SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI ARRESTATI DELL’ANARCHIA
NELL’ULTIMO MESE, A TUTTI I PRIGIONIERI RIVOLUZIONARI, E A GIUSEPPE MAJ E
GIUSEPPE CZEPPEL RIARRESTATI DALLA POLIZIA POLITICA DELLA DITTATURA BORGHESE
EUROPEA IN FRANCIA
SOLIDARIETA’ A MICHELE PONTOLILLO IN SCIOPERO DELLA FAME
CONTRO LA REPRESSIONE E LA SUA COMPAGNA LUCIA RIPPA
IN QUESTO FILE INIZIATIVE A TORINO-FIRENZE, INOLTRE LA
PAROLA A E SUI COMPAGNI COLPITI DALLE PERSECUZIONI GATTOPARDESCHE DEL REGIME
AGONIZZANTE:
Michele Pontolillo, Marco Bisesti,
Stefano Del Moro, Massimo Leonardi, Davide Cremonese e Valentina Speziale,
Marco Ferruzzi, un compagno ai domiciliari (Sardegna), anarchici roveretani,
articolo su Ratzinger,
mail da anarcotico sintesi Azioni dirette a Barcellona in solidarietà con gli anarchici
arrestati in Italia, da notizie e-mail si viene a sapere di 4 azioni Contro altrettante auto di poliziotti a Barcellona Mail da anarcotico Appello per il simposio contro l'isolamento della
International Platform Against Isolation (IPAI) - Piattaforma Internazionale
Contro l'Isolamento Ho ricevuto il seguente testo inglese: Salve IPAI Mail da anarcotico
GIOVEDI 9 GIUGNO, ore 21.00 CENA BENEFIT per i compagni colpiti nell'ultimo mese dall'ondata repressiva del 270bis E PROIEZIONE DI: "MARE NOSTRUM" film-documentario di S.Mencherini sui C.P.T. e l'immigrazione Gran parte dell'informazione, purtroppo, definisce ancora oggi i CPT "centri di accoglienza" e ancora pochissimo si sa di quanto accada quotidianamente dentro questi luoghi (molti sono sotto inchiesta) dove si susseguono rivolte, atti di autolesionismo e scioperi della fame. Si sa pochissimo anche perché, da oltre due anni, a tutta l'informazione ne è impedito l'accesso per volere del Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. L'unico documento filmato che mostra queste ed altre drammatiche realtà collegate alle scellerate politiche dello Stato sull'immigrazione è il film-inchiesta "Mare Nostrum" del giornalista indipendente e regista Rai Stefano Moncherini. Alcune immagini di questo film hanno permesso alla magistratura salentina di istruire un processo contro i gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia arcivescovile di Lecce, la Fondazione "Regina pacis". Questo film-documento è stato rifiutato da tutte le televisioni italiane ed ha subito numerose censure. LeMacerie - baracche ribelli .Molfetta (BA). SS 16 BIS USCITA MOLFETTA-TERLIZZI, COMPLANARE EST -------------------------------------------------- VENERDI 10 GIUGNO, ore 19.00 Piazza Mazzini (Borgo), Molfetta (BA) ...sperando che non piova... PRESIDIO INFORMATIVO su: - Centri di permanenza temporanea per immigrati - C.P.T. - Articolo 270 bis del Codice Penale - "Associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico" - Repressione - Indagini e arresti in tutta Italia nell'ultimo mese -------------------------------------------------- SABATO 11 GIUGNO, dalle 22.30 serata benefit per i compagni colpiti nell'ultimo mese dall'ondata repressiva del 270bis CONCERTO: Dirty Power Game (crust da ROMA) Hobophobic (hc da taranto) Nagasaki Nightmare (crust d-beat da bari-molfetta) a seguire... TEKNO BREAK DRUM N BASS NIGHT: da MILANO... Kekko - Mak _ live set MNT - Narco _ dj set Black D _ dj set LeMacerie - baracche ribelli .Molfetta (BA). SS 16 BIS USCITA MOLFETTA-TERLIZZI, COMPLANARE EST --------------------------------------------------
L'anarchico agli arresti domiciliari Sette
mesi e 15 giorni di reclusione, convertiti però in detenzione domiciliare.
Pierleone P., l'anarchico arrestato dieci giorni fa per aver tentato di
entrare nell'ufficio del sostituto procuratore Paolo de Angelis, sarà
costretto a restare in casa a lungo: ieri è stato condannato per resistenza a
pubblico ufficiale dal giudice monocratico Maria Cristina Ornano al termine
di un'udienza particolarmente tesa. Per ben tre volte, infatti, i lavori sono
stati interrotti a causa dell'intemperanza del pubblico. Come da copione
anche questa volta P. non era solo: in aula (l'udienza in questo caso non era
a porte chiuse) si sono presentati tutti i compagni di P. e in più di
un'occasione qualcuno di loro ha gridato «sei un'infame» contro l'ultima
testimone chiamata a deporre. La donna è stata interrotta diverse volte
mentre raccontava quello che aveva visto quella mattina nel corridoio della
procura della Repubblica. Impossibile andare avanti: il giudice è stata
costretta a ordinare lo sgombero della stanza. L'udienza è ricominciata dopo
alcuni minuti ma non c'è stato nulla da fare. Anche in questo caso le
lamentele e le proteste degli anarchici hanno coperto le voci del sostituto
procuratore Gaetano Porcu e quelle dell'avvocato difensore assegnato
d'ufficio all'imputato. Solo dopo parecchi minuti il pubblico ministero ha
potuto proseguire nella sua requisitoria. Il magistrato ha ricordato come
Pierleone P., il 30 maggio, approfittando della presenza di un avvocato aveva
cercato di introdursi nell'ufficio di De Angelis ma era stato bloccato da un
maresciallo dei carabinieri. P., che voleva chiedere al procuratore
spiegazioni su arresti e denunce ritenute ingiuste, aveva cercato di
liberarsi e a quel punto era stato arrestato per resistenza a pubblico
ufficiale. Al termine della requisitoria il pm ha chiesto la condanna di
Porcu a una pena complessiva di 8 mesi. Dopo una brevissima camera di
consiglio il giudice ha deciso per una reclusione lievemente inferiore: sette
mesi e 15 giorni. (an. m.) L'Unione
Sarda BRUBACKER CONTINUA, SEMPRE POVERACCI … 08 giu 2005, 02:48:49 [newsletter] Suicidio a Bollate |
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Si suicida in cella
Impiccato nel bagno del carcere. È stato trovato così Andrea Rigardi, 21
anni, detenuto nel carcere di Bollate per detenzione di stupefacenti. Il giovane,
che era stato trasferito il giorno prima da San Vittore, doveva scontare ancora
sei mesi. L'avvocato Francesco Elia ha annunciato che chiederà che venga
predisposta l'autopsia, perché il suo assistito non aveva mai manifestato
alcuna tendenza suicida.
