dal 12 settembre 1992 DIFENDERE LA VITA DEL PRESIDENTE GONZALO
LIBERTA' PER MICHELE FABIANI ! MAURO ROSSETTI BUSA LIBERO !
9 maggio 2008 Perugia Presidio per dire no all'estradizione di Avni e Zeynep
I compagni e le
compagne del Soccorso Rosso Proletario, costituito il 19 giugno 2003, dopo anni
di lavoro del Comitato per la liberazione dei prigionieri rivoluzionari, e di
quotidiano impegno tra le masse proletarie, a costruire coscienza e sensibilità
verso non solo la repressione quotidianamente vissuta nel conflitto di classe,
ma anche quella di chi ha perduto la libertà per il suo coerente impegno
rivoluzionario, vedono nelle guerre popolari nel mondo (Nepal, Perù, Turchia,
India, Filippine, ed altri paesi), così come nelle lotte di liberazione dei
popoli oppressi ed i cui territori sono occupati od attaccati dalle truppe
militari dei paesi imperialisti (Palestina, Iraq, Afghanistan, Libano, Medio
Oriente, ecc.) un riferimento irrinunciabile di allineamento del proletariato
dentro il quadro della solidarietà di classe, fuori da opportunismi e logiche di
schieramento che sui principi non vi possono essere. Per questo la
giornata dell'eroismo, nella quale 300 prigionieri-e politici e di guerra del
Partito Comunista del Perù e dell'Esercito Guerrigliero Popolare (poi EPL)
dettero la vita per la rivoluzione, colpiti dalle cannonate della marina
militare peruviana e dalle armi dei soldati, nei carceri di El Fronton,
Lurigancho e Santa Barbara, dove resistettero per due giorni con le armi che si
erano costruiti, riveste per noi una importanza fondamentale quale più fulgido
esempio di dedizione alla causa. Così come la liberazione dei prigionieri
politici nelle guerre popolari, che in questi paesi avviene spesso grazie alle
forze combattenti del popolo, ci interessa anche in Italia e nell'Europa
imperialista, quale obiettivo del movimento di classe, perché è punto di
programma della lotta e non delle mediazioni di ceti politici oramai corrosi dal
potere della borghesia.
Altrettanto ci
interessa rivendicare la difesa del Presidente Gonzalo e la sua apparizione in
pubblico (gli negano persino di prendere la parola nei processi, che si svolgono
ancora oggi a porte chiuse) perché questo dirigente rivoluzionario, al cui
pensiero si ispira il Partito ed il popolo del Perù, è stato colpito non solo
con la repressione più feroce, ma anche con una serie di montature infami, la
prima delle quali è stata articolata dalla CIA e dai servizi segreti peruviani
sin dal 1993 (il genocida tiranno Fujimori all'ONU) con il sostegno in questo
dei maggiori media occidentali, e l'ultima consistente nel cercare di attribuire
al PCP la responsabilità dei genocidi praticati dai militari, nonché di gonfiare
le cifre dei caduti nel popolo a causa del conflitto rivoluzionario di classe
iniziato nel 1980, montature che cercano in questo modo di limitare la
diffusione della conoscenza sul reale spessore e sulla diffusione della guerra
popolare in Perù. Questa montatura avvenne nel momento alto della crescita della
guerra popolare, quando l'equilibrio strategico pareva oramai raggiunto, e
scioperi armati di massa e campagne distruttive militari della guerra popolare
lasciavano attonita la reazione.
Se in Perù la
crescita delle basi d'appoggio non ha ancora stabilizzato la conquista stabile
di una parte maggioritaria del del territorio, ed ha sedimentato anche una
profonda esperienza sui metodi di conduzione della guerra popolare anche nelle
grandi città e in particolare in una delle maggiori megalopoli del mondo (Lima),
in Nepal la guerra popolare ha oramai conquistato l'80% del territorio
nazionale, e diretta, come in Perù, da un pensiero-guida fondato sul
marxismo-leninismo-maoismo, il pensiero Prachanda, dal nome del suo Presidente.
Questo non significa che la repressione delle truppe monarchiche
filo-imperialiste ed alleate alla borghesia imperialista indiana ed
all'imperialismo americano, non abbia esercitato le usuali tecniche
dell'annientamento, del genocidio improvviso sulle zone liberate (utilizzando
come in Perù e in Turchia, anche elicotteri militari dotati di armi pesanti),
della carcerazione e della tortura. Senza parlare anche in questo caso delle
mistificazioni praticate dai media occidentali attaccate più agli interessi
delle multinazionali americane che di questo popolo così poco interessante fino
a quando non è iniziata la guerra popolare. In particolare, grazie alla
condizione politica di cui gode la guerra popolare in Nepal, della sua vicinanza
strategica con zone storicamente acquisite alla guerra popolare condotta dai
maoisti naxaliti indiani, recentemente unificatisi in un unico Partito, il
Partito Comunista dell'India Maoista, e quindi dei rapporti con queste, sono
avvenuti anche arresti e catture di molti militanti del PCN(M) in India. Di
questi, alcuni dirigenti del Partito Comunista del Nepal (Maoista) subiscono un
sequestro giuridicamente illegale, e sono stati a lungo trattenuti in prigionia
per impedirgli di svolgere compiti politici. E' il caso dei compagni Gaurav e
Kiran, per i quali da tempo è in corso una campagna internazionale di sostegno.
