovremo sopportare le bugie, le omissioni, le reticenze ed i ricatti di Mortadella e di tutta la sua banda, da Diliberto a Mastella passando per tutti gli altri?

Via il governo della guerra!

Stefano Ghio

Torino, 13 settembre 2007