Da
Il Manifesto
Mail da anarcotico
07 giu 2005, 11:21:30 |
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[newsletter] DIBATTITO E VIDEO PALESTINA |
MERCOLEDI 8 GIUGNO
ORE 17, AULA 11 PALAZZO NUOVO, VIA SANT'OTTAVIO -
TORINO
STOP
APARTHEID. ROMPIAMO IL MURO DELLA VERGOGNA
PROIEZIONE
DEL DOCUMENTARIO SULL'UNIVERSITA' DI
BIRZEIT IN CISGIORDANIA
A SEGUIRE DIBATTITO CON IL COMITATO DI SOLIDARIETÀ CON
IL POPOLO PALESTINESE
ORGANIZZA
IL COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO
Mail da anarcotico
07 giu 2005, 04:37:29 |
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[newsletter] sul 4 giugno a firenze |
From: p
Volantino
distribuito lunedi` 6 giugno a firenze davanti al tribunale e per la citta`
SABATO
4 GIUGNO LA CELERE CARICA I PARTECIPANTI AD UN CONCERTO ORGANIZZATO SOTTO IL CIRCOLO
ANARCHICO DI VICOLO DEL PANICO
Ci
eravamo ripresi un pezzo di strada per rispondere alle minacce di sgombero del
nostro posto occupato e per raccogliere soldi contro le ultime manovre
repressive contro gli anarchici.
Al termine della serata, verso l` una, quando gia` la musica era cessata e
stavamo cominciando a sbaraccare, si presenta la celere in tenuta antisommossa,
guidata dal prode vice-questore Giancarlo Benedetti. Il diktata e` secco quanto
provocatorio: dobbiamo andarcene in dieci minuti, altrimenti caricano. La
tensione sale velocemente, e in nemmeno cinque minuti gli sbirri caricano.
Quasi tutti riusciamo a rifugiarci dentro al circolo. Purtroppo tre persone
vengono prese, riempite di botte, trascinate per terra. Dopo aver passato due giorni
in questura, vengono oggi 6 giugno processate per direttissima. Sono accusate
di resistenza e lesioni, secondo il classico copione dela repressione
poliziesca, che prima picchia, poi arresta e denuncia: fabbrica colpevoli per
apparire sempre "innocenti".
Alcune considerazioni al volo:
1) Questi fatti si inseriscono in una politica di tolleranza zero verso ogni
manifestazione di vita che non porti profitto e denaro: la mano che ha colpito
di fronte a vicolo del panico e' la stessa che quotidianamente arresta e
colpisce i venditori detti "abusivi" (come in San Lorenzo), che
presidia a vista le piazze e i luoghi di ritrovo (come Santo Spirito), che
sottrae la citta` ai suoi abitanti per farne un parco giochi per turisti,
ingrassando le tasche di bottegai e speculatori edilizi (come dappertutto).
2) La polizia si e` presentata fin da subito con l`evidente intenzione di
caricare, schierandosi in gran parata da combattimento quando il concerto era
praticamente gia` finito. Uno sfoggio di muscoli ed una chiara intimidazione:
la citta` non ci appartiene, la repressione puo` colpire chiunque incrini il
soffocante clima di pace sociale.
3) Questo ennesimo episodio repressivo si inserisce in un clima di caccia
all`anarchico tanto caro al ministro Pisanu: da Lecce a Bologna, da Roma a
Cagliari, in un mese lo stato ha sequestrato 22 nostri compagni. A loro va
tutta la nostra solidarieta` e complicita`.
OGGI
6 GIUGNO LA REPRESSIONE COLPIRA` DI NUOVO, processando per direttissima tre
partecipanti al concerto, rei di essere stati presenti e di aver cercato di
sottrarsi alla brutalita` poliziesca. Noi saremo con loro sotto il tribunale.
LA SOLIDARIETA` E` UN`ARMA
gli anarchicio di vicolo
POST
scriptum:
I tre sono stati condannati con patteggiamento a sei mesi con la condizionale e
foglio di via da Firenze della durata di tre anni.
Mail da anarcotico
07 giu 2005, 02:11:52 |
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Subject: |
Michele Pontolillo in sciopero della fame |
Michele Pontolillo ENUNCIAZIONE DEI MOTIVI CHE HANNO INDOTTO IL DETENUTO MICHELE
PONTILLO co, Casa Circondariale Che dire dei mali che l'Uomo subisce dall’ uomo come la
povertà, la prigionia ,l' infamia la tortura le insidie il tradimento le
ingiurie,i processi ? Lo Stato mostra i muscoli . Incapace di risolvere i tanti e
gravi problemi che turbano e immiseriscono la popolazione s'inventa il nemico
lo produce,gli fa indossare la pelle del leone e gli da la caccia. E’ noto il
provebio secondo cui quando una cosa non esiste il miglior sistema è fingere
che ci sia. Ecco che lo Stato sì adopera proficuamente per costruire i
clienti del proprio sistema repressivo, del carcere , dei dispositivi di
controllo e vigilanza mettendo gabbie là dove ci dovrebbe essere solamente
libertà. CONGRATULAZIONI William Faulkner docet allorchè scrisse che proprio a chi non
ha fatto niente si può accollare qualsiasi cosa. Occorrono altri argomenti per dimostrare che il paludamento
esterno di cui sì veste la Democrazia serve ad occultare il più becero pugno
di ferro? Dal Centro d sterminio di Livorno il marito, Il compagno,il
padre dei figli di Lucia Rippa - Michele PONTOLILLO
Il cognome del compagno detenuto a Frosinone è BISESTI Quindi
per scrivergli:
E' giunta notizia del trasferimento di Stefano del Moro, il compagno
anarchico arrestato il 26 maggio su mandato della procura di Roma, dal
carcere di Regina Coeli alla Casa Circondariale di Velletri. Ecco
il nuovo indirizzo per scrivere a Stefano: Stefano
del Moro Mail da anarcotico
Inanzitutto rifiuto l'appellativo di "anarchico
insurrezionalista", termine Con
questi arresti preventivi dove altri coindagati sono reclusi da quasi un Ho
parlato a titolo individuale, le associazioni le rispedisco al mittente. ONORE
E DIGNITA' A TUTTI I COMPAGNI CADUTI |
Mail da anarcotico
07 giu 2005, 01:00:46 |
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Subject: |
Re: [newsletter] Trasferiti Valentina e Danilo |
Anche se non è una bella notizia, ben tornati ai briganti
abruzzesi .
Gb
contro potere* stato * camicie nere.
----- Original Message ----- From:
"lubrijant" <lubrijant@anarcotico.net>
To: <newsletter@anarcotico.net>
Sent: Monday, June 06, 2005 4:44 PM
Subject: [newsletter] Trasferiti Valentina e Danilo
Trasferiti
Valentina e Danilo
All'alba del 4 giugno 2005, a poche ore dal primo colloquio con i loro
familiari e dal presidio sotto il carcere di San Donato di Pescara, Valentina e
Danilo sono stati trasferiti per "ragioni di sicurezza".
Questa bastardata è la perfetta continuazione del linciaggio mediatico al quale
sono stati sottoposti i 2 compagni.
I loro attuali recapiti:
Valentina Speziale
Borgo San Nicola 119
73100 LECCE
Danilo Cremonese
Via Fonte Secco 88
61100 PESARO
Resta invece detenuta nel carcere di Castrogno la compagna Claudia, che abbiamo
salutato con un presidio ieri, 5 giugno.
