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SUI FALSI GRUPPI COMBATTENTI –
CREAZIONI DEI SOLITI FASCISTI
Lo spionaggio da parte del regime
nelle carceri e fuori ha prodotto per molti appartenenti alle forze dell’ordine
ed ai servizi deviati, e per le persone di cui si sono serviti e si servono,
una serie di conoscenze, certo distorte perché non provenienti dalla pratica
sociale, ma secondo loro “utili” a distruggere la lotta armata per il comunismo
costruendo delle false realtà combattenti da giocare sul piano dello
spionaggio, della provocazione, della confusione, con i servigi dei media più
allineati (la maggioranza di quelli locali e i principali giornali ed emittenti
nazionali).
Dal nazismo offensivo verso Mao
Tse-Tung nella sua accezione frediana di “nazimaoismo” (1967-1970 circa) alla
strage di Piazza fontana tirata agli anarchici per ben 3 anni col placet dei
grandi media, a quella di Peteano costruita da nazisti alle dipendenze dei
servizi segreti militari (1972), dai falsi volantini firmati br che le br
smentivano sistematicamente all’epoca che fu, agli attentati fascisti
rivendicati telefonicamente a gruppi comunisti (quello al Gazzettino di
Venezia, 1978, o la stessa strage di Bologna, 1980), da gruppi come il Fac
bolognese (1986) a gruppi più frequentemente apparsi dopo il 1999, si assiste
oggi ad una sorta di pratica “emulativa” che rimanda da una parte alla
necessità di protagonismo da parte di soggetti piccolo-borghesi agganciati ai
servizi segreti sin dall’università se non da prima, così come a vere e proprie
nuove provocazioni in grande stile, tali a volte da ingannare persino qualcuno
sulla base di informazioni medianiche imprecise ed enfasi alla operazione (esempio
l’azione al Tribunale di Venezia del 2001, firmata falsamente Nta, ma anche la
realtà stessa degli Nta è poi apparsa stranamente sul terreno giuridico non
essendoci stata rivendicazione di identità e processo pubblico in alcun modo
rilevante), così come con la grave provocazione fascista e militare insieme,
deviata, che sta sviluppandosi nella capitale negli ultimi mesi, con l’incendio
casuale di auto di gente comune, lavoratori, ecc. In quest’ultimo caso ho anche
preso chiaramente posizione essendosi permessi questi sbirri deviati di
mandarmi a casa un volantino a firma (apocrifa certamente) “Guerriglia
comunista”, un gruppo che negli anni ’70 colpiva gli spacciatori di eroina,
scioltosi da oltre 25 anni. Forme di
“sabotaggio sociale” assurde e strane anche per il “chi” le commette, come
quando a Mestre un ex-collaborativo nel processo alle Br venete, fu accusato a
più riprese (e credo anche condannato a lievi pene) per l’incendio di decine e
decine di cassonetti delle immondizie. Forme di “protagonismo al contrario”,
perché oggetto ne sono i cittadini e la gente comune, non i potenti.
Dietro a tutto, la “licenza di
reato” ai servizi, di fatto concessa anche se vietata per legge, che
permetterebbe così, con un governo del genere, a servizi deviati o componenti
deviate di forze di polizia, che spesso hanno dato i natali a
loro appartenenti poi divenuti detenuti, di compiere reati impunemente.
Dietro, ancora, la strategia di
“guerra sporca di bassa intensità”, che nei piani della borghesia al potere
serve a “destabilizzare” la guerriglia o le istanze rivoluzionarie.
Per chi si appoggia sulle masse e
sulla prospettiva rivoluzionaria, solo provocazioni da denunciare.
Per
la guerriglia autentica, che oggi in Italia è limitata alle sole Br in pratica,
e per chi la pratica, un problema in più di un impianto politico di difficile
sopravvivenza in questa realtà.
Paolo Dorigo militante comunista
prigioniero mlm in detenzione domiciliare per motivi di salute
18-10-2005