gridiamolo a tutti,
gridiamolo forte!
prima che diventi la storia
di ognuno di noi…
Questa è la storia di
Michele Fabiani, sequestrato dallo Stato lo scorso 23 ottobre a Spoleto,
arrestato dalla
banda
criminale di
Ganzer
e seppellito da una coltre di silenzio sulle reali motivazioni della montatura
Brushwood,
tempista
e programmata come
l’insabbiamento
della morte violenta in carcere di
Aldo
Bianzino, una settimana prima dell’arresto dei compagni spoletini.
Questa è la storia di un
compagno anarchico, che sta scontando in carcere le sue idee
Colpevole
Di amare la verità e la
libertà
Colpevole
Di essersi schierato e aver
lottato sempre a viso aperto per la giustizia sociale, contro la tortura e la
morte
da
carcere e
oltre
il carcere
Colpevole
Di aver denunciato e
documentato
una scomoda realtà: l’importazione di avanzati sistemi tecnologici di
tortura,
già ampiamente sperimentati negli USA e in altri paesi di questa “civile”
Europa, “esportatrice di democrazia”
Colpevole
Di aver dato spazio alle
denunce
sullo sperpero di denaro pubblico da parte dei palazzi del
potere.
Colpevole
Di non essersi arreso
davanti al
saccheggio
militare e
padronale
delle risorse umane ed ambientali e di aver partecipato in prima persona ai
movimenti popolari per difendere terra,
acqua,
aria, salute pubblica dalla mercificazione del profitto e dalla
devastazione
del capitale
Colpevole
Di non rinunciare alla
propria identità, incompatibile con l’orrore dell’ingiustizia, della guerra e della
repressione Di desiderare una società giusta, un modo senza sfruttamento, senza
confini e
senza
galere
Colpevole, per tutto
questo, di essere un sovversivo
Perché desiderare un mondo
migliore e lottare per esso, senza sentirsi dire: "
c’era
una volta la neve" e raccontare alle future generazioni: “c’era una
volta l’acqua”, è sovversivo e allora
siamo tutti
orgogliosamente sovversivi!
Non lasciamo da soli i
compagni in galera per le loro idee! Perché le loro idee sono le nostre.
Lo denunciammo a
marzo
dello scorso anno e lo ripetiamo ora: Michele è un perseguitato politico.
Il coraggio della verità gli è costato prima una perquisizione arbitraria con
tanto di maltrattamenti, minacce ecc. da parte dell’arma dei carabinieri, poi
una
denuncia
per calunnia da parte del maresciallo Biagioli, poi ancora l’arresto, con
un incredibile spiegamento di forze militari e mediatiche.
Il carattere persecutorio
di questa montatura mediatico-militare-giudiziaria è confermato dalla campagna
di criminalizzazione preventiva lanciata dalla stampa locale in agosto nei
confronti di Michele, quando si cercò di legittimare la perquisizione
arbitraria, le minacce e i maltrattamenti subiti e denunciati politicamente dal
compagno in marzo, con un presunto interrogatorio sui fatti per cui oggi è
accusato di “terrorismo”. Michele smentì prontamente gli articoli dei
pennivendoli
al servizio dell’Aisi (ex Sisde), di Ganzer e della Procura di Perugia, ma sta
di fatto che già a marzo dello scorso anno (prima ancora dei proiettili alla
Lorenzetti) avevano deciso cosa fare di lui e i media lo sapevano almeno dal
mese di agosto. Questi sono i fatti e hanno la testa dura. Ognuno di noi può
trarne le conclusioni che vuole, ma non può prescindere da essi, altrimenti fa
il gioco del potere, come chi, ingenuamente o in malafede, si è reso complice
di questa montatura, dubitando sull’innocenza del compagno con il silenzio, con
le allusioni o con dichiarazioni riduttive della sua identità e la sua coerenza
politica.
Michele è una persona
limpida e non merita né l’uno né le altre. E’ un compagno che ha dato tanto e
merita tutta la nostra solidarietà. Perché la lotta per la libertà e la
giustizia sociale è patrimonio di tutti gli antifascisti, i comunisti, gli
anarchici, gli antimperialisti e i proletari consapevoli della loro forza rivoluzionaria.
E’ patrimonio popolare e non può essere "redento" all'obbedienza con
queste operazioni terroristiche, della serie “puniscine uno per educarne 100”.
La nostra solidarietà, come
Rete Antifascista Perugina, va oltre la formalità, giusta e sacrosanta, che
impone un rapporto di intenti antifascisti. E' una solidarietà che sfiora
l'amicizia. E' una solidarietà di classe, che parte dal basso, dai bisogni e
dai timori dei proletari. Una solidarietà che nessuno ha pagato perché esista e
nessuno ha delegato ad un'urna elettorale perché la rappresenti. E' una
solidarietà che non si vende e che non può tradire.
DISABITUIAMOCI AL SILENZIO,
VOCE AI SENZA VOCE!
SOLIDARIETA’ AL COMPAGNO MICHELE!
SOLIDARIETA’ AI RIBELLI!
Rete Antifascista Perugina