Claudia Cospito
Contrada Ceppata 1
64100 TERAMO
Appena possible informeremo il movimento sull'esito dei ricorsi al tribunale
del Riesame.
Un forte abbraccio ribelle
I briganti dell'Abruzzo
Mail
da anarcotico 07
giu 2005, 02:18:43 |
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Subject: |
[newsletter]
da Rovereto |
Cosa
ci aspetta?
Da
Lecce alla Sardegna, da Pescara a Bologna, sono finora 22 gli anarchici incarcerati,
un centinaio di indagati e quasi il doppio di perquisizioni. Il tutto nell'arco
di due sole settimane. Ma non basta: le veline della Polizia riportate dalla
stampa chiamano all'appello, tra il resto, il rimanente nord Italia. L'ondata
repressiva non tarderà a lambire l'arco alpino.
Per
tutti gli arrestati e per molti tra gli indagati l'accusa è quella di
"associazione sovversiva con finalità di terrorismo", in base al
famoso e famigerato articolo 270 bis, l'articolo del codice penale che lo Stato
sta affibbiando da anni a centinaia di rivoluzionari o semplici dissidenti.
Grazie a questo strumento ereditato dal fascismo, non c'è più bisogno di
contestare alcun "reato" specifico per rinchiudere in cella scomodi
individui. Fino a due anni di carcere preventivo, prima ancora che la faccenda
entri in tribunale e senza l'odiosa necessità di dover fornire prove concrete
legate a fatti specifici.
Nient'affatto. Molto più semplice sostenere che questi maledetti sovversivi si
associano dividendosi in due livelli: uno pubblico e legale, l'altro
clandestino e del tutto illegale. Una volta decretato che il secondo, questa
sorta di lato oscuro che si nutre di fatti criminosi, benché anonimo è la
diretta emanazione del primo, della facciata visibile in piazza, nei
volantinaggi e nelle assemblee, .si può procedere con gli arresti. Così,
chiunque esprima a voce alta il proprio dissenso, sostenendo l'azione diretta
come strumento per poter combattere un presente sempre più totalitario e di
farlo autonomamente, utilizzato e utilizzabile da tutti gli sfruttati, chiunque
difenda pubblicamente tutto questo è quantomeno complice di quegli anonimi che
continuano a colpire le strutture del dominio. Quando non si tratta degli
stessi individui. Se tutte le indagini, anni di intercettazioni, pedinamenti e
perquisizioni non hanno dato i frutti sperati; se non si trova un qualche
infame delatore, nemmeno col ricatto, non resta che arrestarli tutti, questi
casinisti.
Alla stampa poi il compito di dipingere i tratti di quelle creature orribili,
di infangare la loro storia, di cancellare i loro rapporti, di instillare il
dubbio del mostro mascherato da vicino di casa.
Una
tale repressione senza mezze misure sta ad indicare che lo Stato ha sempre più
paura delle proteste perché la situazione sociale è potenzialmente sempre più
esplosiva. Sa che il rincoglionimento mediatico e il recupero istituzionale
potrebbero non bastare a gestire la rabbia diffusa. Dal canto nostro, non sarà
certo qualche muro in più a farci smettere di lottare contro "il migliore
dei mondi possibili"; non sarà certo qualche sbarra in più a trattenere
l'espressione del nostro amore per chiunque riconosceremo come compagno di
strada.
Ai
rimanenti la scelta. Se continuare a far finta di niente, ritagliandosi un'isoletta
felice, ignorando miseria e lutto; se continuare a desiderare ciò che si può
trovare in qualsiasi centro commerciale; se mantenere il capo chino sui libri
di storia e sulle tragedie del Novecento, chiedendosi come poteva la gente non
capire, non sapere, non vedere; se proseguire a lamentarsi di uno Stato non
propriamente di diritto, ma un po' grezzo e talvolta maldestro. Oppure alzare
la testa ed affrontare la realtà in tutto il suo orrore. Cominciare a lottare,
ognuno coi propri mezzi, più che per un futuro migliore, semplicemente per
avercelo un futuro.
Quando la repressione colpisce ogni dissenso, la domanda reale non è "cosa
hanno fatto quei dissidenti?", bensì "cosa sto facendo io per
sentirmi al sicuro?". Cosa ho barattato in cambio di una silenziosa,
conformista, anonima comodità? Che il desiderio di libertà torni ad essere
contagioso. Che tutti gli sfruttati si riconoscano come tali.
Noi abbiamo scelto da che parte stare. Voi?
Solidarietà
con gli anarchici detenuti!
Fuori tutti dalle galere!
Fuoco alle carceri!
Liberi tutti!
alcuni
anarchici in libertà vigilata
Cosa aspettiamo?
Mail da anarcotico
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07 giu 2005, 05:11:04 |
Subject: |
[newsletter] Comunicato di Tombolino sulla repressione contro
gli anarchici |
E' dura svegliarsi e ritrovarsi in una cella, è molto più duro
però svegliarsi e sentire il susseguirsi di notizie poco confortanti come in
questi ultimi mesi, è assurdo vedersi entrare nella cella 6 energumeni e
rovistare dappertutto.
Da Lecce a Cagliari, da Roma a Pescara, da Bologna a Genova, in questo mese
di maggio si è avuta, semmai ce ne fosse stata bisogno, la certezza che oramai
si vive in uno "Stato di Galera". Varie procure, varie inchieste che
si racchiudono sotto un unico comune denominatore: F.A.I.; il ministro Pisanu,
oltre che con la bocca vomitare soddisfazione per gli arresti dei pericolosi
terroristi, per una volta mi ha quasi fatto piacere che abbia differenziato gli
anarco-insurrezionalisti dai no-global e simili, mentre anch'io voglio vomitare
merda a chi dice di lottare contro i centri per gli immigrati sventolando
bandiere colorate (non c'è bisogno che specifico chi siano queste merde in
quanto non ci si può confondere).
Si parte da Lecce dove vengono indagati/e compagni/e per i reati
270-270bis, in 5 vengono arrestati e poi alcuni messi ai domiciliari, le accuse
sono "montate", come al solito, da intercettazioni . in seguito alle
varie lotte portate avanti contro il c.p.t.: veri e propri lager! Si prosegue
con quella di Cagliari, i reati sono i soliti, gli indagati altrettanto, il/le
compagni/e posti/e fin da subito ai domiciliari . Perché un codice, il loro,
che prevede carcere duro per i reati che ci vengono di solito appioppati,
questa volta non viene preso in considerazione dallo stesso potere?
La mattina del 26, come al solito mi alzo di buon mattino, tra l'altro
eccezionalmente in compagnia di altri due detenuti, in cella c'è allegria,
tranquillità, ci si lava, ci si fa la barba, ci si fa belli tra un caffè e
l'altro perché è giorno di colloqui.
