“La Stampa” del 27 settembre, a pagina 4, titola «La sinistra a
Prodi ‘Questa manovra è tutta da rifare’»: la cosiddetta “sinistra radicale”
contesta l’impianto della legge Finanziaria per il 2008, presentata da
Mortadella e Padoa-Schioppa ai segretari dei partiti della maggioranza, coadiuvati
dai capigruppo alla Camera e al Senato.
In effetti il ‘cahier des doléances’ è nutrito, e ognuno dei segretari
della sinistra della coalizione ha di che mugugnare: come al solito, però, il
più incisivo appare il segretario del PdCI, Oliviero Diliberto, il quale lascia
la riunione in anticipo ed esplicita il suo dissenso al documento presentato
dal Ragioniere pazzo - che il presidente del Consiglio dei ministri definisce inemendabile,
scaricando apertamente l’eventualità di una crisi di governo sulle spalle della
cosiddetta “sinistra radicale”: «Io da qui non mi muovo. Dovrete assumervi la responsabilità
di una rottura» (“il manifesto”, pagina 7, articolo a firma A.Fab. dal titolo “Prodi-sinistra,
sfida sulle rendite”) - dichiarando: «così non va. Possibile che solo io mi
accorga di quanto malcontento c’è in giro? Non ho sentito da Padoa-Schioppa una
sola parola sul precariato, nulla sugli sprechi. Si sottovaluta la protesta.
Voi (rivolto a Prodi e TPS) avete deciso di sfidare la sinistra e di
accontentare i poteri forti». Per la
verità anche il resto della cosiddetta “sinistra radicale” non è stato tenero
nei confronti dell’impostazione del documento: Franco Giordano (segretario di
Rc-Se) ha asserito che «qui si difende la rendita speculativa, non ci sono la
ricerca, l’ambiente, la redistribuzione. Manca un progetto di cambiamento»,
mentre Alfonso Pecoraro Scanio (portavoce dei Verdi) ha osservato come non ci
sia «per l’ambiente devastato nemmeno un soldo»; anche il ministro dell’Università,
Fabio Mussi, ha contestato l’impianto della legge, e per tutta risposta si è
sentito dire dal Maratoneta emiliano: «Io mi assumo la responsabilità di
portare questo impianto al Consiglio dei ministri», dando così di fatto ragione
al furioso segretario del PdCI.
Sembrerebbero dichiarazioni di guerra, quella degli esponenti
della cosiddetta “sinistra radicale”: ora vedremo se, conseguentemente alle
parole, daranno vita ad azioni concrete che possano portare, qualora il
Ciclista bolognese non desse loro ascolto, ad una crisi di governo. Stia tranquillo, Mortadella: come al solito
questi signori sbraitano tanto, ma poi non hanno il coraggio di dare conseguente
seguito alle dichiarazioni, «altrimenti tornano le destre»; semmai dovrà temere
che siano i democristiani della coalizione a far saltare il banco, per poter
così escludere i ‘pericolosi sovversivi’ della cosiddetta “sinistra radicale” e
realizzare le alleanze di nuovo conio così care a Pane e Cicorie - al secolo Francesco
Rutelli.
Torino, 27 settembre 2007