ALTERNATIVE O ALTERNANZE

Il 1° giugno esce nelle edicole - veicolato dal settimanale “Left” - la nuova rivista bimestrale “Alternative per il socialismo”, diretta dall’(in)Fausto presidente della camera.  Secondo quanto scrive Ida Dominijanni sul “manifesto” dello stesso giorno a pagina 6, essa «riporta all’ordine del giorno “il tema del socialismo oltre il novecento (che) ha bisogno di una coraggiosa sferzata di revisionismo culturale, di segno opposto a quello egemone dall’89 in poi», il che presupporrebbe un ritorno alla sinistra revisionista kruscioviana-brezneviana, se non fosse per quanto viene scritto successivamente: «il lavoro di “Alternative” dovrà nutrire la costruzione di quella sinistra di alternativa cui Bertinotti affida il compito di riempire ‘il vuoto politico’ che c’é a sinistra, facendo leva sulla ‘risorsa’ del movimento altermondista e degli altri movimenti; quanto alla pratica, la stella polare resta la nonviolenza e di più non si dice».  Esso semplicemente significa che occorre ripartire dal movimento altermondista che non ha nulla a che fare con quello comunista, essendo il primo dominato dal pensiero “il movimento è tutto, il fine è nulla”, mentre il secondo ha ben chiaro che il fine deve essere necessariamente la presa del potere per poter cambiare lo stato di cose presente. Ancora una volta il presidente della camera si candida alla gestione dell’esistente ed alla relativa cancellazione di qualunque seria alternativa ad esso, limitando la sua protesta alle eccessive distorsioni prodotte dal ‘turbocapitalismo’, che producono per lui e per il suo partito dei costi in termini di consensi e di voti, la sola dimensione alla quale è realmente interessato.

Stefano Ghio

Torino, 01 giugno 2007

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