Verso le 7,15, sentiamo mettere le chiavi nel blindato e con molto umorismo
ci si chiede chi sarà mai, appena aperto c'è la brutta sorpresa nel vedere
tanti agenti di P.P. con la brutta compagnia di un maresciallo dei R.O.S., un
commissario della D.I.G.O.S. seguiti da altri 4 non specificati sui verbali, ma
trattasi della stessa merda!
Vengono fatti allontanare gli altri due detenuti e si procede alla perquisa
che dura una mezz'ora, altri 45 minuti per firmare, controllare e sequestrare materiale
cartaceo in un altro ufficio. Così alle 8,50 torno nella cella sinceramente
anche un po' "divertito" dall'ennesima buffonata comandata dal
Vitello.
Questo stato morale mi passa appena purtroppo sento degli arresti tra
Viterbo e Pescara, perquisizioni in tutta Italia, rileggendo il mandato di
perquisizione, mi rendo conto che la perquisa nei miei confronti è stata fatta
in relazione ed in seguito ad un'ordinanza di custodia in carcere non rivolta a
me per il reato 270bis, emessa dal G.I.P. di Roma in data 18/05/2005.
Nel mandato si parla che nella cella possano rinvenirsi documenti relativi
al gruppo di affinità responsabili: del fallito attentato al C.S.S.A. di
Viterbo nell'ottobre 2003, dell'attentato al tribunale di Viterbo avvenuto nel
gennaio 2004.
Sempre secondo le loro tesi avrei contribuito, con tale gruppo, fino al mio
arresto. Inoltre nel mandato si parla di un'intercettazione ambientale dove un
compagno affermerebbe il mio coinvolgimento per quanto riguarda l'invio del
plico esplosivo che costo' qualche dita ad un Servo di Stato .
Forse il ridicolo indizio di un disegno che tra l'altro è servito a
giustificare il mio arresto 10 mesi fa non è abbastanza per provare la mia responsabilità?
Però ciò che più mi interessa dire è che questa mossa nel mettere nomi, date,
intercettazioni (vere!) o false che siano, per me è un chiaro segno che
vogliono creare tra di noi un forte rancore .
Sappiate che il mio unico rancore sarà sempre verso coloro che cercano di
opprimerci ed isolarci, rinchiudendoci nelle loro galere sperando che cessi il
forte sogno che vive in noi: L'ANARCHIA!!
Si parla di soldi da destinare per le spese legali del sottoscritto e
dell'organizzazione dei vari presidi fuori Poggioreale.
Visto che mi piace essere chiaro, vi elenco e vi prego di rinviarmeli
immediatamente, il materiale cartaceo sequestratomi: 2 ricevute di vaglia
postale, manoscritto contenente 46 nominativi con indirizzi, il periodico in
lingua spagnola "El libertario", opuscolo redatto da Guido Mantelli
"Dall'abisso", stesso opuscolo in spagnolo, una foto di un compagno
mentre sale e scende da un blindato della P.P., scaricato dal sito
"anarcotico", opuscolo "La biblioteca dell'evasione"
primavera 2005, opuscolo "La Ramaccia". Ammmmmmazza questo è tutto!!
Dimenticavo che si sono fatti la fotocopia della copertina di 2 libri:
"Gli anarchici espropriatori" di Bayer e "Corpi estranei"
di Pablo Echaurren.
La mattina seguente sento dell'arresto di compagni/e emessi dalla procura
di Bologna tra cui un compagno e una compagna arrestati il giorno prima dalla
procura di Roma; le solite accuse, le solite indagini e chissà se alla fine
convertiranno tutte in un unico processo contro l'idea anarchica, basato sulla
presunzione della presumibilità da parte dei nostri inquisitori . Ebbene, penso
che ormai si venga condannati non più sulla certezza provata, come dice il loro
codice, bensì si è condannati in quanto anarchici che si oppongono con fierezza
allo Stato di Potere. Perché non ci arrendiamo vigliaccamente alla vittoria o
alla sconfitta, moriremo lottando per essere liberi, senza compromessi, non
accontentandoci della "libertà virtuale" che ci viene concessa fuori
dalle galere, la lotta contro l'oppressore deve, come ieri, deve essere sempre:
presente, esplicita, definitiva! Queste forti sensazioni che provo comunque
vada sono il segno di una vita vissuta appassionatamente, non sanno che cosa si
perde la maggior parte degli individui che si sente soddisfatta nell'avere: una
lavoro, una casa, una famiglia, uno stipendio, un'auto; se ne renderanno conto,
forse, troppo tardi, quando si diventa "vecchi" e forse un po'
"saggi".
Logicamente esprimo tutta la mia solidarietà e il mio affetto a chi è stato
sequestrato dallo Stato, nella speranza di rincontrarci al più presto in
situazioni migliori . e vedrete che incontro!! Vi assicuro che tutti/e mi
mancate tantissimo, come al solito è con fierezza che vi abbraccio. Tombolino
p.s.
: Se si è interrotta la corrispondenza tra di noi è per forza maggiore .
quindi, se volete, scrivete.
Marco
Ferruzzi
c.c. Poggioreale via nuova Poggioreale 177
Reparto Venezia
80143 Napoli
Mail anarcotico
Come richiesto, diffondiamo il seguente scritto elaborato da un compagno
ai domiciliari.
Saluti in rivolta,
Collettivo comunista AgitProp/Jacob - Foggia
“L’88° GIRO D’ITALIA”
23 arresti. 13 in carcere, 10 ai
domiciliari
12 maggio 05
L’operazione “Nottetempo”,
coordinata dal p.m. Antonio Del Coco della procura di Lecce, porta all’arresto
in carcere di 3 compagni e di 2 compagne ai domiciliari e a decine di
perquisizioni. Le accuse fanno riferimento a presunti collegamenti tra vari
“atti intimidatori” e la lotta ai C.p.t. condotta dai compagni.
19 maggio 05
Il p.m. Paolo De Angelis della
procura di Cagliari ottiene dal G.I.P. Ermengarda Ferrarese ±50 perquisizioni e
7 arresti domiciliari su un totale di 10: 4 a Cagliari e 3 a Genova, Roma,
Foggia. Dei tre superstiti F.P. era già in carcere dal 2001, M.L. sarà arrestato
7 giorni dopo da Vitello e P.L.P. è ai domiciliari dal 31-5 con l’accusa di
resistenza a p.u. per aver tentato un colloquio con il p.m. Questi non sarebbe
tanto importante se i suoi criminali non fossero tanto pericolosi da stare in
galera quindi, il 13 giugno prossimo, impugnerà l’ordinanza del GIP per
commutare tutti i domiciliari in carcere.
26 maggio 05
Il p.m. Salvatore Vitello e il
coordinatore del pool antiterrorismo Franco Ionta della procura di Roma
ordinano 5 arresti in carcere, 3 a Viterbo e 2 a Pescara. I sost. procuratori
Luca Tampieri e Morena Plazzi della procura di Bologna arrestano 5 persone di
Bologna, Modena, Reggio Emilia, Locri e Napoli (già in carcere per l’operazione
Cervantes) a cui si aggiungeranno altre 2 ordinanze ai due compagni di Pescara
già arrestati. Saranno almeno un centinaio le perquisizioni.
