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3-1-2005
Sui diritti
ed il lavoro dei volontari
(alcuni
“idealismi”)
A
prescindere dal valore umano e al contributo che questi/e cittadini/e danno ai
carcerati/e, che soffrono mancanza assoluta o quasi di rapporti sociali e di
aiuto dall’esterno, relegati in contenitori nei quali le persone con un potere
di un certo tipo riescono comunque a non farsi mancare ciò di cui necessitano, sempre
presi dalle dinamiche potere-rispetto-“decoro”-riconoscimento/del/ potere/del/rispetto-potere-rispetto-“decoro”...,
e che sono subalterni e coerenti anche agli impianti di massima deterrenza poiché
non li mettono giammai in discussione se non con rivendicazioni dubbie ed
opportuniste di modo da non mettere mai in discussione il proprio “ciclo
vizioso” di referenzialità reciproca loro e dei vari marescialli …
A
prescindere da questo, vanno espresse alcune critiche proletarie:
·
Rispetto agli anni ’70, la
situazione non è migliorata, ma i volontari sono “incapsulati” nel loro ruolo,
perquisiti, a volte umiliati, avvertiti di ciò che possono o no fare, da cafoni
che arbitrariamente pongono la “sicurezza” sopra ogni cosa.
·
Del resto a volte son successi
problemi … ma in realtà ne parlano molto di più di questi problemi (es.Ivrea
uno o due anni fa) che di quando sono direttamente le guardie a portare la
droga in carcere.
·
La cultura del “volontariato” è
troppo succedanea a quella del “trattamento” penitenziario, i cittadini/e del
resto non capiscono che le promesse non vengono mai mantenute se non c’è,
dietro, qualche mercanteggiamento.
·
Non esiste una difesa del/della
volontario/a “sgradito” alla struttura detentiva, un po’ come quando un monarca
caccia dei giornalisti da un paese.
·
Le attività sono troppo “lodate”
ed enfatizzate e questo fa sorgere il dubbio che siano fatte apposta per
illudere e sforzare emozioni irrealistiche nei detenuti, anziché tradursi
SEMPRE in fatti concreti.
· I “difensori civici” di natura regionale sono una baggianata, o il
difensore civico è di sezione con un telefono per poter contattare anche le
strutture dove il detenuto assente è stato trasferito, per poter contattare
magistrati e medici all’esterno, o ditte che necessitano di lavoratori, ove il
difensore civico IMPEDISCE con la sua presenza (e rotazione ma rimanendo vicino
agli stessi detenuti) abusi e suicidi (specie la sua presenza nei giorni
festivi) oppure è un palliativo. È meglio sia dello stesso sesso dei detenuti,
per evitare problematiche con le guardie, dato che dovrebbe essere sempre in
sezione.