BASTA APPANNAGGI STRATOSFERICI!

L’(in)fausto ha dichiarato, lo riprendono tutti i maggiori quotidiani del 17 maggio, che <i costi della politica sono abnormi. Un conto è retribuire parlamentari e consiglieri regionali, altro è arrivare a stipendiare rappresentanti nei comitati di quartiere. Una parte della rappresentanza deve essere considerata militanza politica, e come tale, non deve avere appannaggio>.

Il presidente della Camera dimentica l’uso che TUTTI i partiti - compreso il suo - hanno sempre fatto dei cosiddetti comitati di quartiere (si suppone si riferisse alle Circoscrizioni): un luogo di parcheggio per aspiranti dirigenti dei partiti, dove ‘farsi le ossa’ ed imparare a ‘vivere di politica’; ricordiamo che un semplice consigliere di Circoscrizione intasca circa Euro 1.000 al mese, ben più di quanto possa guadagnare un precario impiegato in un call-centre con contratto part-time.  Ma vi è anche un altro settore di aderenti ai partiti che ambisce ad entrare in Consiglio di circoscrizione: l’esercito dei ‘trombati’, coloro che magari hanno avanzato la proposta, agli organi preposti dal proprio partito, di essere candidati ad una carica elettiva di un certo livello (Comune, Provincia), hanno ricevuto un diniego, e vogliono ugualmente soddisfare le loro esigenze di egocentrismo.  Occorre dire che le parole dell’(in)Fausto sono assolutamente condivisibili, ma riteniamo che questo provvedimento sarebbe comunque soltanto un palliativo, visti gli appannaggi stratosferici che si danno i signori Onorevoli; se volesse realmente porre un freno a questo spreco di risorse, dovrebbe proporre di: decurtare almeno del 50% l’appannaggio dei parlamentari - sia italiani che europei - e dei consiglieri regionali; eliminare le inutili sedi circoscrizionali; dare seguito alla promessa fatta, ai tempi dell’istituzione delle Regioni nel 1973, di eliminare le Province - e non continuare ad aumentarle per meglio spartirsi le cariche elettive.

Questi provvedimenti, se attuati, porterebbero ad un sostanziale risparmio per le casse dello stato, provocherebbero inevitabili mugugni nell’esercito di politicanti, ma forse avrebbero il pregio di smascherare una volta per tutte coloro che fanno politica solo perché si guadagnano cifre stratosferiche e non per amore del proprio paese.

Forse non è il caso di tornare ai tempi di Cavour, quando era chi voleva fare politica attiva a dover pagare per fare il deputato, ma una bella e sostanziosa decurtazione di appannaggio farebbe molto bene.

Stiamo certi che queste misure non saranno mai proposte da nessun parlamentare, meno che mai da chi - come Rc-Se e PdCI - si proclama difensore dei lavoratori, ma in realtà pensa solamente al proprio tornaconto personale o di gruppo.

Stefano Ghio

 

Torino, 17 maggio 2007

 

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