Nel mondo realmente
rovesciato, il vero è un momento del falso Guy Debord
ALCUNE RIFLESSIONI SUL MAGGIO 2005
La società dello
spettacolo esige lo show almeno quanto i giacobini il patibolo.
E il senso rimane lo
stesso. Lo stato italiano non può vantare la pena di morte[1][1]
ma la gogna pubblica
può riempire le sue galere come le pagine dei giornali
e i titoli allarmistici dei TG, le soap-opera dell’informazione. Sbatti il mostro in prima
pagina, dunque.
E chi, se non noi, a fare la parte dei mostri? dei terroristi da mettere
in quarantena ?
“LA CAGLIARI-BENE
NON SOPPORTA CHE CI SIA ANCHE UNA CAGLIARI-MALE”
e altri racconti
Riepiloghiamo.
Il p.m. De Angelis, successore di Marchetti, sembra voler cavalcare l’idea che
il carattere sardo-indipendentista della protesta cagliaritana e sarda possa essere
un ulteriore motivo di preoccupazione per l’intellighenzia repressiva, tanto da
attirare l’attenzione e i denari del ministero su di lui, misero forcaiolo di
provincia. L’arresto del 12 giugno 2004 di tre compagni del centro inasprimento
conflitti “Fraria” vuole essere utilizzato come rampa di lancio per avvalorare
un coinvolgimento più ampio di altri compagni sardi; e come portale verso un
ipotetico mondo clandestino cui il circolo Fraria avrebbe fatto da copertura.
I moventi di
questa ultima ondata repressiva vanno ricercati nella esigenza di stroncare le
realtà antagoniste che da anni si occupano di tematiche inerenti alla
militarizzazione del territorio, alla conseguente comparsa di malattie
imputabili alla presenza di rifiuti radioattivi; a un impiego classista e
capitalista delle risorse naturali, paesaggistiche, culturali, basato su
concetti di progresso, sviluppo, turismo… adeguati a produrre prevalentemente
sfruttamento, impoverimento e deculturazione. Stroncare l’antagonismo
decapitandolo dei suoi contenuti più radicali per addomesticare la residua
offensività sociale, troppo spesso depoliticizzata[1][2].
A questi moventi s’aggiunge il
carrierismo dei magistrati, che fa da catalizzatore alla macchina della
giustizia. Fame di fama, dunque. Ed effettivamente la risonanza mediatica
dell’indagine, enfatizzata prima e dopo da Pisanu come il definitivo colpo
inferto ad un centro nevralgico PlutAnarchInsurrezionalBrigatista, ha
coperto l’eco della operazione Nottetempo, per poi lasciare la scena alle più
blasonate procure di Roma e Bologna.
Un distinto ma
analogo discorso si può ipotizzare per il p.m. Vitello. Deluso dall’assoluzione di due
compagni da lui accusati in relazione ai fatti del 4 ottobre 2003 a Roma,
sembra deciso a voler debellare il suo piccolo centro nevralgico
dell’eversione. Proseguendo sulla scia dell’operazione Cervantes, che portò nel
luglio 2004 all’arresto di 4 compagni ancora detenuti, ipotizza ora una
responsabilità molto più allargata rispetto a varie azioni dirette, come quella
del tribunale di Viterbo - evidentemente un affronto troppo grave per rimanere
impunito. Tanto grave da richiedere un’estrema urgenza nell’evoluzione delle
indagini.
L’invio di lettere d’auguri alle
piccole e grandi autorità, azioni attribuite alla FAI e alla Fuochi e Affini,
rende più allettante il pasto alle
procure di Bologna e Roma, tanto più se si può usare come capro espiatorio un
insieme di compagni e compagne impegnati nella solidarietà e nella
comunicazione con i detenuti[1][3], isolando
ulteriormente l’ambiente carcerario. Compagni e compagne accusati di aver
contribuito anche a sfidare le persone e le strutture appartenenti
all’organizzazione carceriera dei CPT. Stessa accusa attribuita dal p.m.
Del Coco ai compagni di Lecce, ordinando una serie di arresti volti a soffocare
le voci sulla presenza e il ruolo dei Centri.
Questo filo ispira le indagini sia di Bologna che di Lecce ma non è da
escludere - provenendo dalle poste di Milano l’ultima corrispondenza
indirizzata al fratello del ministro Giovanardi - che si mobiliti anche il Pool
milanese coordinato da D’Ambruoso, “esperto di terrorismo islamico”. Questi,
infatti, ha già fatto conoscere il suo tempismo quando, il 18 settembre 2001,
ordinava decine di perquisizioni in merito ad una fantomatica “Solidarietà
internazionale”, indagini che ipotizzarono collegamenti eversivi con la lotta F.I.E.S. in Spagna in seguito al rinvenimento di un ordigno sul tetto
del Duomo.
LOTTA AL TERRORISMO. LE INDAGINI, GLI “ELEMENTI PROBATORI”, LE FRAGOROSE RISATE
Dal centrodestra al centrosinistra è
solo questione formale. La “lotta al Terrorismo”
è un ottimo investimento politico per
chiunque voglia ottenere credibilità pubblica
dall’efficienza del proprio lavoro, a
qualunque gradino della gerarchia dello stato.
Il “grande” potere
(Min.Interno-G.L.A.[1][4],
Mass-media) e il “piccolo” potere locale (magistratura, Digos-Ros, mass-media
locali) hanno agito coordinati e con molti elementi in comune. Il primo per
coprire con un successo repressivo gli insuccessi di governo. Il secondo per
ricalcare l’importanza del proprio ruolo con una bella onorificenza e, se ci
scappa, anche una promozione. Quanto realmente sia importante che la “minaccia”
islamica, brigatista e anarcoinsurrezionalista
sia o no in grado di sovvertire gli ordinamenti di questo stato assassino è
testimoniato dalla grossolanità del lavoro svolto, dalla consueta volontà di
inventarsi un minestrone eversivo.
A geografie e realtà diverse ha
corrisposto un’unica analisi dei meccanismi
organizzativi che insiste sul concetto di Federazione
e su quello del Doppio Livello,
creando e forzando analogie con gli inquisiti del Processo Marini. La comunicazione tra i gruppi è attribuita
all’insieme dei rapporti personali tra compagni e compagne di luoghi diversi,
considerati come rapporti organizzativi e operativi. La solidarietà, il rapporto e il sostegno, anche economico, verso i
carcerati sono spacciati come vincoli associativi. Infine, i criteri di responsabilità, complicità e
appoggio rispetto a fatti avvenuti sono dedotti da intercettazioni manipolate
con il metodo taglia e incolla. Discussioni, commenti e riflessioni, penalmente
non compromettenti, si trasformano quindi in terrificanti rivendicazioni.
Si vuole allora
ammettere che è passibile di reato associativo chiunque abbia
un contatto
epistolare e di sostegno economico con un carcerato? chiunque esprima la
propria visione della realtà pubblicamente, o in privato, magari commentando
una notizia fresca di stampa? Quanti milioni di persone commenterebbero
soddisfatti
la notizia delle
chiappe del premier in fiamme senza esserne responsabili?
