1977... tentativo di criminalizzazione degli avvocati difensori del movimento (Soccorso rosso). Relative criminalizzazioni in occasione di eventi di scontri, o incidenti, e grande movimento di solidarietà sostenuto da Parigi da Guattari e molti altri intellettuali, che culmina nel convegno di Bologna a fine settembre, dove Marco Boato è pesantemente sanzionato dal movimento reale. Marco Boato era segretario di Lotta continua a Trento e a Padova.

1978... su "Rosso" Toni Negri in un anonimo editoriale pubblica "Per il partito dell'Autonomia". Tale forzatura risente del tentativo di porsi come organizzazione dirigente da parte del 3° polo rivoluzionario allora nel paese, i CPV-CPO. Tuttavia il tentativo nel milanese naufraga, e l'anno dopo il Negri si ritrova accusato in una immane montatura (avente il duplice obiettivo di piegare Negri e di ridurre l'Autonomia ad orpello della borghesia dietro l'accusa del teorema allucinogeno Negri=capo delle Br) che lo porta a divenire deputato dei Radicali nel 1984, e di lì a pochi giorni fuggiasco a Parigi.

1979-1980... le ondate repressive riducono il lavoro politico proletario dei CPV nel padovano ad una campagna di lotta contro la repressione; nel vicentino il terrorismo di Stato dopo la morte di quattro compagni, riduce ancor più lo spazio politico; nel veneziano, cresce il lavoro nel territorio e nel polo industriale, e inizia di nuovo la presenza attiva delle Br. Si forma così una cupola padovana CPV-COCORI che convoglia in una organizzazione di tipo diverso, orientata nelle fondamenta alla dissociazione ed alla soluzione politica.

1981... l'esito della campagna Taliercio delle Br porta la cupola padovana dell'autonomia, oramai denominata MCV, ad una presa di distanze che va ben oltre l'esplicazione della base operaia contro un esito cruento, va verso la cancellazione dei principi rivoluzionari costruiti nella lotta degli anni precedenti.

1982... La cupola padovana inizia la nuova regolamentazione del "movimento"; i comunisti autentici ed i proletari conseguenti si organizzano altrove. Toni Negri stila il documento dei 51, manifesto dei dissociati. Il quotidiano "il manifesto" dà loro ampio spazio da allora al 1988. Franceschini di lì a poco si uniformerà, su una personale interpretazione del conflitto di classe.

1982-1985... Mentre la cupola padovana agisce da braccio legale della dissociazione, chiunque si muova ancora nel solco della lotta di classe rischia l'incriminazione per associazione sovversiva ed accuse di azioni peraltro commesse da ben altri, giugendo anche alla delazione pubblica (cfr. assemblea alla gran guardia di Padova, marzo 1984). Così i dissociati possono costruire movimenti "mediati", come quello sul nucleare, ed in alcune situazioni, iniare a costruire le mediazioni per gli spazi sociali, che poi andranno ad utilizzare in forma mafiosetta, con il placet delle istituzioni.

1986-1989... Mentre l'avanguardia combattente delle OCC si sviluppa e scontra con la repressione ad un livello molto alto di scontro, nasce la 2a soluzione politica dopo la dissociazione di Negri e soci. Nel 1987, Curcio, Moretti e Balzerani, ammainano bandiera bianca e ottengono lo spazio della Rai e dei media della borghesia, nonché finanziamenti del prode golpista Dc, Piccoli.

1990-1997... Si sviluppa una fase di notevoli colpi di coda e di testa degli arresi, che spesso si associano alle campagne denigratorie della borghesia tese a ridurre e sconfiggere sul nascere i tentativi di rilancio della lotta armata. Negri è ancora in Francia, a fare il docente di lusso alla Sorbona. Si fa aprire la strada dal Cerica, che si fa arrestare con un trucco, va a consegnare il portafoglio di un cittadino che l'ha smarrito, ad un commissariato di Roma. Così si fa incarcerare a Roma, dove prepara l'arrivo di Negri, altro "buon samaritano". Ma alcuni prigionieri rivoluzionari sputtanano la montatura della 3a soluzione politica tentata,

1998-2001... Nel movimento antagonista chi ha abbandonato le organizzazioni del proletariato, si inventa una nuova teoria, la globalizzazione e l'antiglobalizzazione. Questa nuova teoria, dovrebbe servir loro a sminuire il peso del marxismo-leninismo tra le giovani generazioni, e, con l'aiuto dei media, organizzarsi in maniera "diversa"; aderendo ai Verdi da una parte, e facendo i buoni contro i black-block, dall'altra. La lotta armata ci riprova, ma con metodi e stile di lavoro superati, e con un'analisi politica sostanzialmente poco incline alla demistificazione delle teorie borghesi. I media enfatizzano il ruolo dei "prigionieri"; così Casarini e molti altri si dichiarano contro una azione delle Br. Come dire: chi non dice NO, è complice. Stessa logica di Mussolini, chi NON è iscritto al partito fascista, non lavora.

luglio 2001... il regime risponde ad uno schieramento di movimento, imponente anche se viziato da aree opportuniste. La repressione e la morte di Carlo Giuliani danno la misura di un livello di scontro concreto, che non  appartiene alla soglia della volontà soggettiva, ma che appartiene ai dati di fatto storici. Solo che i più si sbracciano per limitare le deduzioni al contesto repressivo.

11 settembre 2001... La piazza fontana mondiale della borghesia porta sconquasso ovunque. Mentre nel 1999 si era sviluppato un ampio movimento contro la guerra in Jugoslavia e l'intervento Nato, pochi alzano la voce contro la guerra in Iraq e Afghanistan.

2002-2004... Nelle carceri le denunce di Paolo Dorigo contro le torture tecnologiche e le numerose lotte dei prigionieri comuni, danno il segno di una aberrazione che è la regola, e questo si unisce alle notizie che giungono sulla repressione delle giornate di luglio di Genova del 2001.

2003... La distruzione della rete delle nuove Br-pcc evidenzia limiti politici prima ancora che organizzativi.

2007... La repressione del Pcpm evidenzia dei limiti anche ideologici di cui si avvantaggia una repressione sostenuta dai falsi antagonisti, che giungono persino, al tendone del Dal Molin, al vietare la parola ai giovani del Gramigna di Padova, a pochi giorni dall'arresto di molti loro compagni.

giorni nostri... Mentre le condizioni rivoluzionarie maturano, le divisioni nel movimento di classe si accrescono, ed il ruolo istituzionale dei noglobal viene sempre più alla luce nonostante le mascherate repressive condotte con particolari metodi dalla controrivoluzione. La rivoluzione proletaria mondiale, in crescita con le guerre popolari in molte parti del mondo, è censurata negli ambienti "noglobal", interessati più alla loro vita di cricca che non agli interessi generali del proletariato.

La repressione si fa anche tecnologica, anche nei confronti dei settori del sindacalismo di base e di classe.

La storia continua, ma una cosa sola è sicura:

NESSUNA SOLUZIONE POLITICA
LA STORIA DI IERI E' STORIA DI OGGI
VIVA LA RIVOLUZIONE PROLETARIA MONDIALE
PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO