www.paolodorigo.it 3-1-2005

 

Sui diritti ed il lavoro dei volontari

(alcuni “idealismi”)

 

A prescindere dal valore umano e al contributo che questi/e cittadini/e danno ai carcerati/e, che soffrono mancanza assoluta o quasi di rapporti sociali e di aiuto dall’esterno, relegati in contenitori nei quali le persone con un potere di un certo tipo riescono comunque a non farsi mancare ciò di cui necessitano, sempre presi dalle dinamiche potere-rispetto-“decoro”-riconoscimento/del/ potere/del/rispetto-potere-rispetto-“decoro”..., e che sono subalterni e coerenti anche agli impianti di massima deterrenza poiché non li mettono giammai in discussione se non con rivendicazioni dubbie ed opportuniste di modo da non mettere mai in discussione il proprio “ciclo vizioso” di referenzialità reciproca loro e dei vari marescialli …

A prescindere da questo, vanno espresse alcune critiche proletarie:

·       Rispetto agli anni ’70, la situazione non è migliorata, ma i volontari sono “incapsulati” nel loro ruolo, perquisiti, a volte umiliati, avvertiti di ciò che possono o no fare, da cafoni che arbitrariamente pongono la “sicurezza” sopra ogni cosa.

·       Del resto a volte son successi problemi … ma in realtà ne parlano molto di più di questi problemi (es.Ivrea uno o due anni fa) che di quando sono direttamente le guardie a portare la droga in carcere.

·       La cultura del “volontariato” è troppo succedanea a quella del “trattamento” penitenziario, i cittadini/e del resto non capiscono che le promesse non vengono mai mantenute se non c’è, dietro, qualche mercanteggiamento.

·       Non esiste una difesa del/della volontario/a “sgradito” alla struttura detentiva, un po’ come quando un monarca caccia dei giornalisti da un paese.

·       Le attività sono troppo “lodate” ed enfatizzate e questo fa sorgere il dubbio che siano fatte apposta per illudere e sforzare emozioni irrealistiche nei detenuti, anziché tradursi SEMPRE in fatti concreti.

·       I “difensori civici” di natura regionale sono una baggianata, o il difensore civico è di sezione con un telefono per poter contattare anche le strutture dove il detenuto assente è stato trasferito, per poter contattare magistrati e medici all’esterno, o ditte che necessitano di lavoratori, ove il difensore civico IMPEDISCE con la sua presenza (e rotazione ma rimanendo vicino agli stessi detenuti) abusi e suicidi (specie la sua presenza nei giorni festivi) oppure è un palliativo. È meglio sia dello stesso sesso dei detenuti, per evitare problematiche con le guardie, dato che dovrebbe essere sempre in sezione.