Ci perdoni, Vostro Onore. La raccolta degli “elementi probatori”
non sembra dimostrare nient’altro che l’esistenza di normali rapporti
interpersonali, di un umano impegno nelle problematiche sociali e di una decisa
volontà di risolverle. La lettura dei fascicoli di questa inchiesta non può non
produrre una ulteriore fragorosa risata.
Vi si legge lo sconforto per non aver cavato un ragno dal buco, l’urgenza di
chiudere al più presto le indagini con un esito torbido, quel tanto che basta
per tenere dentro qualcuno.
Stimolati e incentivati dal
ministero, supportati da una fanfara mediatica sproporzionata, i p.m. calcano
la mano sguinzagliando gli agenti Digos-Ros con ampi margini di libertà nella
scelta dei luoghi e delle persone su cui investigare, nonché nei modi di
irruzione nella vita e nelle abitazioni di compagni, compagne, parenti e amici.
Ciò che invece
rimane evidente è l’importanza delle lotte che al nord, al sud e in Sardegna,
hanno ispirato i compagne e le compagne; tanto pesanti e d’intralcio quanto più
fitta si fa la maglia repressiva dello stato. Rimane evidente il ruolo delle
carceri e dei CPT[1][5] nel sequestro autorizzato
di uomini e donne scomodi; il ruolo delle forze dell’ordine, della magistratura
e dei mezzi di dominio di massa nel soffocamento e nella criminalizzazione
della nostra volontà di riappropriarci delle nostre esistenze. Dal luglio 2001
a oggi siamo consapevoli di ciò che comporta questa volontà, ma non siamo dissuasi dal continuare a
realizzarla.
La solidarietà
deve continuare a smuovere la rassegnazione di questa società addormentata.
L’insieme delle operazioni di questo maggio non dimostra solo la consueta
intenzione di mettere al bando le idee e di rinchiudere chi le pronuncia. I
tempi coordinati e le analogie lasciano pensare ad una volontà di tenere su una
emergenza nazionale, non solo locale. Emergenza che potrà comportare una
maggiore pressione della sfera politica su quella giudiziaria, le cui
conclusioni non necessiterebbero dell’esistenza di reali e fondati elementi
probatori.
La repressione
non mette in gioco solo la libertà e l’incolumità di compagne e compagni, ma
chiude gli spazi già esigui di ogni seria prospettiva di dissenso, protesta e
lotta. Per questo lancio un invito ai compagni e alle compagne di fuori a non
escludere che oltre alle manifestazioni locali siano necessarie, se non
indispensabili, anche proteste a larga partecipazione sia geografica che
politica.
Come sempre,
terrorista è lo stato!
Saluti Informali
UN COMPAGNO
DOMICILIATO
[1][1] Infatti Carlo Giuliani non è stato assassinato
dallo stato.
[1][2] In pratica è ovvio che ciò comporta anche l’arresto
arbitrario di alcuni compagni. A Cagliari, nel mese di Aprile, in occasione di
un sit-in sul tema RITALIN, una compagna è subdolamente condotta in caserma e
poi denunciata per resistenza e lesioni a p.u.
Analogo episodio a Sassari dove i carabinieri, per
impedire il diffondersi della minacciosa pratica del calcio di strada,
malmenano alcuni compagni di cui uno, terzino sinistro della temibile falange
anarcoinsurrezionalista, sarà denunciato per gli stessi reati.
[1][3]
Croce Nera Anarchica.
[1][4] Gruppo di Lavoro Anarchici. Unirebbe il lavoro e le informazioni di Digos e Ros, locali e
non.
[1][5]
Appunti di neolingua: La guerra è pace, La libertà schiavitù, la permanenza
temporanea.
LE INTERCETTAZIONI
Stralci di
alcune intercettazioni taglia e incolla.
1_Nell’auto
sono presenti C. e M., il quale afferma che avrebbe dovuto firmare in questura,
ma che andava bene anche la caserma dei CC. I verbalizzanti danno atto che
risero entrambi fragorosamente.
Conclusioni:
questa ilarità induce a ipotizzare un collegamento con una precedente
spedizione di un ordigno alla stessa Benemerita, sulla cui matrice anarchica
non vi sono dubbi!
2_In casa
sono presenti C., M., L., il quale apre il giornale. Vi si legge qualcosa
inerente ad un porco onorevole e qualcuno simula lo sparo d’una pistola: «Pum
pum pum, voglio vedere se la punti ad uno al naso».
Conclusioni
dei segugi: Il dialogo, apparentemente irrilevante, ha assunto un ben diverso
significato perché alcuni giorni dopo, il citato porco fu destinatario di una
lettera “minatoria".
3_«Si, però
l’azione diretta è l’azione diretta…l’obbiettivo è rompere…Cioè, secondo me
l’importante è che le cose continuino a succedere…».
4_«Ti dico
la verità, se devo andare a raccogliere le fragole in Danimarca io svaligio una
banca…mi farò un po’ di anni ma almeno c’ho provato».
PROMUOVIAMO LA FINE DEL PAPATO, ANTICA TRADIZIONE INQUISITORIALE E STRUTTURALMENTE INSITA AL MERITRICIO ED ALLA SCHIAVITU’IMPOSTA AL MONDO DAL POTERE DEL DENARO
|
07 giu 2005, 02:21:29 |
Subject: |
[newsletter] E' un nome che fa paura: libertà. |
07/06/2005
Con
le sue dichiarazioni pronunciate in occasione dell'apertura del convegno
diocesano sulla famiglia Joseph Ratzinger ha distrutto in un colpo solo tutte
le più importanti conquiste del pensiero moderno, laico e illuminista.
La prima uscita pubblica del nuovo papa esprime tutta la carica reazionaria di
un inquisitore che si scaglia lucidamente e politicamente contro una visione
libera, consapevole e razionale del mondo e della società.
Non ci è sfuggito l'attacco di Ratzinger al concetto di "libertà
anarchica" come falsa liberazione dell'uomo: con questa provocazione il
papa ha voluto colpire di petto la cultura e la concezione dell'esistenza che
si fonda sul riconoscimento pieno e reciproco della massima libertà di ciascuno
nell'uguaglianza e nella solidarietà.
Nello svilire e umiliare le unioni di fatto, le unioni tra omosessuali e le
libere e consapevoli scelte di maternità e paternità, Ratzinger si dimostra per
quello che è: il capo di un'istituzione profondamente nemica delle donne e
degli uomini di ogni tempo.
Ratzinger critica il relativismo e cerca di impadronirsi del concetto di
libertà annullando e delegittimando tutti quelli che non rientrano nella sua
verità rivelata.
Ed è così che il papa fa la sua predica dispensando dogmi e sentenze e fornendo
alla classe politica le giuste indicazioni per la realizzazione della
"città di Dio".
Come il più consumato dei dittatori, Ratzinger prende in braccio una bambina
davanti alla folla osannante e da vero autoritario detta le condizioni per una
gestione assolutista della vita umana dal principio alla fine.
Non accettiamo questo scenario oscurantista e teocratico.