La loro liberazione, avvenuta il 30 novembre 2006, è la dimostrazione migliore
dei successi del PC del Nepal (M).
La necessità delle
guerre popolari viene verificata giorno dopo giorno nell'entusiasta adesione
popolare, nell'essere strumento di liberazione e di emancipazione insieme.Per
questo l'amore rivoluzionario delle masse verso i Partiti che le dirigono è uno
dei primi obiettivi della controrivoluzione, oggi unita alla guerra
imperialista. Le donne svolgono nella guerra popolare un ruolo centrale,
in lotta come sono contro una doppia oppressione.
Nelle guerre
popolari spesso i migliori rivoluzionari cadono in combattimento o in occasione
di agguati studiati a tavolino dalla controrivoluzione, la quale pur potendo
catturarli vivi, non esita ad assassinarli e seviziarne i corpi. E' quanto è
accaduto non solo in innumerevoli stragi genocide in Nepal, in Perù (sotto
Balaunde, Alan Garcia e Fujimori), ma anche in Turchia, dove il 16 giugno 2005
sono caduti 17 dirigenti e quadri del Partito Comunista Maoista della Turchia
(MKP).
Tra questi-e
compagni-e caduti-e, la compagna Rosa, che noi abbiamo conosciuto a Palermo nel
2004.
Nei giorni
successivi questo Partito, tra i partiti fondatori del MRI nel 1984, ha
dimostrato quale sia il suo seguito e prestigio tra le masse, in particolare nei
funerali di Istanbul.
Le sevizie subite
dai compagni maoisti turchi e kurdi del MKP assassinati il 16 giugno 2005, come
in altre occasioni (teste mozzate esibite dai soldati), sono state documentate
fotograficamente.
I compagni caduti
sono qui sotto rappresentati invece in uno striscione delle organizzazioni di
massa di solidarietà, insieme alle fotografie dei precedenti 4 segretari
generali del Partito caduti in combattimento o sotto tortura (Ibrahim
Kaypakkaya, foto al centro). Anche in questa occasione, il MKP ha perduto il suo
segretario generale armi in pugno: Cafer Cangoz.
Nel corso del
recente Maoist Camp organizzato dai giovani maoisti di Red Block, Soccorso Rosso
Proletario ha prodotto mozioni e lettere di solidarietà ai compagni maoisti
della Turchia, al compagno libanese Georges Ibrahim Abdallah, ed alle guerre
popolari del Nepal e del Perù. SRP partecipa alle iniziative che il
movimento di solidarietà internazionalista porta avanti in Italia verso non
soltanto i partiti maoisti ma anche verso i prigionieri rivoluzionari, italiani
e stranieri, anche delle guerre popolari condotte da partiti che non aderiscono
al MRI, come nelle Filippine.
E' il caso della
presenza militante ai presidi per i compagni turchi del DHKC e di Georges, così
come in passato sono state fatte numerose mobilitazioni in Italia in diverse
situazioni e davanti a numerose carceri, tra le quali quelle verso l'allora
prigioniero, il compagno Paolo Dorigo, che oggi come ieri conduce una dura
battaglia di denuncia dello stato di polizia e della tortura nelle
carceri.
Soccorso Rosso
Proletario lavora per la creazione di un soccorso rosso proletario sul piano
internazionale che possa supportare l'avanzata della guerra popolare anche nei
paesi imperialisti, sostenendo chi viene colpito dalla repressione padronale e
statale, di classe e controrivoluzionaria, contribuendo così alla costruzione
anche nel nostro paese di una autentica Rivoluzione proletaria inserita a pieno
titolo nella Rivoluzione Proletaria Mondiale in corso, ed anticipata alcuni
decenni fa dal grande Presidente Mao Tse-Tung durante la ultima e più alta
battaglia che lo vide protagonista: la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria,
la cui base e motivazioni sono oggi dimostrate dalla crescita della lotta di
classe nella stessa Cina preda del potere revisionista.
Anche per questo
siamo stati a Parigi dai giovani ribelli delle banlieu parigine, ed abbiamo
portato la nostra presenza nello spezzone maoista alla manifestazione del
1°Maggio.