30-3-2006
L’ASSASSINIO BARBARO DELL’INDUSTRIALE SINDONI
L’industriale Sindoni che è proprietario di mezzi di
informazione, amico di Chavez, italiano più
importante in Venezuela da 50 anni, che viene rapito e ucciso
da bande malavitose fasciste, è la migliore dimostrazione che in Italia la
malavita è entrata in politica, non cioè solo la mafia siciliana, ma anche
quelle componenti, pure del nordEst, che si sono affiliate ad ogni genere di
consorteria, e che ritengono sulla base di una risibile e tragicomica interpretazione
storica, di avere un peso economico tale da potersi permettere l’ingresso in
politica al pari di Berlusconi, Panto, Illy, e molti altri.
È sufficiente pensare alle famiglie che possiedono catene di
locali pubblici, servizi, finanziarie, immobiliari e aziende del settore delle
costruzioni, e via dicendo.
È sufficiente calcolare il consumo medio quotidiano in Italia
di cocaina ed eroina e moltiplicare il numero di grammi per 7 od 8, numero
medio di dosi per grammo, una volta preparata la dose, per calcolare che circa 500
mila persone se non di più consumano quotidianamente una dose, mediamente
parlando, per capire quali interessi muovano queste cose.
Probabilmente Sindoni era un forte ostacolo alla borghesia
nera della immigrazione, o forse addirittura un importante influenza verso
sinistra del mondo dell’immigrazione italiana in Venezuela.
Ogni congettura è possibile, ogni montatura è interesse di
queste stesse componenti assassine di mercenari e borghesi della pistola.
Al Venezuela che cerca la sua strada con il popolo e contro
le classi reazionarie, questo è un attentato borghese reazionario che si dirige
contro i popoli venezuelano ed italiano.