Ci rendiamo conto della manovra fondamentalista che questo prete tedesco mette
in pratica per minare le conquiste di autonomia ed emancipazione delle donne e
degli uomini.
Respingiamo gli attacchi di chi ha paura della libertà e del nostro pensiero,
sempre incompatibile e irriducibile ai disegni totalitari e dogmatici di tutte
le chiese.
Nucleo
"Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici - Sezione di Palermo
Federazione Anarchica Italiana - Palermo
23 arresti. 13 in carcere, 10 ai domiciliari 12 maggio 05 L’operazione “Nottetempo”, coordinata dal p.m. Antonio
Del Coco della procura di Lecce, porta all’arresto in carcere di 3 compagni e
di 2 compagne ai domiciliari e a decine di perquisizioni. Le accuse fanno
riferimento a presunti collegamenti tra vari “atti intimidatori” e la lotta
ai C.p.t. condotta dai compagni. 19 maggio 05 Il p.m. Paolo De Angelis della procura di Cagliari
ottiene dal G.I.P. Ermengarda Ferrarese ±50 perquisizioni e 7 arresti
domiciliari su un totale di 10: 4 a Cagliari e 3 a Genova, Roma, Foggia. Dei
tre superstiti F.P. era già in carcere dal 2001, M.L. sarà arrestato 7 giorni
dopo da Vitello e P.L.P. è ai domiciliari dal 31-5 con l’accusa di resistenza
a p.u. per aver tentato un colloquio con il p.m. Questi non sarebbe tanto
importante se i suoi criminali non fossero tanto pericolosi da stare in
galera quindi, il 13 giugno prossimo, impugnerà l’ordinanza del GIP per
commutare tutti i domiciliari in carcere. 26 maggio 05 Il p.m. Salvatore Vitello e il coordinatore del pool
antiterrorismo Franco Ionta della procura di Roma ordinano 5 arresti in
carcere, 3 a Viterbo e 2 a Pescara. I sost. procuratori Luca Tampieri e
Morena Plazzi della procura di Bologna arrestano 5 persone di Bologna,
Modena, Reggio Emilia, Locri e Napoli (già in carcere per l’operazione
Cervantes) a cui si aggiungeranno altre 2 ordinanze ai due compagni di
Pescara già arrestati. Saranno almeno un centinaio le perquisizioni. Nel mondo realmente
rovesciato, il vero è un momento del falso Guy Debord ALCUNE RIFLESSIONI SUL MAGGIO 2005 La società dello spettacolo esige lo show almeno quanto
i giacobini il patibolo. E il senso rimane lo stesso. Lo stato italiano non può
vantare la pena di morte[1][1] ma la gogna pubblica può riempire le sue galere come le
pagine dei giornali e i titoli allarmistici dei TG, le
soap-opera dell’informazione. Sbatti il mostro in prima pagina, dunque. E chi, se non noi, a fare la parte dei
mostri? dei terroristi da mettere in quarantena ? “LA CAGLIARI-BENE NON SOPPORTA CHE CI SIA ANCHE UNA CAGLIARI-MALE” e altri racconti Riepiloghiamo. Il p.m. De Angelis, successore di
Marchetti, sembra voler cavalcare l’idea che il carattere sardo-indipendentista
della protesta cagliaritana e sarda possa essere un ulteriore motivo di
preoccupazione per l’intellighenzia repressiva, tanto da attirare
l’attenzione e i denari del ministero su di lui, misero forcaiolo di
provincia. L’arresto del 12 giugno 2004 di tre compagni del centro
inasprimento conflitti “Fraria” vuole essere utilizzato come rampa di lancio
per avvalorare un coinvolgimento più ampio di altri compagni sardi; e come
portale verso un ipotetico mondo clandestino cui il circolo Fraria avrebbe
fatto da copertura. I moventi di questa ultima ondata repressiva vanno
ricercati nella esigenza di stroncare le realtà antagoniste che da anni si
occupano di tematiche inerenti alla militarizzazione del territorio, alla
conseguente comparsa di malattie imputabili alla presenza di rifiuti
radioattivi; a un impiego classista e capitalista delle risorse naturali,
paesaggistiche, culturali, basato su concetti di progresso, sviluppo,
turismo… adeguati a produrre prevalentemente sfruttamento, impoverimento e
deculturazione. Stroncare l’antagonismo decapitandolo dei suoi contenuti più
radicali per addomesticare la residua offensività sociale, troppo spesso
depoliticizzata[1][2].
A
questi moventi s’aggiunge il carrierismo dei magistrati, che fa da catalizzatore
alla macchina della giustizia. Fame di fama, dunque. Ed effettivamente la
risonanza mediatica dell’indagine, enfatizzata prima e dopo da Pisanu come il
definitivo colpo inferto ad un centro nevralgico
PlutAnarchInsurrezionalBrigatista, ha coperto l’eco della operazione
Nottetempo, per poi lasciare la scena alle più blasonate procure di Roma e
Bologna. Un distinto ma analogo discorso si può ipotizzare per
il p.m. Vitello.
Deluso dall’assoluzione di due compagni da lui accusati in relazione ai fatti
del 4 ottobre 2003 a Roma, sembra deciso a voler debellare il suo piccolo
centro nevralgico dell’eversione. Proseguendo sulla scia dell’operazione
Cervantes, che portò nel luglio 2004 all’arresto di 4 compagni ancora
detenuti, ipotizza ora una responsabilità molto più allargata rispetto a
varie azioni dirette, come quella del tribunale di Viterbo - evidentemente un
affronto troppo grave per rimanere impunito. Tanto grave da richiedere
un’estrema urgenza nell’evoluzione delle indagini. L’invio
di lettere d’auguri alle piccole e grandi autorità, azioni attribuite alla FAI e alla Fuochi e Affini, rende più allettante il pasto alle procure di Bologna e Roma, tanto più
se si può usare come capro espiatorio un insieme di compagni e compagne
impegnati nella solidarietà e nella comunicazione con i detenuti[1][3],
isolando ulteriormente l’ambiente carcerario. Compagni e compagne accusati di
aver contribuito anche a sfidare le persone e le strutture appartenenti
all’organizzazione carceriera dei CPT. Stessa accusa attribuita dal p.m.
