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Paolo Dorigo coordinatore nazionale AVae-m, nato a Venezia 24-10-1959, residente a Mira VE via Corridoni 4, 18-3-2008

 

La categoria interpretativa politica del 1968-1969 e degli anni a seguire, detto in gergo “sessantotto”, sino alla successiva categoria della rottura dell’autonomia operaia (1976-1977), è usatissima dai media ed impianti politico-editorial-mediatici della borghesia.

Uno sciame di insetti di variegata forma e peso si accapiglia sulle interpretative del fenomeno sessantotto, per uccidere ciò che fu il sessantotto:

in realtà un movimento di massa e di ripresa del movimento operaio, che uniì operai, lavoratori del terziario proletarizzati, studenti, donne, disoccupati, vecchi partigiani, in una critica generale alla società borghese capitalista.

Il PROBLEMA che si pone al proletariato ed al popolo italiano è che questa categoria, viene usata ancora oggi per uccidere il sessantotto e la possibilità di liberarsi dalla coercizione del capitalismo e dallo strapotere della macchina statale al servizio della borghesia, propagandando il fenomeno stesso ed utilizzandone simboli, termini, modi, “ambienti”.

OGGI la gran parte di quel ceto politico borghese (quello di Curcio, Scalzone, Sofri, Boato, Piperno, Rossanda, ecc.ecc.) è ancora in attività, ma su diverse sponde, NON CERTO al fianco della classe operaia e del popolo italiano.

Il problema è che NON SI E’ USCITI DALL’EMERGENZA, e che l’emergenza dei ’70 (militar-poliziesca) viene ancor oggi utilizzata per mantenere al potere quelle classi élitarie di capitale finanziario e di grande borghesia (legati e dipendenti dai paesi imperialisti maggiori, israele compreso) ANNULLANDO IL VALORE DELLA POLITICA, che i sessantottini stessi, una volta entrati nella “grande politica”, hanno contribuito ad uccidere.

Siamo entrati infatti nella politica dei “tecnici” o “specialisti”, per cui mentre in passato la POLITICA decideva COME doveva essere la GIUSTIZIA anche avvalendosi di giuristi ma non principalmente su di essi, bensì su PRINCIPI riconoscibili, OGGI il paradigma è rovesciato e dato che i politici sono degli inetti bastardi, sono i GIUDICI a DECIDERE e DISQUISIRE come deve essere la giustizia.

Permangono “incrostazioni”, “burocratismi”, ma il problema vero, l’EMERGENZA, non viene affrontato.

Né tantomeno il problema della personalità dello Stato, che NON dovrebbe esistere, essendo lo Stato la sede dei rapporti dei cittadini, e che invece, essendo lo Stato al servizio della borghesia, rivendica una PERSONALITA’ tale da portare avanti le più orrende latitanze ed ingiustizie.

A questo punto perché non avrebbero vinto, allora le BR per esempio ?
Semplice, non è affatto vero che i sessantottini di cui sono figlie e prodotto (quelli borghesi) siano stati del tutto coerenti, e quindi ciò che era la massima sfida al sistema (campagna di primavera) e gli atti successivi, si è trasformata nel maggior appoggio al sistema, a parte in qualche occasione. In quelle occasioni eccezionali, la “gestione” è scappata dalle mani preposte, ed è successo sempre un casino.

Ma di sicuro né i testamentari del potere, né i confindustriali, né i confederali, né i simulacri del sessantotto, né i falsi rivoluzionari, hanno detto quella VERITA’ che poteva far saltare tutto.

E tanto, se qualcuno la dice, NON gli si crede, e lo si silenzia ed uccide lentamente.

 

Questo elemento parzialissimo della STORIA della lotta di classe in Italia 1968-2008, testimonia inecquivocabilmente che l’occidente è allo sfacelo, e che imperialismo-semifeudalesimo sono le due facce del sistema capitalista oggi in Italia, e confermano quindi che la NOSTRA centralità di rivoluzionari è NEL PROLETARIATO e QUINDI NEL PROLETARIATO MONDIALE.

 

I giornalisti quali che siano le loro intelligenze, od intelligence, quando scrivono certi libri scandalistici, non neghino a se stessi che a leggerli i loro libri sono le persone interne al sistema stesso, e che il loro lavoro NON serve a cambiare le cose. Fa solo diventare cronica assuefazione ciò che va combattuto in termini di conflitto sociale e non di media intontenti le masse per inflazione di parole scritte ed immagini roboanti.

 

Del resto la funzione dei media e del cinema era già nota negli anni dei sessantottini.

 

Ecco perché Stella e De Lutiis non scrivono libri sulle torture tecnologiche e del controllo ed interferenza mentale.

 

Perché non glieli stamperebbero.

 

Col plauso dei sessantottini (magistrati sessantottini compresi).

 

Il problema però è di avere una considerazione triangolare delle cose, non bilaterale. C’è sempre la variante. Non c’è solo la pseudo sinistra e la pseudo destra. C’è anche il cambiamento VERO, e quello, come i sessantottini forse sanno ancora (qualcuno di loro almeno) avviene nelle piazze E NELLE GALERE.