Del Coco ai compagni di Lecce, ordinando una serie di arresti volti a
soffocare le voci sulla presenza e il ruolo dei Centri. Questo filo ispira le indagini sia di Bologna che di
Lecce ma non è da escludere - provenendo dalle poste di Milano l’ultima
corrispondenza indirizzata al fratello del ministro Giovanardi - che si
mobiliti anche il Pool milanese coordinato da D’Ambruoso, “esperto di
terrorismo islamico”. Questi, infatti, ha già fatto conoscere il suo tempismo
quando, il 18 settembre 2001, ordinava decine di perquisizioni in merito ad
una fantomatica “Solidarietà internazionale”, indagini che ipotizzarono
collegamenti eversivi con la lotta F.I.E.S. in Spagna in seguito al
rinvenimento di un ordigno sul tetto del Duomo. LOTTA AL TERRORISMO. LE
INDAGINI, GLI “ELEMENTI PROBATORI”, LE FRAGOROSE RISATE Dal centrodestra al centrosinistra è solo questione
formale. La “lotta al Terrorismo” è un ottimo investimento politico per chiunque voglia
ottenere credibilità pubblica dall’efficienza del proprio lavoro, a qualunque gradino
della gerarchia dello stato. Il
“grande” potere (Min.Interno-G.L.A.[1][4],
Mass-media) e il “piccolo” potere locale (magistratura, Digos-Ros, mass-media
locali) hanno agito coordinati e con molti elementi in comune. Il primo per
coprire con un successo repressivo gli insuccessi di governo. Il secondo per
ricalcare l’importanza del proprio ruolo con una bella onorificenza e, se ci
scappa, anche una promozione. Quanto realmente sia importante che la “minaccia”
islamica, brigatista e anarcoinsurrezionalista
sia o no in grado di sovvertire gli ordinamenti di questo stato assassino è
testimoniato dalla grossolanità del lavoro svolto, dalla consueta volontà di
inventarsi un minestrone eversivo. A
geografie e realtà diverse ha corrisposto un’unica analisi dei meccanismi organizzativi che
insiste sul concetto di Federazione
e su quello del Doppio Livello,
creando e forzando analogie con gli inquisiti del Processo Marini. La comunicazione tra i gruppi è attribuita
all’insieme dei rapporti personali tra compagni e compagne di luoghi diversi,
considerati come rapporti organizzativi e operativi. La solidarietà, il rapporto e il sostegno, anche economico, verso i
carcerati sono spacciati come vincoli associativi. Infine, i criteri di responsabilità, complicità
e appoggio rispetto a fatti avvenuti sono dedotti da intercettazioni
manipolate con il metodo taglia e incolla. Discussioni, commenti e
riflessioni, penalmente non compromettenti, si trasformano quindi in terrificanti
rivendicazioni. Si vuole allora ammettere che è passibile di reato
associativo chiunque abbia un contatto epistolare e di sostegno economico con un
carcerato? chiunque esprima la propria visione della realtà pubblicamente, o in
privato, magari commentando una notizia fresca di stampa? Quanti milioni di
persone commenterebbero soddisfatti la notizia delle chiappe del premier in fiamme senza
esserne responsabili? Ci perdoni, Vostro Onore. La raccolta degli
“elementi probatori” non sembra dimostrare nient’altro che l’esistenza di
normali rapporti interpersonali, di un umano impegno nelle problematiche
sociali e di una decisa volontà di risolverle. La lettura dei fascicoli di
questa inchiesta non può non produrre una ulteriore fragorosa risata. Vi si legge lo sconforto per non aver cavato un
ragno dal buco, l’urgenza di chiudere al più presto le indagini con un esito
torbido, quel tanto che basta per tenere dentro qualcuno. Stimolati
e incentivati dal ministero, supportati da una fanfara mediatica
sproporzionata, i p.m. calcano la mano sguinzagliando gli agenti Digos-Ros
con ampi margini di libertà nella scelta dei luoghi e delle persone su cui
investigare, nonché nei modi di irruzione nella vita e nelle abitazioni di
compagni, compagne, parenti e amici. Ciò che invece rimane evidente è l’importanza delle
lotte che al nord, al sud e in Sardegna, hanno ispirato i compagne e le
compagne; tanto pesanti e d’intralcio quanto più fitta si fa la maglia
repressiva dello stato. Rimane evidente il ruolo delle carceri e dei CPT[1][5] nel sequestro
autorizzato di uomini e donne scomodi; il ruolo delle forze dell’ordine,
della magistratura e dei mezzi di dominio di massa nel soffocamento e nella
criminalizzazione della nostra volontà di riappropriarci delle nostre
esistenze. Dal luglio 2001 a oggi siamo consapevoli di ciò che comporta
questa volontà, ma non siamo dissuasi
dal continuare a realizzarla. La solidarietà deve continuare a smuovere la rassegnazione
di questa società addormentata. L’insieme delle operazioni di questo maggio
non dimostra solo la consueta intenzione di mettere al bando le idee e di
rinchiudere chi le pronuncia. I tempi coordinati e le analogie lasciano
pensare ad una volontà di tenere su una emergenza nazionale, non solo locale.
Emergenza che potrà comportare una maggiore pressione della sfera politica su
quella giudiziaria, le cui conclusioni non necessiterebbero dell’esistenza di
reali e fondati elementi probatori. La repressione non mette in gioco solo la libertà e
l’incolumità di compagne e compagni, ma chiude gli spazi già esigui di ogni
seria prospettiva di dissenso, protesta e lotta. Per questo lancio un invito
ai compagni e alle compagne di fuori a non escludere che oltre alle
manifestazioni locali siano necessarie, se non indispensabili, anche proteste
a larga partecipazione sia geografica che politica. Come sempre, terrorista è lo stato! Saluti Informali UN COMPAGNO DOMICILIATO
[1][1] Infatti Carlo Giuliani non è stato assassinato
dallo stato. [1][2] In pratica è ovvio che ciò comporta anche
l’arresto arbitrario di alcuni compagni. A Cagliari, nel mese di Aprile, in
occasione di un sit-in sul tema RITALIN, una compagna è subdolamente condotta
in caserma e poi denunciata per resistenza e lesioni a p.u. Analogo episodio
a Sassari dove i carabinieri, per impedire il diffondersi della minacciosa
pratica del calcio di strada, malmenano alcuni compagni di cui uno, terzino
sinistro della temibile falange anarcoinsurrezionalista, sarà denunciato per
gli stessi reati. [1][3]
Croce Nera Anarchica. [1][4] Gruppo di Lavoro Anarchici. Unirebbe il
lavoro e le informazioni di Digos e
Ros, locali e non. [1][5]
Appunti di neolingua: La guerra è pace, La libertà schiavitù, la permanenza
temporanea. LE
INTERCETTAZIONI Stralci di alcune intercettazioni
taglia e incolla. 1_Nell’auto sono presenti C. e M.,
il quale afferma che avrebbe dovuto firmare in questura, ma che andava bene anche
la caserma dei CC. I verbalizzanti danno atto che risero entrambi fragorosamente. Conclusioni: questa ilarità induce
a ipotizzare un collegamento con una precedente spedizione di un ordigno alla
stessa Benemerita, sulla cui matrice anarchica non vi sono dubbi! 2_In casa sono presenti C., M.,
L., il quale apre il giornale. Vi si legge qualcosa inerente ad un porco
onorevole e qualcuno simula lo sparo d’una pistola: «Pum pum pum, voglio
vedere se la punti ad uno al naso». Conclusioni dei segugi: Il
dialogo, apparentemente irrilevante, ha assunto un ben diverso significato
perché alcuni giorni dopo, il citato porco fu destinatario di una lettera
“minatoria". 3_«Si, però l’azione diretta è
l’azione diretta…l’obbiettivo è rompere…Cioè, secondo me l’importante è che
le cose continuino a succedere…». 4_«Ti dico la verità, se devo
andare a raccogliere le fragole in Danimarca io svaligio una banca…mi farò un
po’ di anni ma almeno c’ho provato». |